«A metà luglio comincia la stagione delle piogge che dura 40 giorni. Allora comincia il disastro. Piove in tutte le stanze; non c’è tetto che resista; i cortili sono inondati. Per ripararci alla meglio organizziamo dei tetti di tela cerata su ogni letto. L’acqua così cade dai lati senza venirci addosso. Per le bambine invece dei lettini uso cassette poste sotto i tavoli coperti da incerate. L’umidità è terribile. Al mattino si trova una vegetazione di funghi su tutti gli oggetti di cuoio, come scarpe, valigie e simili. Per andare da uno stabilimento all’altro occorre attraversare i cortili inondati così si stabiliscono nelle diverse stanze degli angoli con paraventi dietro i quali si tengono asciugamani, calze e scarpe di ricambio e si attraversano i cortili a guado a piedi nudi e arrivati in camera da pranzo, salotto eccetera ci si asciuga e ci si calza.
«La pioggia essendo cessata da un giorno siamo arrivati abbastanza bene a cavallo; ma il ritorno di nuovo disastroso con strade inondate, procedendo al passo senza sapere dove era la strada con il mafoo (scudiero) che ci precedeva e che di tanto in tanto affondava in qualche buco, con l’acqua fino alle staffe, impieghiamo quattro ore. [...] Non abbiamo più ritentato simili spedizioni acquatiche. Finiti i 40 giorni di diluvio la vita del tempio diventa abbastanza piacevole.
«Nei mesi estivi delle piogge sarebbe impossibile rimanere a Pechino; piove che tutte le case si riducono in pessimo stato e diventano inabitabili. Inoltre gli odori della città diventano mefitici non esistendo drenaggio di sorta; chi rimane rischia il tifo. Mai si beve acqua che non sia bollita o l’acqua minerale che viene dall’Europa e che una volta giunta in proporzione costa più del vino. Nell’estate se ne fa un consumo immenso causa il gran caldo. Superato il periodo delle piogge non piove più in tutto l’anno. Il clima è asciutto al punto che quando in inverno nevica la neve si confonde con la polvere. Il freddo è intenso e quando soffia il vento si solleva una polvere gialla e puzzolente. Conviene allora rimanere tappati in casa. [...] La miseria è grande e i poveri muoiono per la strada e allora [sic]come nessuno vuol pensare a seppellirli, poiché ogni funerale è una spesa enorme, il cadavere viene ricoperto da una scuoia tenuta a posto con quattro pietre agli angoli. Il vento poi la porta via e il cadavere finisce di andare da sé in putrefazione e molto spesso si fanno di questi poco graditi incontri, specialmente quando si va a cavallo.»
(Dal diario di Maria Pansa, Pechino 1890-’93, edito per i tipi della Franco Angeli con il titolo: In viaggio con una ambasciatrice, 1992, pp. 26-28).
Qui https://www.worldweatherattribution.org/ si cerca di attribuire un ruolo al riscaldameto globale rispetto ai fenomeni meteo più intensi. Interessante il fatto che nelle piogge romagnole di qualche settimana fa il suo ruolo sia considerato minimo.
RispondiEliminaPietro