Siamo in un film di Alberto Sordi

Bisognerà ricordarsi di questa teppa qui. Un giorno non si potrà dire: “Non sapevo”, oppure “Non credevo”, “non pensavo che ...”. Che cosa credevate, che cosa pensavate, che cosa non sapevate? L’interrogativo è pleonastico, che risposta puoi aspettarti da un Paese prevalentemente di debosciati e semianalfabeti, ammiratori di furbi ignoranti che sanno Dante a memoria, che ascolta un rapper ecumenico che “pensa positivo” contro ogni evidenza planetaria, da una destra fascista e da una sinistra (sedicente) alla canna del gas?

Ogni partito politico e ogni organo di informazione sta vomitando menzogne per giustificare questa esplosione di militarismo, sostenendo che l’imperativo morale è difendere la democrazia ucraina e l’intero continente dall’aggressione russa e, cosa ancora più assurda, dall’invasione.

Stanno scrivendo un loro Mein Kampf. In un discorso televisivo alla nazione, Macron ha dichiarato che “la pace non può più essere garantita nel nostro continente. [...] La Russia è diventata e rimarrà una minaccia per la Francia e l’Europa”. La corsa alle armi è una corsa alla guerra. Chi non vi si oppone è complice.

Il conflitto in Ucraina è stato preparato da una campagna congiunta di destabilizzazione europea e americana, questo è nei fatti. Tra un po’ sarà considerato illegale anche poterlo affermare. Un’idea oggi ritenuta “esagerata” e “impossibile”, anni dopo tale idea ti si ripresenterà sotto forma di realtà quotidiana, non solo non ti sembrerà più assurda, malsana e impossibile, ma non ti renderai nemmeno conto di quanto la tua idea di democrazia sia andata a puttane.

Qualunque idea ci siamo fatti del covid-19 (ripeto: qualunque, di là di ogni querelle), ebbene nei fatti l’esperimento è pienamente riuscito. I camion militari che trasportano le bare, come se non esistessero centinaia di società private di trasporto. Eccetera. Abbiamo accettato passivamente il confinamento da pandemenza; questa è la prossima opportunità per un futuro ancora più “sicuro”! Tutto si può fare in nome della “sicurezza”. Anche liberare un torturatore omicida e riaccompagnarlo a casa con un aereo di Stato e tante scuse.