lunedì 3 dicembre 2012

La proprietà gode salute eccellente



A proposito dell’Ilva vorrei porre una questione. Premesso che la volontà di sopravvivere è comune a tutti, perciò e a buon diritto anche agli operai obbligati alla cessione della loro forza-lavoro in cambio di un salario; posto che le condizioni di questa schiavitù determineranno la falsa coscienza della realtà vissuta e che fino a quando i rapporti di sfruttamento resteranno dissimulati nell’opacità del diritto borghese sarà inevitabile succedano situazioni simili a quelle dell’Ilva; resta tuttavia il fatto che non siamo nell’Ottocento e che ci si aspetterebbe dalle organizzazioni sindacali – che dicono di rappresentare gli interessi dei lavoratori così come il diritto alla salute e altre tutele fondamentali – una decisa e negativa posizione al riguardo di ciò che in queste ore viene stabilito dal governo. E invece non accade.

Ricapitolo. La magistratura ha sequestrato e fermato gli impianti, arrestato la proprietà (se non latitante), la dirigenza e altri responsabili. I reati contestati sono gravissimi, purtroppo non inediti in Italia, e riguardano l’inquinamento del territorio e le relative vittime tra la popolazione. Ma le accuse concernono – cosa che ha il suo peso – anche tutte quelle iniziative criminogene poste in essere dall’Ilva con varie complicità per mantenere lo status quo.

Dal punto di vista giuridico è chiaro che un impianto che impatta simili danni non può essere riattivato prima della sua messa in sicurezza e tuttavia voltiamo pure le spalle a questa non secondaria obiezione e – non abitando nei pressi dello stabilimento – mostriamoci pragmatici e cinici sposando la tesi secondo cui l’impianto non può essere messo a norma se non in condizioni di attività del ciclo produttivo.

Il governo, all’uopo, ha predisposto un decreto con il quale bypassa il provvedimento giurisdizionale, permettendo la ripresa della produzione dell’acciaieria e stabilendo l’effettuazione dei lavori per la messa a norma dell’impianto stesso. Detto tutto questo e facendo mente a quanto in premessa, resta da spiegare come sia possibile, secondo il decreto governativo, che i proprietari dell’Ilva – cioè i responsabili del grave inquinamento, delle sue conseguenze e degli occultamenti – possano restare al comando dell’azienda, prendere decisioni in merito ad essa e continuare a far profitti senza che le sullodate organizzazioni sindacali abbiano qualcosa da obiettare sul punto.

P.S.: Se il vincitore delle primarie restituisse ai signori Riva i finanziamenti ricevuti, mostrerebbe almeno del buon gusto e ci eviterebbe di ripetere che anche il più onesto tra i politici ha la rogna.

2 commenti:

  1. A mio avviso la salute ha la priorità sul lavoro e su qualsiasi altra cosa. Il governo, al solito, sbaglia intimando per decreto la ripresa dei lavori durante la bonifica. Il Sig. (?) Riva andrebbe arrestato per l'inquinamento prodotto ed i morti provocati. La proprietà confiscata.
    Ma siccome tutto questo è fuffa perché il proprietario ha oliato ben bene (corruzione) il meccanismo (politici di ogni tipo) per continuare a fare profitti alla faccia di tutti, allora le priorità le stabiliscono i tiranni cioè lo Stato e non certo per l'interesse dei sudditi.
    Il solita pappone.
    Una botta al cerchio ed una alla botte.
    Lo spettacolo deve continuare.
    Ciao.

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  2. Mi permetto di segnalare questo articolo sull'imminente e fasullo default dell'Argentina che la stampa si è affrettata a diffondere giorni fa.
    Buon pomeriggio. Ciao.

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