martedì 8 agosto 2023

Ma anche no

 


Ho impiegato due mezze giornate di ricerche, pure con qualche affanno, facendomi anche aiutare, e però alla fine quel maledetto l’ho acchiappato e non mi sfugge più. Si era nascosto pensando di farla franca, di essere diventato invisibile. Sto parlando di Theodor Ludwig Wiesengrund. Cognome ebreo, “jude”, come si diceva allora e anche oggi in Germania. Perciò assunse, quando arrivò l’imbianchino coi baffetti, quello cristiano della madre: Adorno.

Non sono più molte le persone, immagino, a sapere chi fosse costui, e ancor meno ad averlo letto. Era, come si suole dire, una vita nel secolo: non un marxista, ma da quelle parti lì. Anche buon musicista e critico musicale. Scrisse, per stessa ammissione di Mann, una parte del Doctor Faustus. Omosessuale quanto basta, ma quello era affare suo privato finito poi in un “normale” matrimonio. Scoprì, a sua volta, che il capitalismo non ci vende le cose di cui abbiamo veramente bisogno. Non tutte, almeno.

Erano decenni che non ci si vedeva io e Theodor. Ieri l’altro cadeva l’anniversario della sua morte, perciò cercavo una sua celebre creatura: Minima Moralia. Che riemerge con qualche mio appuntino tra le sue pagine. L’incontro di allora non è segnato da particolare entusiasmo poiché le righe che gli dedico sono proprio scarne e mancano d’empatia.

In un tempo – il nostro – in cui la Storia è costantemente rifatta da personaggi rabbiosi e compiaciuti che confondono la loro ignoranza con certezze più o meno reazionarie o “rivoluzionarie”, non è inutile rileggere quanto scrisse un personaggio come Adorno. Cosa che mi propongo di fare nei prossimi giorni.

Quanto alle biblioteche domestiche, esse superano la memoria di chi piano piano le costruisce. Sono fatte di ricordi che sfuggono, sopraffatti dalle ombre della nostra stessa vita. Un libro rincorre l’altro, tutti finiscono per abitare la lontana foresta da cui proviene la loro carta stampata.

Dunque, se di foresta si tratta, quasi tutti quei miei schiavi sono fatti di carta scadente, di cellulosa. La carta fabbricata con gli stracci, la migliore, venne soppiantata dal materiale vegetale verso la metà dell’Ottocento. Per motivi economici, ovviamente. Che altro avviene a questo mondo se non per quei motivi così prosaici?

È passeggiandovi attorno, stanza dopo stanza, frugando ansiosamente tra gli scaffali, che il padrone di questo bosco esistenziale incontra i suoi schiavi. A volte stupendosi della presenza di qualcuno di loro, di cui non ricordava l’esistenza. Non hanno chiesto a nessuno, eppure stanno lì aspettando il ritorno di un loro momento magico. Alcuni senza il buon gusto di svanire.

Il fenomeno di questi ritrovamenti è più frequente quando svuoti e ricomponi una biblioteca che è nata, cresciuta e s’è presa il proprio agio di stare lì per qualche decennio. Diventa sedentaria e il tempo la invecchia. Quando incontri un libro ti chiedi: chi era lui per me quando l’ho portato a casa tanto tempo fa? Esistevamo davvero, io e lui? Come due sconosciuti che si riconoscono di nuovo. Ma anche no.

6 commenti:

  1. Ricordi. Tutti. "e il naufragar m'è dolce in questo mare"

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  2. Adorno nacque l’11 settembre 1903 e morì il 6 agosto 1969, sicché il 6 agosto scorso cadeva il 54° anniversario della morte, mentre il centenario della nascita cadrà il prossimo 11 settembre. Condivido, ad ogni modo, la perplessità e le riserve esposte da Olympe nei confronti di questo autore e, aggiungerei, del suo sozio Horkheimer. Entrambi hanno difeso, con un linguaggio accademico sofisticato, la linea della centrale imperialistica statunitense basata sull’equazione tra il comunismo e il fascismo, tacendo sul fatto che 27 milioni di sovietici hanno dato la loro vita per sconfiggere la macchina da guerra nazista nella seconda guerra mondiale. L’operazione che hanno compiuto è consistita nel sostituire alla critica marxiana dell’economia politica e alla teoria della lotta di classe una teoria critica di stampo idealistico del dominio, del potere e del pensiero identitario del tutto scissa dall’impegno politico pratico. In tal modo, quali novelli epigoni dell’antica sinistra hegeliana e della sua “critica critica”, essi hanno compiuto a ritroso il cammino dall’‘interpretazione’ alla ‘trasformazione del mondo’ indicato nell’undicesima “tesi su Feuerbach”. Della produzione di Adorno, a parte i “Minima moralia” ridotti ormai nella concreta fruizione degli ‘happy few’ ad una sorta di edificante galateo intellettuale per soggetti ‘radical-chic’, indicherei come ancora meritevole di attenzione la chiara ed istruttiva “Terminologia filosofica”.

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  3. Bel post, che mi spiace di inquinare con fatuità. Però non è facile trovare interlocutori su Adorno, e quindi, egoisticamente, ne approfitto.
    Nella mia bibliotechina l'argomento più ricorrente è la musica. Posseggo (non dico di aver letto interamente) un numero ragguardevole di saggi di argomento musicale. È giocoforza che in mezzo ci sia roba di Adorno. Il trattamento che gli ho riservato è lo speedreading, ossia la scorsa veloce alla ricerca del senso generale. So che molte persone istruite e intelligenti hanno scritto cose profonde su Adorno, ma io dico che è semplicemente un micidiale scassapalle.

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