Cosa
c’entra lo spread? Berlusconi ha
ragione da vendere. A volte anche a uno come lui può capitare. Lo spread ad aprile 2011 era a 122 punti e a giugno a 214.
Certo che averlo a 552 punti, quota toccata il 18 brumaio dello stesso anno,
provocava parecchi danni. L’aumento vertiginoso del differenziale è servito per
farlo fuori, cosa che – come sappiamo – era diventata motivo d’igiene
pubblica. Con la nomina di Monti lo spread scende a 368 (6 dicembre), ma in
attesa delle “riforme” si attesta nell’ultima seduta del 2011 a ben 528 punti.
Il 24 luglio 2012 lo spread è ancora a 537 punti. Solo dopo le riforme lacrime
e sangue, in Italia e altrove, Draghi riceve il via per minacciare l’uso del
famoso “bazooka”, che però nei fatti non esiste. E così solo il 6 settembre scorso arriviamo a toccare uno spread di 370.
All’Europa e ai cosiddetti mercati, vale a dire una
ventina di banche e simili, di Berlusconi e del suo bunga-bunga non può
importare di meno, anzi, fa colore. Se poi il pagliaccio, come in questo caso,
è italiano, si gode anche di più. Ciò che temono “i mercati” è il populismo di
Berlusconi e cioè che mandi in vacca le “riforme” di Monti e certi affari.
Infatti, Bersani ieri si è premurato a dire al WSJ
che non metterà mano alle “riforme” di Monti e rispetterà la relativa “agenda”.
Poi: «La riforma Fornero ha aumentato la flessibilità
del mercato e ha fatto qualche passo nella direzione di regolare i contratti a
termine. Non ne do un giudizio negativo. Vorrei riuscire a rendere più
convenienti per le imprese le assunzioni a tempo indeterminato». Nessun accenno alle pensioni. Su Vendola dice: «Non
farò a meno del suo contributo su questioni come l'ambiente e i diritti
civili». Quanto al resto, «il mio partito è stimato attorno al 30 per cento;
Sel attorno al 5-6. Abbiamo firmato un
accordo nel quale c'è scritto che, in caso di disaccordo, votiamo e la
maggioranza vince».
«Con chi dovremmo allearci dopo
il voto per avere la garanzia di un governo stabile, se non con il centro?» chiosa Stefano Ceccanti. Ma mi pare che di questo ne avevo
già detto da mesi.
L'uso "abile" dei dati della realtà è strategico; e uno dei segreti della passata "forza elettorale" di Berlusconi stava proprio nella sua capacità di enunciare alcune mezze verità, cercando di torcerle a proprio favore. (Ora il gioco non è detto che gli riesca ancora bene, per una serie di motivi che sarebbe lungo esaminare, e che del resto i tuoi post analizzano egregiamente...).
RispondiEliminaIn proposito mi piace dire (o ricordare a me stesso) che le mezze verità sono molto più insidiose delle bugie integrali; anche perché, per contestarle, è necessario un ragionamento articolato, non riducibile nelle "pillole" abituali degli slogan. E come fai a combattere l'efficacia mediatica di certi slogan basati proprio su accattivanti "mezze verità" con analisi dettagliate e articolate? Non è una lotta ad armi pari... e certi "comunicatori" questo lo sanno benissimo, e "ci marciano".
se solo il Pd, l'anno scorso, si fosse permesso, caduto berlusconi, di parlare di elezioni, lor signori dei poteri marci e forti avrebbero scatenato l'inferno. ora, forse, bersani potrà avere il placet e fingere di governare in coabitazione di casini e forse con monti dentro al governo o come padre della patria
Eliminami pare che quanto avevo scritto nel luglio 2010 e che riporto nel post precedente a questo, si sia verificato ahimè con fin troppa precisione
ciao
Quello che scrivi nel post precedente, Il Club di Berlino, e in quello del 2010 lì richiamato, lo condivido integralmente; e non ho commentato solo perché penso che le tue analisi dicano già tutto con la dovuta chiarezza.
EliminaCiao!
ALTRO CHE SPREAD, LA VERA EMERGENZA è LA DISOCCUPAZIONE
RispondiEliminaLa Bce di Mario Draghi ritiene che la principale causa della disoccupazione strutturale non sia la crisi ma l’eccessiva rigidità salariale. La soluzione, quindi, sarebbe garantire maggiore flessibilità salariale proseguendo con le “riforme del mercato del lavoro”, come quelle che si stanno portando avanti in Italia (riforma Fornero), Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna. Peccato, che ad oggi, il potere d’acquisto dei lavoratori si sia ridotto senza che la disoccupazione abbia smesso di crescere. Il punto è che oggi in Europa, come negli Usa, si tende a ricostituire un ampio “esercito industriale di riserva”, che consista di lavoratori a tempo che possano essere agevolmente inseriti e dismessi a seconda dei cicli di una economia che è destinata a mantenersi per chissà quanto tempo a un bassissimo tasso di crescita e molto lontana dalla piena occupazione. Visto che le riduzioni salariali e del costo del lavoro non hanno mai creato maggiore occupazione, l’obiettivo reale delle riforme del mercato del lavoro è quello di contrastare la sempre più agguerrita concorrenza mondiale comprimendo i salari di milioni di lavoratori a livelli di sussistenza o addirittura al di sotto di tale livello. Archiviata la società del benessere e dei consumi, con buona pace dei teorici della “decrescita felice”, fa ritorno sulla scena sociale la figura del working poor o “povero che lavora”, ricattabile e disposto ad accettare condizioni e ritmi di lavoro peggiori. Del resto, che importa se il salario reale cala? Non è il mercato interno che interessa alle grandi imprese multinazionali ma quello mondiale. È il modello tedesco ad affermarsi. Peccato che, se tutti fanno così, sarà il mercato mondiale a crollare, così come sta crollando quello dell’area euro. Uno scenario che potrebbe diventare presto realtà, specialmente se gli Usa, dopo le elezioni presidenziali, rinunciassero allo strumento dello stimolo fiscale per affrontare il fiscal cliff.
http://www.sinistrainrete.info/europa/2422-domenico-moro-spread-la-vera-emergenza-e-la-disoccupazione.html
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/12/perche-il-comunismo.html
Eliminail fatto che Berlusconi possa aver ragione sullo spread non significa che la sparata elettorale di ieri non avesse l'obiettivo di colpire al cuore Monti e convincere gli italiani che lui è molto meglio e che gli si deve accordare nuovamente la piena fiducia . In quanto a Bersani e al suo partito stamattina Citati ha ammesso che la responsabilità di un rinnovamento della legge elettorale è da attribuire ad entrambi i maggiori schieramenti politici , quindi , anche la sinistra ne è colpevole. su Vendola che il molle Bersani voglia affibbiargli, come contentino, le questioni legate all'ambiente e ai diritti civili mi sembra veramente riduttivo e offensivo . le andasse a dare a Casini se gli stanno tanto a cuore....
RispondiEliminahai ragione ovviamente e il post I due becchini, come ricorderai, aveva proprio questo significato
Eliminanon so se vendola possa dirsi così ingenuo da non aver compreso per tempo cosa accadrà dopo le elezioni
ciao
L'omino ha voluto ricordare che se non gli garantiscono affari personali e impunità è ancora in grado di creare casini e destabilizzare ma se glieli garantiscono lui si rimette seduto tranquillo.
RispondiEliminaPs hai letto questa? Ormai non fanno più neanche finta che la legge dei governi "democratici" non stia qualche gradino sotto gli interessi del capitale. Tutti quei discorsi sull'Occidente, sullo stato di diritto....
http://dealbook.nytimes.com/2012/12/10/hsbc-said-to-near-1-9-billion-settlement-over-money-laundering/?ref=business
sì, avevo letto della faccenda. il mondo è gestito da criminali, quelli peggiori. ciao e grazie.
EliminaE' da brivido questo baraccone delle infamità.
RispondiEliminaNon è matimaticamente possibile un assenteismo di massa alle urne e loro, i politic , lo sanno. La paura divulgata ad arte è il deterrente che li consacra su quelle poltrone .
Purtroppo quanto dici è vero, b. ha ragione e quanto riportato da anonimo è il risvolto della medagliau.