martedì 15 novembre 2011

Res gestæ


Con un certo divertimento noto la sorpresa che domina tra i commentatori più vari sul fatto che lo spread non sia caduto di schianto. In che gabbia di matti siamo capitati che chiunque incontri ti parla dello spread? È da un po’ che scrivo che lo spread c’entra nulla ai fini di chi dovrà pagare questa crisi e che si continua a guardare il dito e non la luna. Al mattino il giornale radio apre con le borse asiatiche e con le obbligazioni a cinque anni e prosegue per tutto il giorno con questo tipo di bollettini. È l’ideologia del capitale finanziario che scommette sulla morte delle nazioni e poi di se stesso. L'abbiamo introiettata per benino?

Da quanti anni ci hanno persuaso che il libero mercato avrebbe regolato tutto per il meglio? Sono gli stessi personaggi che ci hanno portato fin qui e, dopo il giuramento al Quirinale, ci porteranno ancora più giù nell’abisso. Quelli che scrivono editoriali su “liberismo e rigore” (Corriere, 1994!). Pensiamo veramente che si tratti di scienza solo perché la declinano in inglese? È la teoria degli intrepidi furbi che comprimono in alcuni slogan la complessità del capitalismo e degli idioti che ci credono. Cambiare tutto perché nulla muti veramente.

Qualcuno parla della nostra struttura produttiva, della polverizzazione del tessuto industriale? E come potrebbero dopo aver svenduto e delocalizzato la grande impresa? Come potrebbero farlo i partiti, tutti ma soprattutto il Pd, che delle privatizzazioni sono gli alfieri e che si sono dimenticati di studiare la natura delle determinazioni specifiche del capitalismo? Siamo tuttavia ancora il secondo esportatore europeo grazie alla piccola e media manifattura, ma anche da un punto di vista degli interessi borghesi nostrani, quanto potrà durare sotto i colpi di una concorrenza spietata e la situazione del credito attuale, l’aumento dell’imposizione fiscale per mantenere un apparato burocratico e repressivo degno del socialismo reale, gli sprechi e le ruberie sistemiche di politica&affari?

I giornali, in primis i megafoni di Berlusconi ma anche quelli “liberi”, parlano, ora, di crimini finanziari quando, fino a un momento prima, erano i massimi sostenitori del terrorismo liberista. Di che cosa ci si duole, del fatto che il “miracolo” si è rivelato un bluff, che come tutte le magie resta tale solo per chi ci crede? Quando a decine di milioni cominceremo a scendere nelle strade e piazze in tutta Europa e in America, quando insomma l’acqua avrà toccato il culo a parecchia gente, allora il vento comincerà a cambiare. Quando la maggioranza di queste persone, in Usa come in Europa, non sarà più favorevole al sostanziale mantenimento dell’attuale sistema economico, quando rinuncerà alle lusinghe di renderlo “migliore” ma deciderà che è tempo di cambiarlo davvero. Non prima d’allora.

3 commenti:

  1. Scire nihil prodest ... si sta solo male.
    I giovani si stanno svegliando, e temo per loro, le moderne armi per sedare rivolte, in mano a questi signori del potere, sono davvero sofisticate.
    Buona Serata

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  2. sofisticate? sono 300 anni che usano le stesse modalità! non abbiamo ancora capito?

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