venerdì 2 settembre 2011

Se dici che fa troppo caldo ti sbatto dentro



Certi oppositori, in Urss, li mandavano in manicomio. Negli Usa fanno diversamente. I casi più noti riguardano due bianchi, gli italiani Sacco e Vanzetti (sedia elettrica), e due neri, Martin Luther King e Malcom X (sparati, delitti politici dei quali mai si è saputo chi fossero mandanti ed esecutori), ma ce ne furono altri (Strani frutti, Billie Holiday), fino a venire ai giorni nostri con Guantanamo (ma Barack Hussein Obama non aveva promesso di chiuderlo?). Andò meglio, ma solo un po’, ai due atleti neri che a Città del Messico, alle olimpiadi del 1968, salirono sul podio alzando il pugno chiuso in un guantone nero, Tommie Smith e John Carlos, e altri tre che si presentarono sul podio con il basco delle Black Power. Furono subito espulsi dalla squadra olimpica, e dire che in seguito ebbero la vita difficile è un eufemismo. Insomma storie note, anche se messe sempre in sordina dai grandi media.

Si pensi poi al maccartismo, alle vicende del Partito comunista americano (sì, ne esisteva uno e non proprio clandestino), o anche più blandamente a Michael Cimino, il cineasta boicottato per aver prodotto un film, I cancelli del cielo, dove si racconta la vicenda dei contadini immigrati dall’Europa e accusati di furto e minacciati di sterminio da parte di mercenari assoldati dai potenti allevatori di bestiame appoggiati dal governo.

Ora è la volta di James E. Hansen, direttore del Goddard Center for Space Studies della NASA, verso il quale (comunque la si pensi a proposito del surriscaldamento del pianeta e relative cause) si è scatenata una persecuzione degna della caccia alle streghe di Salem. La sua storia si può leggere qui. In attesa che sbattano dentro anche Michael Mann, altro climatologo (da non confondere con l’omonimo regista).

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