sabato 5 febbraio 2011

Un mondo nuovo o la barbarie



Il mondo nei prossimi anni sarà a una svolta decisiva. I maggiori responsabili politici ed economici del pianeta ne sono consapevoli. Traggono le conseguenze sulla base dei fatti, a modo loro ovviamente. Uno di questi funzionari del capitale, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, probabile candidato “socialista” alle presidenziali francesi del 2012, in un recente intervento ha sottolineato:

«Il forte aumento della disoccupazione globale è un grave problema sociale. Se si perde il lavoro, si soffre di una salute più precaria e l'aspettativa di vita diventa più breve, i figli daranno prestazioni peggiori a scuola. E dove le persone sono senza speranza di trovare un lavoro, possono minacciare la stabilità politica.

Ma la disoccupazione è anche un importante problema economico. […] Nel prossimo decennio 400 milioni di giovani entreranno a far parte della forza lavoro, con livelli di scoraggiante occupazione. In effetti, siamo di fronte alla prospettiva di una "generazione perduta" destinata a soffrire tutta la vita la disoccupazione e condizioni sociali peggiori […].

La disuguaglianza di reddito è anche qualcosa che tocca i paesi in tutte le fasi di sviluppo. Negli Stati Uniti, per esempio, le disparità di reddito è tornata a livelli che non si vedevano dal 1929, dalla Grande Depressione […].

In Asia ci sono stati notevoli progressi sociali degli ultimi decenni, con oltre mezzo miliardo di persone uscite dalla povertà. Al tempo stesso, la diseguaglianza di reddito è in aumento. I leader di Cina e India hanno promesso di affrontare le disparità di reddito e ricchezza. E anche in una nazione ricca come Singapore, il primo ministro Lee ha rilevato che il crescente divario di reddito è una questione di interesse nazionale».

Nelle sue conclusioni Strauss-Kahn mette in luce che se tali problemi non verranno risolti a livello globale i rischi sono quelli di vedere aumentare le tensioni tra i paesi, con il protezionismo del commercio e della finanza. E così come sono aumentate le tensioni all'interno dei paesi, potremmo vedere crescere – egli dice – l’instabilità politica e sociale anche tra le nazioni, fino ad arrivare alla guerra: « And as tensions within countries increase, we could see rising social and political instability within nations—even war».

La borghesia è ben consapevole quindi 1) che l’esercito di manodopera di riserva è destinato a crescere enormemente e 2) le disuguaglianze prodotte dal sistema si stanno aggravando e diventando insostenibili. Nelle sue conclusioni il direttore generale del Fondo monetario internazionale non ha escluso che tale situazione possa portare, non solo ai conflitti sociali già in atto nel Nord Africa e in tante altre parti del globo, ma ad una guerra tra nazioni. Che è la solita soluzione adottata dall’imperialismo per risolvere temporaneamente i suoi problemi.

Strauss-Kahn non è un profeta di sventure, ma un pragmatico avvocato ed economista ai più alti livelli della gerarchia dei funzionari del capitale. Nel suo intervento afferma anche che Germania e Cina non sono modelli virtuosi da imitare ma bensì “arcipeccatori” del sistema, visto il loro modello di sfruttamento sistematico dei surplus dell’export per potenziare la crescita a spese di Usa e altre nazioni in deficit, che altro non è che una riedizione degli sbilanci tossici globali che hanno fatto riemergere la crisi. Egli avverte chiaramente che se il capitalismo non troverà modo di uscire dalla sua crisi, di dare prospettive e reddito a centinaia di milioni di giovani, la carneficina sarà inevitabile. Dapprima a livello nazionale, quindi con scenari mondiali e prevedibilmente apocalittici.

Ciò che è già successo nel Novecento, si sta ripetendo. Un mondo nuovo o la barbarie, non è uno slogan. Ma per arrivare a qualcosa di radicalmente nuovo, bisogna farla finita con lo sviluppo della produzione così come è stato finora realizzato, cioè quello sviluppo della miseria da un lato e dello spreco dall'altro che ha invaso l'ambiente stesso della vita.

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