venerdì 4 agosto 2023

Resto qui

 

Si sarebbe pensato che il Covid avrebbe rimesso al centro del Paese l’ospedale e la sanità pubblica. Manco per il cazzo, come dicono nella bassa Etruria. Il 31 luglio, con la mia brava impegnativa in mano, ho telefonato per prenotare una visita di controllo. Vista la situazione pensavo la visita mi sarebbe stata fissata a un anno. Mi sbagliavo: il 7 luglio 2025. Presso l’ambulatorio di un’altra città della stessa Ulss. E mi è anche andata bene, potevano mandarmi ad Asiago, lassù, tra le aquile, raggiungibile dopo un’infinità di tornanti. Ho confermato per luglio 2025, nel frattempo farò una visita privata. Quella è entro una settimana o due presso un “centro di medicina” privato e convenzionato.

Quando paghi sull’unghia, i medici diventano come gli avvocati. Disponibili e gentilissimi.

Tutto ciò accade in una delle estati del nostro scontento, quando mille pensieri si scontrano tra loro, sul tipo: qual è l’uso migliore del tempo? Ho un sacco di tempo. Non cerco niente, non spero niente, non voglio vedere nessuno, e poi quelli che vorrei incontrare sono, per lo più, morti o assenti. Sopravvive il gusto della lettura e l’atto dello scrivere. Metti mano a un libro della tua biblioteca ed è come se incontrassi, all’angolo di una strada, qualcuno che non vedi da venti o trent’anni. È lui? Guarda un po’ che cosa è diventato invecchiando! E io?

A ciò stavo pensando, ieri pomeriggio, in una chiesa affollata e sudata, durante il rito funebre di un mio cugino, molto più giovane di me, assassinato sulla strada mentre stava rincasando. Mi stavo anche proponendo, a un certo punto, di uscire dai ranghi compatti dei parenti per andare a schiaffeggiare il prete per quello che diceva: “Dio l’ha voluto a sé”. Non l’ho fatto, forse per mancanza di coraggio, più per non recare danno a una funzione così mesta e perché m’era preso uno sfinimento ostinato, insituabile, proliferante.

Avvertivo la necessità di divagare con la mente, ricordavo una frase di Robert Musil: “Credo che gli uomini, in un certo tempo, saranno molto intelligenti, altri mistici”. No, ogni volta molto più stupidi e disperati. Abbiamo visto dove ci hanno portato la scienza, i tempi moderni e il grasso sociale: alla bomba atomica, la prossimità dell’estinzione garantita, e, appunto, la stupidità come regola.

Anche per questa notte l’attesa è stata vana, l’Ufo non s’è fatto vedere. Resto qui.

14 commenti:

  1. Forse Musil si riferiva a quando l'umanità traghetterà nel comunismo.

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  2. Accidenti ragazza, stai messa male.
    Io non sto meglio di te.
    Ascolto musica e penso.
    Il fatto è che allo scorrere del tempo e alla stupidità umana non c'è rimedio.
    E sullo sfondo la grande domanda: ma che campiamo a fare ?
    Ciao cara

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  3. Nuovo mondo, vecchio mondo.

    http://www.leftcom.org/it/articles/2023-08-02/nuovo-mondo-vecchio-mondo?fbclid=IwAR36MIiHTMkh8oiih6_2NEl4RM3Md-l9VNsjcWz408Y2OfIbmxVYrsWAg6g

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    1. Sbaglio o li abbiamo già sperimentati i partiti internazionalisti cosiddetti comunisti? Veniamo da una sconfitta epocale, i cui effetti non si sono ancora dispiegati del tutto. Ad ogni modo, la liberazione dal lavoro salariato non procede attraverso i partiti internazionalisti (trotzkisti e no), che sanno bene come farsi élite, classe e Stato. Con ciò non sto negando la necessità dell’organizzazione dei movimenti di massa, tuttavia sarà la dinamica del processo storico stesso ad imporsi con le sue leggi e dunque a dirci man mano come muoverci. Sempre che non riusciamo a mandare a puttane tutto.

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    2. Grazie per il commento!
      Saluti!

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  4. Grazie per quello che scrivi!
    Se può essere di aiuto, ...ma non ho trovato una traduzione adeguata:
    Aber erweckten sie uns, die unendlich Toten, ein Gleichnis,
    siehe, sie zeigten vielleicht auf die Kätzchen der leeren
    Hasel, die hängenden, oder
    meinten den Regen, der fällt auf dunkles Erdreich im Frühjahr.
    Und wir, die an steigendes Glück
    denken, empfänden die Rührung,
    die uns beinah bestürzt,
    wenn ein Glückliches fällt.
    bonste

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  5. Che culo aver incontrato questo blog, per quello che scrivi e anche per i commenti dei frequentatori.

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  6. La prossima volta spero di nascere pianta, secondo Stefano Mancuso loro il comunismo lo praticano a nostra insaputa.
    E non mi si dica che loro, le piante, sono condannate alla statica compagnia dei soliti compagni: da umano mi sposto pochissimo e sono sempre circondato da molesti consimili.
    (Peppe)

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