Come sempre il maggior indiziato, dunque il colpevole, è il maggiordomo. Mancano di fantasia, mettiamola così. L’attentato a Coligny, prodromo della notte di san Bartolomeo (24-8-1571), oppure il Watergate, non insegnano niente. La verità sta sempre in fondo a un pozzo. Vedi, ancora per dire, il caso Sacco e Vanzetti, di cui ieri cadeva l’anniversario. E più in fondo al pozzo il caso Moro. Valpreda non era forse il “mostro”? Un mostro pronto all’uso si trova sempre. Poi, se si tratta di un teppista come Putin, si passa direttamente a sentenza scolpita nel marmo.
È esclusa a priori ogni altra ipotesi su chi potrebbe avergli reso quel “favore”. “Da allora – scrive chi ha visto una scatola contenente tutti gli effetti personali di Putin depositati alla reception – ha preparato nei minimi dettagli il regolamento di conti”. E dunque aveva bisogno di far esplodere un aereo, assassinare altre nove persone per colpire un minchione come Prigozhin. L’ex moribondo Putin, scampato a letali patologie e a un tentativo di golpe, dev’essere proprio un cretino.
Dicono quelli ancora più esperti: l’ha fatto proprio per dimostrare chi comanda in Russia. Ben detto, generale Wesley Clark. Lo zar esiste e però a Mosca gestisce un garage. Non la realtà, ma il trucco di una prostituta in agosto. Di Prigozhin sappiamo tutto, e ovviamente anche del suo assassino. Di chi è morto ieri e di chi sta morendo oggi, poi di chi morirà domani in Ucraina ci fotte un cazzo. Il nostro narcisismo finisce per affogare nella causa che difendiamo.
Il mondo così com’è al momento del grande cambiamento climatico. In questi tempi sudaticci, non c’è nemmeno bisogno di un’ondata di caldo per immaginare di vivere come nella Torre di Babele, dove sentiamo tutte le lingue ma tra noi non ci sentiamo e non vediamo niente.
LA MORTE DI PRIGOZHIN È UNA SALVEZZA PER MACRON
RispondiEliminaNella storia della morte di Prigozhin, un momento è
particolarmente sorprendente. Molte persone sono
facilmente pronte a credere che la morte del fondatore di
Wagner sia stata una vendetta per l'iniziativa di giugno,
ma non pensano nemmeno a quale incredibile,
fantastico successo sia stata per Parigi la sua
liquidazione.
Con un'alta probabilità, i punti d'appoggio africani
conquistati da Wagner per la Russia non potranno essere
mantenuti. Il controllo su di loro era in gran parte legato
proprio ai legami personali di Prigozhin e alla struttura
stessa di Wagner, che sarebbe crollata. Insieme ad esso
cadrà anche l '"Africa russa".
Prigozhin morì proprio nel momento in cui l'impero
ombra francese dovette affrontare la crisi in Niger, il cui
danno per Parigi è molto più grave della perdita della
Repubblica Centrafricana e del Mali. A causa del fattore
uranio, la perdita del controllo del Niger da parte dei
francesi è paragonabile economicamente alla perdita
dell’Algeria.
Ora Parigi può non solo uscire dalla situazione attuale
(l'eliminazione di Wagner aumenta notevolmente la
negoziabilità delle nuove autorità a Niamey), ma anche
riconquistare le posizioni perse a Bangui e Bamako.
Contrariamente agli stereotipi, i servizi segreti francesi
sono seri. Inoltre, la loro influenza è direttamente
collegata al soft power che Parigi utilizza da molti anni
nello spazio post-sovietico, soprattutto in Russia. Basta
guardare il numero di rappresentanti della "élite", i cui
figli / mogli / amanti hanno passaporti francesi e ville
sulla Costa Azzurra.
Per eliminare Prigozhin vale la pena attivare questi
agenti. Ma è più facile borbottare che è stato Putin a
decidere di “vendicarsi la ribellione” seppellendo insieme
a Wagner le posizioni africane duramente conquistate.
Posizioni che sono diventate il successo geopolitico suo
e di Putin.
@voenkorKotenok