Com’è noto, solo per caso Adolf non portò il nome Schicklgruber. Quel cognome era della nonna paterna, Maria Anna Schicklgruber, il cui figlio illegittimo, Aloys, diventerà il padre di Adolf. In seguito, la madre di Aloys sposò il mugnaio Johann Georg Hiedler. Aloys Hiedler, all’età di 39 anni, chiese e ottenne di mutare il proprio cognome da Schicklgruber in Hiedler. Il parroco, nell’annotare la modificazione e poi trasmetterla alle autorità civili, trascrisse Hitler invece di Hiedler. Non è noto il motivo.
Se il figlio di Aloys, Adolf, si fosse portato dietro il cognome originale del padre, Schicklgruber, non ci sarebbe stata storia: in tedesco Senkgrube significa “scavatore di pozzi neri”. Poteva dominare la Germania e l’Europa con quel cognome? Lasciatemi ridere! Ma non c’era più niente da ridere da quando non portò più il cognome della madre di suo padre.
Dunque, potrei essere anche favorevole alla proposta avanzata da Dario Franceschini, tuttavia mi guarderei bene dal mettere mano ai cognomi, si sa mai che poi succedano dei grossi casini. Inoltre, se è vero che l’attribuzione del cognome della sola linea parentale paterna oscura unilateralmente il rapporto genitoriale con la madre, è anche vero che accogliendo la proposta Franceschini, accadrebbe l’oscuramento contrario.
L’illustre collega blogger Mario Seminerio, propone invece una cosa di buon senso, ovvero “che ognuno prende il caxxo di cognome che preferisce, giunto alla maggiore età”. Insomma, far diventare un interesse soggettivo quello che ad oggi è solo un interesse legittimo che va validato del Prefetto caso per caso. Sennonché il blogger non ha preso in considerazione le serie questioni burocratiche (e non solo) che deriverebbero se molte persone decidessero di mutare cognome a 18 anni.
Per esempio, subito dopo la nascita del proprio figlio, i genitori, per poter ricevere la tessera sanitaria a casa, devono presentare la dichiarazione di nascita al comune di residenza, che attribuisce al neonato il codice fiscale, utilizzando un sistema informatico collegato con la l’anagrafe tributaria. Problema questo risolvibile, me ve ne sono altri. Temo che l’ostacolo più grosso sarebbe rappresentato dal Vaticano, ovvero dei parroci, i quali sarebbero costretti al diuturno lavoro di aggiornamento dei registri parrocchiali. Già me li vedo chiedere un arrotondamento dell’otto per mille, verso l’uno per cento.
Infine, e non mi sembra secondario, va tenuto presente che con la sentenza n. 131 della Corte Costituzionale del 27 aprile 2022, è stata dichiarata l’incostituzionalità di tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre. Per cui è possibile attribuire il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, “salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.
Questa è la soluzione migliore, sennonché l’Alta Corte ha demandato al legislatore di regolare tutti gli aspetti connessi alla sentenza: “Aspetta e spera che l’ora s’avvicina, noi ti daremo un’altra legge e un nuovo Re”.
Cambiare il codice fiscale è una rottura mica da poco. È capitato a molti mestrini da me conosciuti, che erano nati prima del 1926. In quell'anno, Mestre non ha fatto più comune, ma è diventata parte del comune di Venezia. Erronamente, fu attribuito a quei vecchi mestrini il codice di Venezia. Poi qualche burocrate se ne accorse, e glielo cambiarono in quello di Mestre. E qui cominciò un calvario, perché, ogni volta che in un atto saltava fuori il vecchio codice, erano cazzi amari. Pensa cambiare il cognome a diciotto anni per uno sfizio: autolesionismo puro.
RispondiEliminaMa infatti.
EliminaCerto che con tutti i problemi che i lavoratori dipendenti hanno in questo periodo occuparsi di queste faccende e distinguersi dagli altri _solo_ per queste è un bel modo per farsi mandare a stendere.
RispondiElimina😄
Elimina