martedì 11 marzo 2025

Moriremo per l’Ucraina, per Ursula e per Macron?

 

Mentre l’Europa si riarma massicciamente, i movimenti pacifisti che hanno segnato i giorni migliori del dopoguerra sembrano essere scomparsi. Allo stesso tempo, un presidente statunitense si presenta come il nuovo pacificatore mondiale, progettando però campi da golf a Gaza. Difficile credere fino in fondo a un pacifismo statunitense diventato patriottico e di estrema destra.

Lo scorso luglio, mentre era ancora nel mezzo della campagna presidenziale, Trump dichiarò: “Come prossimo presidente degli Stati Uniti, porterò la pace nel mondo e porrò fine alla guerra che è costata così tante vite”. Dopo la sua elezione il presidente svolge di fatto il ruolo di intermediario per un accordo che mira a porre fine al conflitto russo-ucraino.

Trump, bisogna riconoscerlo, è l’unico in grado di porre fine a tre anni di guerra senza speranza, posto che sono gli Stati Uniti a detenere la più larga fetta del monopolio delle armi e posto anche che la Ue è latitante da molto più tempo e anzi vuole rilanciare. Una Ue largamente reazionaria governata non si sa bene da chi dietro le quinte, sempre prodiga all’invio di armi all’Ucraina, considerata vittima di una pura e semplice invasione.

Riuscirà Trump a raggiungere la pace, o moriremo per l’Ucraina, per Ursula e per Macron? Chi può dirlo se troppe cose segrete non sappiamo. Forse sarà raggiunta una tregua e poi una pace sulla carta, ma c’è da dubitare anche di questo. Tuttavia non ci potrà essere vera pace dopo ciò che è successo negli ultimi lustri. I fascisti ucraini non accetteranno mai la loro sconfitta. Un fascismo che credevamo sepolto, ma che risorge a ogni crisi del sistema dei rapporti sociali e internazionali capitalistici.

A livello popolare esiste un’opposizione di fondo al riarmo e alla guerra, ma dove s’è nascosta? Prevale ancora l’indifferenza, i giovani non hanno vissuto l’esperienza del servizio militare e tantomeno della guerra, quindi in genere non si sentono coinvolti e c’è anche chi ha nostalgia della naja obbligatoria per tutti. I confini tra irreale e reale, tra vero e falso, sono sempre più labili fino a diventare irriconoscibili.

Siamo lontani, molto lontani, dai primi movimenti pacifisti dell’inizio del XX secolo, nati proprio in risposta all’ascesa del nazionalismo europeo. Volevano combattere contro ogni discorso di guerra, per il sostegno umanitario contro i danni del militarismo e, incredibile, proponevano il socialismo. Ora finirebbero per essere considerati “traditori” proprio da coloro che si riempiono la bocca di riarmo citando Ventotene (ma l’hanno letto quel manifesto?).

1 commento:

  1. Tranquilli, c è Giuseppe Conte, che, pur esprimendo una posizione critica nei confronti del riarmo e della guerra, (ora) ha tuttavia fatto parte di un governo che ha
    sostenuto l’invio di armi in Ucraina e ha approvato l’acquisto di nuovi aerei F-35.
    Il problema non è lui, ma l'esercito di abbindolati che credono in lui, e che a sentir loro, questo esercito di gabbati, è la nostra unica e solo speranza di mettere fine a questa paurosa escalation.
    Amen!

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