Scrivevo in ottobre:
Nella nostra democrazia
totalitaria (non è semplice ossimoro) comandano e decidono pochi feudatari
senza alcun effettivo e reale controllo. Tutti gli altri fanno da corte, da
claque, giullari, ed è conseguenza che a questi personaggi di seconda e terza
fila sia data libertà di saccheggio per garantirsene il silenzio e la fedeltà.
Solo così si possono controllare i gangli dell’apparato amministrativo statale
e locale, delle banche e delle fondazioni, delle partecipazioni statali, del sottobosco
clientelare.
E
due mesi prima:
la storia
politica dell’Italia è per lunghi tratti la storia criminale dei partiti
politici e della loro gestione dello Stato, della loro commistione con poteri
di ogni genere, spesso illegali, in cambio di voti, di soldi, di quote di
potere, di controllo del territorio, di risorse e flussi di spesa. Della loro
intelligenza con potenze straniere e bande armate.
E alcuni giorni or sono:
Il potere – questo potere – non può
risolvere nessuno dei cosiddetti problemi gravissimi del paese, poiché non
possiamo aspettarci che sia esso stesso a mettersi in questione. È questa
una verità che non può essere ufficialmente pronunciata perché pericolosa e
perché implica una conseguenza elementare.
L’ennesima prova che noi oggi ci troviamo di fronte una classe politica
e dirigente putrefatta, prodotto di un sistema economico criminale nel momento
storico della sua crisi più grave, ci è data dalla lettura di questo articolo.
Nella vicenda Alitalia c’è dentro di tutto, dal conflitto d’interessi,
al comportamento omertoso, l’occultamento degli atti, lo spreco, la distrazione
di fondi dello Stato, ovviamente la truffa, gli stipendi d’oro. Il tutto in
perfetta continuità, conseguenzialità e legalità con il resto.
Intanto, a cappello, dal primo gennaio 2013 andrà in vigore la “riforma”
delle pensioni (non più sostenibili si diceva e si dice ancora: anche Grillo
tra questi). Ebbene, cari giovani nati negli anni Ottanta e Novanta, sappiate
che se ci andrete, non sarà prima dei 70anni (il Corriere solo ora si chiede: “Possibile?
Forse si può immaginare per lavori di concetto [difficile per un manovale, un
autista, un chirurgo]”) e già dal prossimo gennaio per andare in
pensione di vecchiaia ci vorranno come minimo 66 anni e 3 mesi per i dipendenti
pubblici e privati. Giovani e flessibili. E soprattutto in salute. Per chi ha
cominciato a lavorare dopo il 1995 l'assegno sarà tutto contributivo.
Letteralmente una pensione di fame.
Se tutto questo succede, evidentemente è perché possono farlo, perché
non trovano un’opposizione né fuori e tantomeno in parlamento. Del resto
riescono ancora a prendere numerosi pesci alle primarie e alle legislative, e
il M5S gli farà un baffo (l’ho già argomentato).
Per liberarci del puzzone fascista (ma non dal fascismo) c’è voluta una
guerra. Per liberarci da questo regime ce ne vorrà un’altra. Se basterà.
L'ipotesi e' giusta se consideri l'M5S come una forza convenzionale di opposizione analoga alle precedenti.
RispondiEliminaSe invece consideri l'M5S semplicemente come un CENS (*) è probabile che il suo operato provocherà l'instabilità di una qualsiasi coalizione di governo. Tale instabilità può generare una delle due seguenti situazioni:
1) Caduta del governo nel breve periodo(1 anno) che dimostrerà ancora una volta alle masse(**) l'inadeguatezza di tutta la rappresentanza politica di "convenzionale" in qualunque combinazione essa si presenti.
2) Perdita di affidabilità a livello internazionale con le ovvie conseguenze sull'attuale sistema economico italiano. Tale situazione causerà, nel medio periodo (2 anni), lo scontento delle masse e conseguentemente la caduta del governo.
Entrambe le situazioni sono, come ho già scritto in risposta ad un tuo post, propedeutiche ad una presa di coscienza del popolo orientata ad un ripensamento profondo del sistema attuale.
marco .m.
(*) CENS: controllore esterno non condizionabile significativamente.
(**) popolo è una parola importante e deve essere usata in modo opportuno.