lunedì 3 marzo 2025

Il disordine mondiale nell’era nucleare

 

La ricca borghesia americana sostiene apertamente o sottotraccia la politica interna di Trump, mentre invece una parte di essa osteggia gli sforzi di Trump per riorientare la politica estera statunitense. Crede che abbandonare il conflitto con la Russia e indebolire/smantellare la NATO sarebbe catastrofico per l’influenza globale americana e avrebbe un impatto diretto sul dominio dell’imperialismo americano.

Sul piano ideologico, ogni amministrazione americana punta il dito ammonitore riguardo i “diritti umani”, quando storicamente sono gli stessi Stati Uniti ad avere in casa non pochi di quei problemi. È una visione universalistica del proprio ruolo storico (“destino manifesto”), che crede coincida con gli interessi generali dell’umanità.

Nello specifico, si sostiene che l’aggredito è l’Ucraina e l’aggressore la Russia. Le menti più convenzionali sono abituate a ragionare su fatti isolati e non secondo schemi generali in cui si riflette un disegno complessivo. I fatti nudi e crudi non hanno significato se non si tiene conto delle loro più generali implicazioni.

La possibilità che l’Ucraina entrasse nella Nato, questo fatto di per sé stesso, indipendentemente dalle intenzioni buone o cattive di Washington e dei suoi alleati, avrebbe rappresentato una minaccia oggettiva per la Russia, incompatibile con la sua sicurezza.

C’è una omologia storica perfetta, quella con i missili sovietici installati a Cuba e la relativa minaccia di guerra della Casa Bianca se tali missili non fossero stati rimossi. Non se ne tiene conto.

Quanto a inviare unilateralmente truppe di “interdizione” laddove è in corso una guerra, dire che vi sarà un mese di tregua e altre baggianate del genere, è pura millanteria. «Stiamo cercando di far sì che le cose accadano», ha affermato Macron. E accadranno, inevitabilmente, per soddisfare l’egolatria di personaggi simili.

Bisogna dare atto a Giorgia Meloni, per quanto possa dispiacere, di essere contraria all’invio di truppe perché ciò favorirebbe un’escalation. Ma Meloni oltre a ciò non va, lo volesse oppure no. L’ammonimento di Macron a tale proposito è stato chiaro: «È necessario che l’Italia sia al nostro fianco, che intraprenda questo cammino seguendo le orme di Mario Draghi». I cosiddetti partner europei impiegherebbero un niente a scatenare una tempesta finanziaria sul nostro debito pubblico. Non c’è possibilità di avere voce in capitolo quando a decidere sono Francia e Inghilterra oppure la Germania. Su qualunque dossier.

Purtroppo ancora nel XXI secolo prevale una concezione dell’ordine mondiale che considera gli affari internazionali un’inevitabile lotta per la superiorità strategica. Ciò che non può non preoccupare è la minaccia costituita dalle armi di distruzione di massa e le nuove tecnologie militari. Solo degli stolti possono trascurare il fatto che ciò segna una cesura fondamentale rispetto ai conflitti bellici del passato.

Nei periodi precedenti, le guerre comportavano un calcolo implicito: i benefici della vittoria ne superavano i costi, e il più debole combatteva per imporre al più forte dei costi tali da alterare questa equazione. Gli svantaggi del conflitto militare erano considerati inferiori a quelli della sconfitta. L’era nucleare e delle nuove tecnologie militari si basa su armi il cui uso impone costi sproporzionati rispetto a qualunque concepibile beneficio.

La tecnologia non solo è diventata padrona della nostra vita quotidiana, ma ha anche creato un mondo senza confini né ordine. Oggi non possiamo farci illusioni sul potenziale distruttivo che può scatenarsi in un conflitto tra potenze nucleari. Un simile conflitto è destinato a diventare inevitabilmente una guerra di annientamento su scala globale.


1 commento:

  1. https://www.youtube.com/watch?v=HKulTm82jRA&ab_channel=Digitechmedia

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