martedì 22 febbraio 2011

Gli amici di Muammar Abu Minyar al-Gaddafi




Quanto sta accadendo nel Nord Africa (e nel Vicino Oriente) può essere frutto delle circostanze, ma queste si stanno spingendo al di là dell’ordinario e anche dello straordinario per essere delle comuni circostanze. C’è quindi un piano preordinato? Sicuramente in un’area così vitale per gli interessi Usa e Ue (ma non solo) quanto avviene in successione non può avere un così elevato grado di casualità.
Le dietrologie sono pericolose, anche perché non siamo al corrente di nulla. Per esempio, i dispacci diplomatici di WikiLeaks sono imbarazzanti ma risibili quanto a reale contenuto informativo. Le comunicazioni importanti sono trasmesse in cifra con sistemi dedicati e tramite corrieri. Ma anche fidarsi delle apparenze, delle notizie dei media, non aiuta a capire di più. A meno di non voler credere alla cosiddetta rivoluzione di twitter. Non è in atto nessuna rivoluzione, il potere è saldamente in mano ai militari in Tunisia ed Egitto. Della Libia non sappiamo nulla di preciso, ma anche lì detterà legge l’esercito. E del resto, armi ed equipaggiamenti non sono prodotti sul posto e per far volare aerei ed elicotteri non basta il carburante.
Le comunicazioni libiche sono basate su Intelsat (organizzazione intergovernativa ma di proprietà di Goldman Sachs), Arabsat (principale operatore di satelliti per telecomunicazioni in Medio Oriente con sede in Arabia Saudita) e Intersputnik; quindi cavo sottomarino con Francia e Italia; ponte radio a microonde per la Tunisia e l'Egitto; scattering troposferico in Grecia; partecipante Medarabtel.
Pertanto, i “rivoltosi”, da soli, al massimo possono servire il tè o prendere un barcone per l'Italia.

P..S. Per chi avesse iteresse: Central Bank of Libya, Annual Report

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