giovedì 20 gennaio 2022

Wannsee

 

Ottanta anni fa, il 20 gennaio 1942, in una villa al civico 56/58 del sobborgo di Zehlendorf, più precisamente in località Heckeshorn, che forma un rigonfiamento sull’isola di Wannsee, sulla riva del lago Großer Wannsee, oggi appena nella periferia a sud di Berlino, in una stanza di medie proporzioni con ampie finestre sul parco, si tenne una riunione tra 13 gerarchi nazisti.

Tale riunione, che ebbe la durata di 90 minuti, colazione compresa, è ricordata come la Wannseekonferenz. Attorno ad essa si è “diffuso un mito” secondo cui si decise lo sterminio degli ebrei. Non andò così, poiché tutti erano già d’accordo sulla “soluzione finale”.

Nel verbale di quella riunione, l’unico documento pervenutoci, costituito da un dattiloscritto di 15 pagine, si parla, già nell’oggetto, di “soluzione finale della questione ebraica”, ma non si dice nulla in dettaglio, nel senso che non sono citate modalità specifiche di uccisione, camere a gas o simili.

Preciso subito, a scanso di equivoci, che le formulazioni escogitate in quel verbale possono essere considerate l’epitome del linguaggio mimetico nazionalsocialista. Tuttavia, ripeto, in esso non si parla in modo dettagliato delle modalità di “soluzione finale della questione ebraica”, e non costituisce un resoconto letterale di quanto può esservi stato detto. È fantasia cinematografica la musica diegetica che prenderebbe spunto dal fatto del tutto immaginario che alla fine della riunione sia stato messo il disco con il quintetto per archi in do maggiore (D. 956, Op. post. 163) di Schubert.

Il documento, di cui non sono disponibili né una bozza di verbale né una stenografia, si apre con l’elenco dei partecipanti, tra questi non figura Reinhard Heydrich. In esso si ricostruisce brevemente le difficoltà incontrate dagli ebrei europei per emigrare, di varia natura, a cominciare dal fatto che non sempre trovavano accoglienza in altri Stati. Si passa poi a discutere della deportazione dell’intera popolazione ebraica d’Europa, dunque di organizzare e assicurare il necessario coordinamento.

A pagina 6, figura un dettagliato elenco dei paesi europei con indicate le cifre che riguardano il numero della popolazione ebraica. C’è pure l’Italia, comprese, si dice, la Sardegna e l’Albania (sic!). Si tratta di undici milioni di persone, anzi, di ebrei, per dar retta a tale delirio. Alla fine di pagina 7 e all’inizio della successiva vi è scritta la cosa forse più interessante e che non dovrebbe lasciare dubbi quantomeno sugli inquietanti propositi dei nazisti:

«Sotto la guida appropriata, gli ebrei nel corso della soluzione finale dovrebbero essere impiegati per il lavoro nell’Est in modo appropriato. Nelle grandi colonne del lavoro, divise per sesso, quegli ebrei adatti [normodotati] al lavoro saranno condotti in questi territori per costruire strade, per cui la maggior parte di loro sarà eliminata per cause naturali. Poiché si tratterà degli elementi più resistenti, qualsiasi residuo finale che potrebbe sopravvivere dovrà essere affrontato di conseguenza, perché loro, che rappresentano un’élite naturale, devono essere considerato in caso di risparmio come la cellula germinale di una nuova rinascita ebraica».

Furono prodotte in totale 30 copie del verbale. Ogni partecipante sembra averne ricevuto solo una copia, pertanto si può quindi presumere che anche altri destinatari non presenti alla riunione abbiano ricevuto copia del verbale, che fu scoperto due anni e mezzo dopo la fine della guerra in Europa, nell’autunno del 1947, nel corso de preparativi per il processo Wilhelmstrasse, uno degli ultimi processi di Norimberga (caso XI).

Alla riunione era presente Adolf Eichmann, capo della Sezione IV B 4 presso l’Ufficio principale della sicurezza del Reich. Si tratta di un ufficiale delle Ss di grado intermedio, Obersturmbannführer, vale a dire tenente colonnello. La sua segretaria, Ingeborg Wagner, al processo del 1962 a Francoforte sul Meno contro Otto Hunsche, ex dipendente di Eichmann, sostenne di aver stenografato la riunione di Wannsee, ma di non essere mai stata interpellata a tale riguardo dagli storici.

Le specificità del protocollo di Wannsee, sia nel suo significato documentario che nella sua dimensione simbolica, si adatta bene per farne da un lato la pietra angolare della soppressione degli ebrei, e dall’altro per fornire materiale polemico ai negazionisti. Il documento presenta delle singolarità indubbie, tuttavia le obiezioni opposte dai cosiddetti negazionisti sulla sua autenticità non mi hanno personalmente convinto. Del resto non è necessario questo documento per stabilire alcuni fatti, tantomeno, come ho già detto, per quanto riguarda i propositi di omicidio di massa. Tuttavia un alone di mistero circonda questo documento e le circostanze del suo ritrovamento, che ho attentamente esaminato, restano tutto sommato sconosciute.

Pertanto condivido quanto affermano degli storici che si sono occupati del caso, “ci sono ancora alcune cose da scoprire sulla storia della conferenza di Wannsee e sui suoi verbali”.

15 commenti:

  1. "Se dovessero come sembra autorizzare l'accesso solo ai possessori di pass vaccinale, ci metteremo d'accordo per incontrarci all'ingresso sul retro, dove potrò consegnarvi l'assegno". Questo quanto a noi detto dall'impiegata dell'ufficio delle poste, pochi giorni fa. Un appuntamento, dove io e mia moglie chiedevamo di liberare alcune risorse per fare fronte alla sospensione dall'insegnamento e dal suo stipendio, ..."poi, non so, se anche per le banche entrerebbe la normativa, allora sarebbe comunque difficile andarlo a depositare..." Continuava l'impiegata. Poco oltre nella giornata incontrando la cognata; "ma che bei capelli che hai! Sei andata dalla parrucchiera?" "ma, veramente io non posso andare dalla parrucchiera, quindi cerco di fare da me,..." Senza alcun altro commento, la cognata, insegnante di lettere in un liceo della città, come se avesse un improvviso attacco di "smemoratezza", ha continuato veloce per la sua strada. Mia moglie, laureata, a sessantatre anni, è riuscita a trovare da fare qualche ora di pulizie in casa di una brava persona senza pregiudizi, per 13 euro l'ora, in nero naturalmente.
    (da piccoli appunti di un giorno qualsiasi di questi)
    Poi però c'è chi scrive come Fernanda Mazzoli queste "rincuoranti" parole:
    ..."Saranno, questi, insegnanti avviliti ed umiliati, costretti ad abdicare alla propria libertà in cambio dei mezzi di sussistenza, schiacciati da una violenza – quella economica – che marchia a sangue le persone tanto quanto l’aggressione fisica, se non di più. Difficilmente, un insegnante umiliato potrà trasmettere agli studenti il coraggio delle proprie idee e l’amore per la verità che non è fattore normativo autoritario, ma intima coerenza tra vita e pensiero. A scanso di equivoci, non ci si riferisce qui a chi ha scelto liberamente di vaccinarsi, ma a chi lo ha fatto o lo farà spinto dalla necessità di continuare a percepire un salario per vivere.
    A ben guardare, i conti tornano, eccome: lo svilimento dei docenti è una tessera importante di quel puzzle disegnato dalle riforme degli ultimi venticinque anni, tendenti a fare della scuola una formidabile fabbrica di consenso sociale".
    Non intendevo certo dare delle risposte alle sue domande, mi scuso se ho dato questa impressione. Grazie per ricordato ciò che accadde sulla riva del lago Großer Wannsee nel 1942.

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    1. E' inutile scusarsi: hai dato volontariamente l'impressione di accostare il dramma dello sterminio alla privazione del parrucchiere. Consiglio di rileggere Primo Levi e poi vergognarsi un po'.

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    2. Credevo di parlare di relazioni, certo, mi vergogno, ma non serve Levi per quello
      bonste

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    3. Dai, perdonato, una lettura a piacere

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    4. Levi ha scritto quel libro per far vergognare l'intero genere umano, chiunque leggendolo non provi vergogna penso sia disumano. Ma sono invece solo io che debba vergognarmi, va bene, perché vergogna la provo sinceramente, poi se serve anche a pacificare,... Ho sempre creduto che le relazioni fossero la ragione della mia esistenza.
      Vorrei aggiungere che di stermini ne sono avvenuti molti, quello descritto da Levi ad opera dei nazisti, ma non solo, non nasce sulle rive di un lago nel 1942, ma molti anni prima, contaminando le menti di tutta l'Europa e non solo, quello che voglio dire che è stato un percorso, non molto complesso da capire e percorrere, e non certo solo a danno degli ebrei. Da queste parti ricevo sempre molto più di quello che riesco a dare, in termini di cultura, vocabolo questo che faccio persino fatica a scrivere per quanto mi sia sconosciuto, ringrazio quindi sempre madame e i suoi lettori dispiacendomi se sono sembrato o sono stato in qualche modo o maniera ostile, non era nei miei intenti.
      bonste

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  2. ho dimenticato di ...firmare
    bonste

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  3. Forse perché vi è un riferimento al codice di Norimberga, ma senza fare paragoni a ciò che avvenne in quegli anni.
    https://www.youtube.com/watch?v=KXOyPQGG9us
    bonste

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  4. Trovo esagerato l'attacco a Bonste, che ritengo una persona buona, oltretutto con una tattica "straw man" abbastanza evidente. Non vado dal parrucchiere da mezzo secolo e non ne sentirò la mancanza, ma avverto da tempo che l'Europa tutta sta scivolando verso il totalitarismo (il colore conta poco) tramite il pensiero unico, che è il suo cane guida. Se l'Anonimo scandalizzato non percepisce questo, fatti suoi. Il popolo dei miei antenati fu in gran parte massacrato e i morti fatti letteralmente a pezzi dal buon Scipione Nasica, non per questo tiro fuori l'argomento come paragone ossessivo. Stiamo calmi, tolleranti, vigili e resistenti, per quanto possiamo e impariamo dal passato senza renderlo immanente. Ad ogni modo di ebrei non si può mai parlare, è sempre un gran casino.
    E una mia nonna era in parte ebrea, tanto per precisare.
    Morvan.

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    1. ma di quale attacco stiamo parlando? davvero, non esageriamo. che Bonste sia una buona persona non ci piove.
      l'accanimento contro i non vaccinati sta assumendo toni grotteschi e preoccupanti, tuttavia sono da evitare certi accostamenti storici. proprio nell'interesse di chi si oppone a questo andazzo demenziale che è arrivato a proibire l'acquisto di beni non essenziali (??) a chi non ha il green pass.

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    2. UN VACCINO IMPIEGA NORMALMENTE 10ANNI PER ESSERE AUTORIZZATO

      Consiglio ascoltare con attenzione l’intervento nel parlamento del Lussemburgo del professor Christian Perronne, medico e docente universitario francese specializzato in malattie infettive, ex presidente della Commissione malattie infettive del Consiglio superiore della sanità pubblica francese. Secondo il professore “tutte le decisioni che i governi stanno prendendo non hanno fondamento scientifico”. “Quando hanno mostrato prove scientifiche, queste si sono rivelate delle frodi”.

      Ciò che ha profondamente scioccato il professore, come specialista di vaccini, sono i tempi rapidissimi con cui i sieri covid sono stati autorizzati. “Un vaccino impiega normalmente dieci anni per essere autorizzato”. “Dopo altri dieci anni dall’autorizzazione definitiva, cioè dall’autorizzazione all’immissione in commercio, un vaccino può essere autorizzato per le donne in gravidanza. Qui tutto è stato fatto in pochi mesi”.

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    3. ma con il mio post cosa c'entra? possibile che non sappiamo parlare d'altro?

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  5. Quando si comincia a pensare che sia giustificato "scombussolare", o quantomeno rendere difficile e infelice la vita per un pugno di milioni di persone in Italia, e altrettante in altri paesi per il beneficio di tutti gli altri, e dal pensare si passa e si continua a fare i fatti, mi viene in mente la banalità del male. Non posso farci niente, ho impiegato tempo per comprendere a fondo le parole della Arendt. Quando si propaganda e/o si obbliga a vaccinare i bambini, a inoculare loro una sostanza di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine, con un pericolo di effetti avversi dichiarati, facendo oltretutto firmare una liberatoria che serve da scudo ai pavidi responsabili, penso sia un crimine e penso alla banalità del male. Quando vieni "sospeso" dal lavoro e dallo stipendio, dai contributi pensionistici e dalla possibilità di muoverti liberamente e senti dire che in ospedale devono entrare prima i vaccinati da quella mente forse brillante che era di Bersani, penso alla Arendt e più vicino nel tempo alle parole di Predrag Matvejevic riguardo quel mondo che ha fomentato l'odio, "di chi ha tenuto il microfono sotto la barba dei suonatori di gusle e decantava le loro gesta mentre batteva su Sarajevo". Non si possono certo fare paragoni che so, alla Kolyma, ho impiegato anni per disintossicarmi dai racconti di Varlam Šalamov, la cui lettura mi ha fatto entrare in uno degli inferni della fine degli anni 20 e degli anni '30 e 40 del novecento, lettura che non consiglio, ma è servita per comprendere a fondo la Arendt.
    Anche se non so come, sento di avere alcune responsabilità riguardo il potere dato a Draghi, come ieri a Conte e via dicendo, anche se non ero nato, guardando nelle immagini e dentro la moltitudine della folla inneggiante a Hitler, o a Mussolini, ho come la sensazione di riconoscermi, questo pensiero ha sempre avuto un ruolo nell'emozione della mia vergogna. Il male non pensa, non ha coscienza, è senza scrupoli, agisce meccanicamente, non ha profondità, "Es kann die ganze Welt verwüsten, gerade weil es wie ein Pilz an der Oberfläche weiterwuchert" - "Può devastare il mondo intero proprio perché continua a crescere come un fungo in superficie".
    Il mio disagio inoltre non è nulla se paragonato alle folle dei profughi ignari ma sognatori che premono sui confini dell'occidente con la speranza di una nuova e più dignitosa vita.
    Si è quindi intrapresa una strada da abbandonare quanto prima possibile, non facciamo il gregge che si fa condurre da un drago, sarebbe banale.
    bonste

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    1. è una situazione sfuggita di mano, pericolosa, di cui c'erano già delle avvisaglie, però va affrontata con calma e razionalità. ripeto, certi accostamenti non sono opportuni e nuocciono proprio ai motivi che devono sostenere l'opposizione a questo andazzo.

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    2. ora hai ben chiarito la tua posizione, chiudiamo l'incidente e andiamo avanti. ciao

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