martedì 25 marzo 2025

Sanno come farsi servire il tè

 

Un tempo la società funzionava in modo semplice: i poveri e i ricchi vivevano su due pianeti separati. La plebe non poteva aspirare di possedere le stesse cose dei nobili. Oggi la disuguaglianza della ricchezza non protegge più i ricchi dai poveri come un tempo. Nonostante tutti gli sforzi dei dominanti nelle cosiddette società opulente i poveri non sono più totalmente indigenti.

Poiché la maggior parte dei bisogni primari è stata soddisfatta, restano solo gli oggetti inutili che devono essere resi indispensabili, altrimenti il sistema economico non potrebbe durare un giorno di più. La vera difficoltà sta nell’introdurre costantemente nuovi elementi di distinzione sociale nel sistema. Come si può garantire che la stratificazione sociale continui?

Producendo e vendendo merci che hanno un solo obiettivo: produrre identità, offrire la possibilità di distinguersi dalle altre classi sociali. Un lavoro infinitamente più complesso di quanto sembri: oggi per distinguerti, per essere fashion, devi vestirti di stracci autentici, pescare nell’arsenale lessicale anglosassone e dedicarti al greenwashing. Che tradotto significa produrre abiti a basso costo e di bassa qualità realizzati da schiavi che possono lavorare fino a 75 ore a settimana, per poi spedirli per via aerea ai clienti occidentali, dove vengono venduti a meno di dieci euro. Consumare vestiti per una manciata di euro, indossarli – o no – buttarli via, comprarne altri.

Se lo scopo fosse acquistare meno cose nuove e più cose usate, andrebbe bene. Ma lo scopo è alimentare i profitti dell’assurda industria del consumo ultra veloce, con tanti saluti ai sognatori della transizione ecologica che amano andare a sciare e prendere l’aereo per lo shopping.

Possiamo scegliere tra hard discount e le gastronomie di nicchia (purtroppo il caviale ha ancora l’IVA al 22%, ma verrà giustizia), tra il mercatino e la boutique, scegliere tra una moltitudine di marchi. Scegliere per modo di dire, poiché si sceglie secondo il proprio portafoglio e spesso in base alla propria capacità d’indebitamento. Un motivo per rendere florido anche il mercato del taroccato, come sanno quelli che regalano borse griffate.

In realtà non è cambiato nulla: loro sono tutto e noi non siamo niente, eterni bambini grandi sotto tutela. Il denaro come sempre produce di per sé una effettiva segregazione sociale, che va ben di là di certi consumi. Basta vedere dove abitano i ricchi e dove abitano gli altri, quali scuole frequentano i loro figli (meritevoli a prescindere), l’accesso a una sanità di qualità e senza estenuanti liste d’attesa, per non parlare di vacanze e svaghi esclusivi, soprattutto sanno come farsi servire il tè. Dobbiamo ringraziare pensando a quei poveri russi e cinesi per come se la passano male.

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