La
nostra epoca non si distingue troppo dalle precedenti per quanto concerne
l’elaborazione di miti e di un falso moralismo, compreso il malinteso disagio
della modernità (concetto nuovo ma sentimento assai antico, per il vero). La
diversità è nel fatto che mai come oggi le diverse classi sociali si sentono partecipi
d’interessi comuni e destini indissolubili. E ciò corrisponde ovviamente alle
forme della coscienza così come è determinata dall’ambiente ideologico, laddove
le cosiddette classi medie hanno potuto sviluppare – per dirla con Marx – un’educazione, tradizioni e abitudini riconosciute ormai come leggi
naturali nonché come ovvie esigenze del modo di produzione capitalistico.
Un’epoca,
questa, dove sembra scomparsa – almeno alle nostre latitudini – la morte e la
guerra, quella vera. Nel benessere delle nostre tavole natalizie, ma anche in
occasioni più frugali, noi vediamo estinta generalmente anche la fame e la
miseria se non come minaccia agitata e incombente. È dunque per questi motivi che
abbiamo adottato una filosofia della storia che ci porta a giudicare tanto
severamente le rivoluzioni e le lotte del Novecento, alle quali – nel bene e
nel male, come sempre – dobbiamo invece, se non tutto, molto. La
Rivoluzione russa, poi, è considerata – anzitutto dai pensatori ufficiali della
buona e giusta società – la breccia da cui il male è entrato nel mondo, il
paradigma di ogni negazione della libertà.
Naturalmente
l’anatema, nel colpire le burocrazie nate dalle rivoluzioni operaie e
contadine, si estende a tutto il portato dell’ideologia che n’è stata promotrice
e – nelle sue forme sclerotizzate – pilastro. Tutto precipita dunque indistinto
e indistinguibile nel recesso della storia, tanto che, per arrivare a ieri, Monti
Mario, già presidente europeo della Trilaterale, uomo di salde convinzioni
mercatistiche, può ben sfruttare questa falsa coscienza e alterata percezione
storica per deplorare – senza che alcuna voce di rilievo politico osi
contraddire l’ennesima truffa – quelle idee e atteggiamenti (sia pur nobili,
concede facilmente il nostro dominus) che ancora contraddistinguono una parte
del sindacato e poi flebilmente una frazione, assai esigua, della politica.
Con
un’albagia teleologica e un’enfasi savonaroliana di resurrezione del
“sacrificio” e della “rinuncia”, questi personaggi cari all’estetica borghese, sequestrano
le nostre vite e dicono tranquillamente a salariati e modesti pensionati che la
festa è finita e che devono farsi carico delle magnifiche e progressive sorti
nazionali e continentali nella competizione globale capitalistica. Ecco allora
che i principi costituzionali intangibilmente iscritti ed esibiti per scopi
strumentali – quali per esempio il diritto al lavoro e, per dirla curialmente, il
diritto alla giusta mercede – sono messi in non cale da priorità quali quelle
del salvamento delle banche insolventi a causa della loro leva infinita, delle
frodi e manipolazioni speculative, non meno che dalla necessità di garantire stipendi
stellari ai cleptocrati di Stato e bonus milionari ai noti lazzaroni
dell’industria sovvenzionata.
Ciao Olympe
RispondiEliminati leggo volentieri e mi auguro che i tuoi scritti possano far aprire gli occhi a questo popolo ipnotizzato di replicanti umanoidi.
Ciao cara.
buone feste e buona resilienza a tutto questo ciarpame che ci sta piovendo addosso...un abbraccio!
RispondiEliminagg
ps:ichino...vuol fare il salto di qualita'...a noi invece il massimo che ci hanno concesso è stato il salto dalla finestra...
Buon natale e buon anno nuovo a Olympe e a tutti i suoi lettori.
RispondiEliminaEttore.
Buone feste e auguri a questo blog e al suo autore, due delle poche luci a farci compagnia nel nero tunnel.
RispondiEliminamauro
Mia cara Olympe oggi non ho avuto il tempo nemmeno di leggere l'articolo qui sopra . tra un fornello e l'altro scappo al computer il tempo di scrivere i miei sinceri auguri di un Felice Natale a te e a tutti i lettori e....... lunga vita a quasto blog !!
RispondiEliminaringrazio TUTTI di cuore e ricambio con un abbraccio virtuale
EliminaCiao Olympe, auguri di tanta salute e felicità a te a tutti i tuoi cari.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ti allego anche questo video, è il bellissimo discorso di un operaio IRISBUS tenuto il 13 dicembre scorso. Buona visione!
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=K12xdkgHnX8
LeggerTi è sempre un immenso piacere per me. Questi Tuoi pensieri rispecchiano il mio sentire. Peccato che, come nel passato, siamo sempre in pochi per poter contrastare tutta questa miseria d'animo che ci piove addosso dai palazzi del potere.
RispondiEliminaAuguri di Buon proseguo delle Feste.
Con stima e sincera simpatia
Francesca
F
sempre gentile Francesca, grazie e auguroni a te
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