venerdì 21 marzo 2025

Un dettaglio della storia

Mentre ci trastulliamo con immagini esotiche di Ventotene, il criminale di guerra Benjamin Netanyahu ha ordinato alle forze di occupazione israeliane (IDF) di riprendere il bombardamento di Gaza in una rinnovata offensiva mirata allo sterminio sistematico della popolazione palestinese.

Il fatto che se ne parli poco o non se ne parli affatto è perché quella tragedia non fa più spettacolo. Itamar Ben-Gvir, leader di estrema destra del Jewish Power ed ex ministro della sicurezza nazionale, è rientrato nel governo di coalizione di Netanyahu dopo essersi dimesso per protesta contro il cessate il fuoco di gennaio. Ciò garantisce il passaggio regolare del bilancio, osteggiato da alcuni partner ultra-ortodossi di Netanyahu, in una votazione chiave alla fine di questo mese che altrimenti avrebbe precipitato le elezioni anticipate.

La continuazione dello sterminio ha anche questa motivazione. La Conferenza di Wannsee ha insegnato molto. Circa 40.000 israeliani in piazza Habima a Tel Aviv per una delle più grandi manifestazioni degli ultimi mesi. Non era incentrata sulla ripresa del genocidio, ma era stata pianificata in precedenza per opporsi al piano di Netanyahu di licenziare il capo della sicurezza interna dello Shin Bet, Ronen Bar.

Le proteste sono guidate da individui e tendenze non meno impegnati di Netanyahu nel progetto sionista di espansione di Israele a spese dei palestinesi. Non hanno nulla da dire sul blocco totale dell’enclave da parte di Netanyahu, che impedisce l’ingresso di cibo, carburante e medicinali e interrompe la fornitura di elettricità a Gaza, iniziato all’inizio di questo mese. Non hanno rilasciato dichiarazioni contrarie alla ripresa della strage. Sono tutti complici dei crimini di di Netanyahu.

Il loro timore è che la svolta verso una dittatura aperta e il dominio delle forze religiose sulla vita quotidiana possano mettere a repentaglio gli interessi dell’élite professionale, industriale e finanziaria di Israele. In sostanza, la differenza tra le due ali della borghesia israeliana, quella governativa e quella dell’opposizione, si basa su quale fazione sia più adatta a difendere il sionismo. È la stessa cosa dappertutto, una guerra tra fazioni borghesi. Compresa l’Italia, dove la borghesia “progressista” si sente europeista anzitutto a difesa degli interessi della rendita finanziaria, mentre l’altra fazione, “conservatrice” e fascista, pensa che sia in chiave nazionalista la miglior difesa degli interessi corporativi e di classe.

Invitati da Netanyahu a una conferenza sull’antisemitismo, i leader populisti e ultraconservatori di tutto il mondo si incontreranno in Israele alla fine del mese. L’idea è quella di “riunire rappresentanti del governo, editorialisti israeliani e stranieri, associazioni attive sul territorio, rappresentanti delle comunità ebraiche, ma anche ricercatori, accademici e studenti, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle realtà che gli ebrei devono affrontare in Israele e altrove dal 7 ottobre”. Il casting ci dice tutto.

A cominciare dal presidente argentino Javier Milei, dai francesi Jordan Bardella e Marion Maréchal (si danno da fare per scrollarsi di dosso l’antisemitismo di Jean-Marie Le Pen), accompagnati, tra gli altri, da Charlie Weimers, politico svedese, eurodeputato del Partito Democratico, organizzazione nazionalista. Quindi Kinga Gàl, deputata ungherese vicina a Viktor Orbàn, e Stebastiaan Stoteler, politico olandese di estrema destra, membro del Partito per la Libertà. Quest’ultimo fa parte del gruppo Patrioti per l’Europa, fondato in seguito alle elezioni europee del giugno 2024 su iniziativa di Viktor Orbàn e presieduto da Jordan Bardella.

È stato invitato anche Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska, un’entità a maggioranza serba in Bosnia, su cui pende un mandato di arresto per attentato all’ordine costituzionale. Da parte degli Stati Uniti, interverrà l’ex ambasciatore in Israele David Friedman, in carica dal 2017 al 2021 sotto la presidenza di Trump. Questo ebreo ortodosso è favorevole agli insediamenti in Cisgiordania e responsabile degli investimenti di Trump nel settore dei casinò.

Sono stati invitati anche diversi personaggi dei media noti per il loro sostegno a Israele, tra i quali vi sono anche degli italiani (non posso fare i loro nomi fino al 26-27 marzo). Tra i temi che saranno trattati da questo consesso di fascistoidi, spicca questo: “Come il progressismo è caduto prigioniero dell’antisemitismo”. È stata organizzata anche una tavola rotonda dal titolo “Il legame giudeo-cristiano - Combattere insieme”. Vale la pena notare che uno degli ospiti in Israele, lo spagnolo Hermann Tertsch, è figlio del diplomatico nazista Ekkehard Tertsch. Un dettaglio della storia, senza dubbio. 

2 commenti:

  1. https://www.officinadeisaperi.it/materiali/il-desiderio-suprematista-nella-guerra-di-sterminio-da-il-manifesto/

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  2. Il vittimismo è un tratto distintivo del fascismo.
    Pietro

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