Nonostante le acquisizioni su come si compone e scompone il pool genico, le strabilianti invenzioni della nostra epoca ipertecnologica e la propaganda dei totalizzatori di eventi, alla fine ci siamo dovuti arrendere all’evidenza: sia l’homo biologicus e sia l’homo societatis non cessano di essere precari (perdonate la fregola per il latinorum mazoniano).
Distruggiamo molto: la vita, la sua biodiversità, ma anche status e diritti deliquescenti. Del resto, la vertigine apocalittica è sempre stata contemporanea alla storia, ma oggi siamo al paradosso. Da un lato, come abbiamo visto, è vietato dichiarare alle tenebre la caducità delle nostre esistenze, tanto più allo scatenarsi dell’inferno, e dall’altro non troviamo mezzi e modi per contrastare la dannazione economica e la macchina burocratica che ci stanno uccidendo senza bisogno del Zyklon B.
Ancora non ci stiamo rendendo conto di quanto sia ridicola e aleatoria la scommessa su un principio regolatore che punta tutto sulla provvidenza di una “mano invisibile”, su una politica che manca di realtà e di scala, fatta di personaggi che sono un misto d’insolenza, capriccio e vanità (Rossini, Cenerentola), però incapaci di vedere oltre il destino fissato per noi dai veri padroni del mondo, ossia quelli che dichiarano la propria responsabilità “limitata” (limited company, limited liability company, public limited company).
Oligarchi dell’economia che agiscono perlopiù nell’ombra, che hanno il potere e la possibilità di deviare tutte le risorse planetarie verso un unico obiettivo: il profitto. Il profitto non è in sé cattivo e può funzionare da stimolo all’iniziativa, ma se è fine a se stesso diventa uno scopo totalitario micidiale e oltraggioso.
E poi l’evoluzione degli strumenti tecnologici, diventati così potenti e così perfettamente invischiati negli affari umani che il loro impiego dispotico sta portando la storia umana in una direzione inedita e assai pericolosa. Siamo a un crocevia, possiamo solo sperare che gli androidi mostrino più umanità degli umani.
In questa situazione ci pervade una sensazione di fatica, ed è impossibile far fronte alla disperazione del mondo, di un pianeta su cui stanno crollando tutte le finalità positive che a un certo punto l’umanità si era prefisse, cadendo sempre più in basso, verso l’impossibilità di una soluzione soddisfacente e razionale dei problemi.
In realtà in questo giorni il primato dell’evento è ben altro, mi rendo conto e quasi mi scuso, e pure nel bel mezzo del periodo dei saldi, cazzo.
Chiedo perdono Madame, questo post non l'avevo letto. Quello successivo sull'Ucraina mi aveva ingolosito e l'avevo saltato. Invece è una pagina bellissima. La adoro smodatamente
RispondiElimina:) grazie
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