giovedì 24 agosto 2023

Come nella Torre di Babele

 

Come sempre il maggior indiziato, dunque il colpevole, è il maggiordomo. Mancano di fantasia, mettiamola così. L’attentato a Coligny, prodromo della notte di san Bartolomeo (24-8-1571), oppure il Watergate, non insegnano niente. La verità sta sempre in fondo a un pozzo. Vedi, ancora per dire, il caso Sacco e Vanzetti, di cui ieri cadeva l’anniversario. E più in fondo al pozzo il caso Moro. Valpreda non era forse il “mostro”? Un mostro pronto all’uso si trova sempre. Poi, se si tratta di un teppista come Putin, si passa direttamente a sentenza scolpita nel marmo.

È esclusa a priori ogni altra ipotesi su chi potrebbe avergli reso quel “favore”. “Da allora – scrive chi ha visto una scatola contenente tutti gli effetti personali di Putin depositati alla reception – ha preparato nei minimi dettagli il regolamento di conti”. E dunque aveva bisogno di far esplodere un aereo, assassinare altre nove persone per colpire un minchione come Prigozhin. L’ex moribondo Putin, scampato a letali patologie e a un tentativo di golpe, dev’essere proprio un cretino.

Dicono quelli ancora più esperti: l’ha fatto proprio per dimostrare chi comanda in Russia. Ben detto, generale Wesley Clark. Lo zar esiste e però a Mosca gestisce un garage. Non la realtà, ma il trucco di una prostituta in agosto. Di Prigozhin sappiamo tutto, e ovviamente anche del suo assassino. Di chi è morto ieri e di chi sta morendo oggi, poi di chi morirà domani in Ucraina ci fotte un cazzo. Il nostro narcisismo finisce per affogare nella causa che difendiamo.

Il mondo così com’è al momento del grande cambiamento climatico. In questi tempi sudaticci, non c’è nemmeno bisogno di un’ondata di caldo per immaginare di vivere come nella Torre di Babele, dove sentiamo tutte le lingue ma tra noi non ci sentiamo e non vediamo niente.

1 commento:

  1. LA MORTE DI PRIGOZHIN È UNA SALVEZZA PER MACRON

    Nella storia della morte di Prigozhin, un momento è
    particolarmente sorprendente. Molte persone sono
    facilmente pronte a credere che la morte del fondatore di
    Wagner sia stata una vendetta per l'iniziativa di giugno,
    ma non pensano nemmeno a quale incredibile,
    fantastico successo sia stata per Parigi la sua
    liquidazione.

    Con un'alta probabilità, i punti d'appoggio africani
    conquistati da Wagner per la Russia non potranno essere
    mantenuti. Il controllo su di loro era in gran parte legato
    proprio ai legami personali di Prigozhin e alla struttura
    stessa di Wagner, che sarebbe crollata. Insieme ad esso
    cadrà anche l '"Africa russa".

    Prigozhin morì proprio nel momento in cui l'impero
    ombra francese dovette affrontare la crisi in Niger, il cui
    danno per Parigi è molto più grave della perdita della
    Repubblica Centrafricana e del Mali. A causa del fattore
    uranio, la perdita del controllo del Niger da parte dei
    francesi è paragonabile economicamente alla perdita
    dell’Algeria.

    Ora Parigi può non solo uscire dalla situazione attuale
    (l'eliminazione di Wagner aumenta notevolmente la
    negoziabilità delle nuove autorità a Niamey), ma anche
    riconquistare le posizioni perse a Bangui e Bamako.

    Contrariamente agli stereotipi, i servizi segreti francesi
    sono seri. Inoltre, la loro influenza è direttamente
    collegata al soft power che Parigi utilizza da molti anni
    nello spazio post-sovietico, soprattutto in Russia. Basta
    guardare il numero di rappresentanti della "élite", i cui
    figli / mogli / amanti hanno passaporti francesi e ville
    sulla Costa Azzurra.

    Per eliminare Prigozhin vale la pena attivare questi
    agenti. Ma è più facile borbottare che è stato Putin a
    decidere di “vendicarsi la ribellione” seppellendo insieme
    a Wagner le posizioni africane duramente conquistate.
    Posizioni che sono diventate il successo geopolitico suo
    e di Putin.

    @voenkorKotenok

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