mercoledì 2 febbraio 2011

L'internazionale della borghesia



Il deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, succeduto a Bourguiba con un colpo di stato “medico” appoggiato dai servizi italiani su indicazione di Craxi, era, manco a dirlo, un “socialista”, capo del Raggruppamento Costituzionale Democratico, erede del Partito Socialista Destouriano, un partito che fa parte della cosiddetta Internazionale socialista, della quale è attuale vicepresidente un certo Massimo D’Alema.
La rivolta del pane è scoppiata anche a causa, se non soprattutto, delle misure economiche adottate in ossequio alle direttive del Fondo Monetario Internazionale, guidato dal socialista francese Dominique Strauss-Kahn (prossimo candidato nel 2012 alla presidenza della repubblica, fatte salve le lotte intestine nel partito). Costui è stato l'istigatore delle imposizioni del FM, cioè dei tagli alla spesa sociale anche nei paesi d’Europa, così come in Tunisia. Ben Ali aveva decorato Strauss-Kahn, nel 2008 con la medaglia di Grande Ufficiale dell'Ordine della Repubblica di Tunisia.
Si scopre solo ora che Ben Ali era un dittatore. Ed infatti, quattro giorni dopo la fuga dalla Tunisia, il Partito Socialista francese chiede l’espulsione del dittatore dalla cosiddetta Internazionale socialista. La “sinistra” francese ha fatto propria la causa dei “diritti umani”, ma chiedendo di fermare il “saccheggio”, che diventa insopportabile quando ha di mira la proprietà dei borghesi. Naturalmente Ben Ali è stato sostituito da uomini fidati, tra i quali spicca Mohamed Ghannouchi, già ministro per gli investimenti esteri, in continuità con gli interessi Usa e UE (la stessa cosa sta per accadere in Egitto) e dello stesso clan Trabelsi.


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