In questi giorni s’è sentito parlare del vertice del Consiglio NATO-Russia. Nessun discorso è più lontano da noi che siamo alle prese da anni con la pandemia e tra dieci giorni con l’elezione di Berlusconi o Draghi al Quirinale. La cosa qualche anno fa avrebbe fatto sorridere, ora non più, come spesso accade in questo Paese abitato da molta gente maldestra e di labile memoria.
Il dottor Silvio Berlusconi sostiene di essere stato il fautore della fine della cosiddetta Guerra fredda quando era presidente del consiglio dei ministri. A che cosa si riferisce esattamente? Al vertice di Nato-Russia di Pratica di Mare del 2002.
Le relazioni tra l’alleanza militare della NATO e la Federazione Russa sono state stabilite nel 1991 nell’ambito del Consiglio di cooperazione del Nord Atlantico. Nel 1994, la Russia ha aderito al programma Partnership for Peace e da allora la NATO e la Russia hanno firmato diversi importanti accordi di cooperazione.
Il 27 maggio 1997, al vertice della NATO a Parigi, Francia, NATO e Russia hanno firmato l’Atto istitutivo sulle relazioni reciproche, la cooperazione e la sicurezza, una tabella di marcia per la futura cooperazione NATO-Russia.
A coronamento di ciò, nel 2002 è stato creato il Consiglio NATO e Federazione Russa (NRC). Ciò è avvenuto al vertice di Pratica di Mare, con l’Italia paese ospitante del vertice, ma la cui agenda era stata decisa da ben altri attori.
L’NRC si è riunito mensilmente a livello di ambasciatori, due volte l’anno i ministri degli esteri e della difesa e i capi di stato maggiore generale si sono incontrati per discutere il controllo degli armamenti, la cooperazione industriale, la cooperazione in Afghanistan (compreso il trasporto da parte della Russia di merci non militari della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza), il contrasto al terrorismo, al traffico di droga e per scambiare informazioni sulle esercitazioni militari previste.
Gli Stati Uniti e la NATO hanno aggredito l’Iraq, la Libia e la Siria, storici alleati della Russia, creandone ad arte i presupposti per destabilizzare e ridurre in macerie questi paesi. Ciò fa parte della strategia d’isolamento, indebolimento e accerchiamento della Federazione Russa. In tale contesto strategico, i paesi baltici e l’Ucraina giocano un ruolo fondamentale.
Quando gli Stati Uniti e la Germania hanno sostenuto il colpo di stato filo-occidentale in Ucraina nel 2014, la Russia ha risposto annettendo la Crimea, popolata dai russi e dopo un referendum. La NATO ha affermato di sostenere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. Il 1° aprile 2014 la NATO ha deciso di sospendere ogni pratica di cooperazione con la Federazione Russa, in risposta alla crisi ucraina.
Dopo l’avvelenamento del doppiogiochista Sergei Skripal, avvenuto nel 2018 a Londra (nel 2006 era stato condannato dalla Russia per alto tradimento a seguito di attività di spionaggio a favore dei servizi segreti britannici), per il quale il governo britannico ha accusato i servizi segreti russi, la NATO ha espulso diversi diplomatici russi.
Ultimo fatto in ordine cronologico, nell’ottobre 2021, a seguito di un incidente in cui la NATO ha espulso otto funzionari russi dal quartier generale di Bruxelles, la Russia ha sospeso la sua missione presso la NATO e ha ordinato la chiusura dell’ufficio della NATO a Mosca.
Gli Stati Uniti e altri membri della NATO hanno armato sistematicamente l’esercito ucraino e le milizie ultranazionaliste che stanno combattendo contro i separatisti filorussi nell’est del Paese. L’aiuto militare ufficiale degli Stati Uniti all’Ucraina nel 2021 è stato di 250 milioni di dollari, con una spesa militare prevista per quest'anno pari a 300 milioni di dollari. Lunedì, la CNN e altre fonti hanno riferito che il presidente Joe Biden ha approvato ulteriori spedizioni di armi da fuoco, munizioni, radio e altre attrezzature militari.
L’instabile regime ucraino, minato dalle lotte oligarchiche e dalla corruzione, e le milizie ultranazionaliste possono essere utilizzate in qualsiasi momento per una provocazione che costringa Mosca a reagire. In ciò gli Usa sono storicamente dei maestri insuperabili.
Pur se la NATO è tornata al tavolo dei negoziati con la Russia dopo due anni e mezzo, tuttavia Washington non ha intenzione di cambiare strategia geopolitica, che mira a fermare l’ascesa economica e militare della Cina, e perciò occorre ostacolare una stretta alleanza tra Russia e Cina, mantenere la Russia occupata in una continua tensione sui propri confini, tenere sotto controllo, quando non impedire, accordi di cooperazione tra la Russia e gli altri paesi europei. In tale quadro è necessario orientare l’opinione pubblica negli Stati Uniti e in Europa contro la Russia, diffondono costantemente la narrativa: “Siamo pacifici e vogliamo negoziare, ma Putin vuole invadere l’Ucraina e fa richieste che non possono essere soddisfatte”.
I membri europei della NATO sostengono la linea aggressiva contro la Russia, ma perseguono i propri interessi di partner commerciali. L’imperialismo tedesco, in particolare, considera l’Europa orientale e l’ex Unione Sovietica come tradizionali aree di espansione, come già nel recente passato e da sempre. Una parte della leadership tedesca teme che gli Stati Uniti danneggino la Germania se si sottometterà alla sua linea, nondimeno gli Usa sanno curare molto bene le loro relazioni all’interno dell’establishment politico, diplomatico ed economico tedesco. Divide et impera, una tattica che funziona sempre.
Ciò è particolarmente evidente nel conflitto sul Nord Stream2. Washington vuole utilizzare il gasdotto completato ma non ancora approvato come leva contro la Russia, mentre Berlino vuole mettere in funzione il gasdotto, da cui dipende l’approvvigionamento energetico della Germania. Il conflitto passa direttamente attraverso il governo tedesco. Mentre i Verdi e i Liberali sostengono il fermo del gasdotto, l’SPD lo sostiene.
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