Il vertice della coalizione dei volenterosi, come l’ha chiamato Emmanuel Macron, è durato circa tre ore all’Eliseo. Questo vertice è stato una scorreggia in faccia all’ONU, che a questo punto davvero non si sa perché continui ad esistere con la sua Carta. Siamo in trepidante attesa di conoscere chi partirà per il fronte russo-ucraino. Al momento si sa solo che si vuole andare avanti con le sanzioni. Quanto al resto ci sarà un nulla di fatto.
Domanda sulla difesa europea: per difendere che cosa? Questa domanda ne porta un’altra: con chi? Tutto fa pensare che ci stiamo muovendo verso una cooperazione militare simile a quella della NATO, poiché è questa struttura che si sta sostituendo, il cui pilastro principale, gli Stati Uniti, si è trasformato in un alleato di merda. Una nuova “alleanza”, composta dagli Stati membri dell’UE, ma non tutti e non solo. Saranno presenti anche Canada, Norvegia e Regno Unito, già membri della NATO, il che fa piacere a tutti, perché più carne da cannone c’è, più bella è la guerra.
La patriota Meloni Giorgia i soldati italiani ce li manderebbe di corsa, come già fece il suo idolo nel 1941, se non fosse frenata dal fatto che in tal caso le salterebbe la maggioranza di governo.
Invece il presidente croato Zoran Milanovic ha parlato chiaro: «L’esercito croato non andrà in missione e uno dei motivi è che questa missione non avrà mai luogo, con o senza la Croazia, perché non sono state soddisfatte le condizioni di base: un accordo di pace e il consenso dell’altra parte, che purtroppo è la Russia».
La Russia è “categoricamente contraria” allo spiegamento di qualsiasi forma di contingente militare proveniente da paesi alleati dell’Ucraina, ha dichiarato giovedì ai giornalisti la portavoce del ministero degli Esteri russo, mettendo in guardia dal rischio di uno “scontro diretto” tra Mosca e la NATO se le forze di peacekeeping europee saranno schierate in Ucraina.
Un Paese in lizza per il peacekeeping potrebbe essere la Turchia, ma sta scatenando qualche vespaio, soprattutto da parte greca.
Sulla carta avrebbe senso. La Turchia è membro dell’Alleanza Atlantica dal 1952 e la sua posizione è strategica: è un ponte tra l’Europa e il complicato Oriente, inoltre si affaccia sul Mar Nero e quasi confina con la Russia. Ha un esercito potente, il secondo più grande della NATO, con 350.000 effettivi, sempre sul piede di guerra, a causa della caccia al curdo, con un’industria degli armamenti che può essere descritta come molto dinamica.
La Turchia è più di una semplice candidata: “È inconcepibile garantire la sicurezza europea senza la Turchia”, ha insistito Erdogan. Quindi non c’è dubbio che non può restare ai bordi della strada. E se, allo stesso tempo, si potesse tornare a parlare di unione doganale con l’UE e di visti Schengen per i turchi, il Pascià di Ankara ne sarebbe felicissimo. Molto meno felici i padroni di Repubblica e i camerieri che vi prendono lo stipendio. La cosa non si concilia con il loro beniamino, Ekrem Imamoglu. Che tempi!
IL SOCIALISMO È FINALMENTE REALIZZABILE
RispondiEliminaIl sistema capitalistico fatica a reggere il proprio peso, tra crescita del debito globale, sviluppo dei sistemi di IA, polarizzazione dei redditi, costi energetici, ecc.
Le forze produttive, però, renderebbero realizzabile fin da subito una pianificazione generale della società. Ad applicare la cibernetica all'economia ci avevano già pensato alcuni scienziati russi, e il governo cileno guidato da Allende con il progetto Cybersyn. Quest'ultimo era un sistema gestionale della produzione (Stafford Beer), finalizzato a coordinare l'attività del governo con quella delle fabbriche nazionalizzate. I cibernetici russi degli anni 60', menzionati da Nick Dyer-Witheford nell'articolo "Red Plenty Platforms", miravano a costruire un'infrastruttura informatica atta a svolgere rapidamente i milioni di calcoli richiesti dal Gosplan, il Consiglio di Stato per la Pianificazione, che supervisionava i piani economici quinquennali. La burocrazia sovietica vide come fumo negli occhi tali progetti, che peraltro avrebbero messo in discussione il suo potere, e non li supportò. L'umanità è andata vicina alla progettazione di un sistema sociale cibernetico in un contesto capitalistico ancora immaturo come quello russo degli anni '60; oggi, con il capitalismo che ha messo sensori e attuatori ovunque rendendo "intelligente" il sistema, essa è finalmente pronta a fare il salto verso "un futuro di abbondanza rossa". In Europa esistono gruppi di ricerca che si richiamano a quegli esperimenti e affrontano il problema della pianificazione sociale partendo da un approccio cibernetico. Secondo questi studiosi, il comunismo non è riuscito ad imporsi negli anni '20 a causa del mancato sviluppo delle forze produttive; oggigiorno tale limite sarebbe stato superato e perciò il socialismo sarebbe finalmente realizzabile.
https://www.quinternalab.org/teleriunioni/2025/marzo-2025/925-accelerazionismo-e-forze-storiche?fbclid=IwY2xjawJSPV5leHRuA2FlbQIxMQABHTDAE-LOdN6x
UNICA SOLUZIONE? IL SOCIALISMO!
RispondiEliminaEsplosioni sociali si verificano ovunque nel mondo. Le recenti manifestazioni in Serbia, Grecia e Macedonia avvengono a causa del malfunzionamento dell'attuale forma sociale. Che sia la caduta di una pensilina in una stazione, un incidente ferroviario o l'incendio di una discoteca, questo sistema non è in grado di applicare in ambito sociale la stessa razionalità che impiega per fare funzionare una fabbrica.
A proposito di industria, se nel 2004 ci voleva un anno intero per aumentare di 1 gigawatt la capacità di energia solare a livello mondiale, ora basta un solo giorno. Buona parte di questa crescita è guidata dalla Cina, che nel 2023 rappresentava circa il 43% della capacità installata cumulativa a livello mondiale. Nonostante ciò, l'energia prodotta non basta, perciò Pechino sta costruendo nuovi reattori nucleari. Nel saggio Il capitale nell'antropocene di Saito Kohei si parla dei limiti dello sviluppo, di cambiamento climatico, e si individua in Marx uno dei primi pensatori "ecologisti", avendo egli parlato di "frattura metabolica" prodotta dal capitalismo. Questo sistema è altamente dissipativo e, di fronte alla catastrofe in corso, cresce anche nell'ambiente accademico il numero di coloro che sostengono che l'unica soluzione sia il socialismo. Le capitolazioni ideologiche della borghesia di fronte al marxismo sono il prodotto di potenti spinte materiali.
https://www.quinternalab.org/teleriunioni/2025/marzo-2025/926-accumuli-e-catastrofi?fbclid=IwY2xjawJSRqhleHRuA2FlbQIxMQABHaJ8MvOPlOJxQM5C18D_IzituS7FOcU4fW6qhjSvsxWhssNOhoKaOCxUqA_aem_6UInaNX6HHxRVCeZlzNkwA
forze occidentali, anche italiane, potrebbero venire schierate in Ucraina nel caso in cui vi siano sollevamenti popolari contro stato ucraino. E qualcuno evidentemente già li teme
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