Sabato pomeriggio ascoltavo una signora, da poco tornata dagli Usa, la quale raccontava con un misto di raccapriccio e di sollievo (ritenendo che in Italia non succeda e non possa accadere) come nel suo viaggio abbia visto persone ultrasessantacinquenni, che quasi non si reggevano in piedi, al lavoro nei negozi e nei servizi, costrettivi dal fatto che la crisi ha dissolto i loro risparmi e li ha lasciati senza copertura pensionistica. Volevo rispondergli: cara amica, serviva spendere 4.000 dollari per scoprirlo?
Ieri leggevo uno studio fresco di pubblicazione condotto dall’Ufficio del Censimento americano (si può scaricare qui) secondo cui un americano su tre, o circa 100 milioni di persone, sopravvivono sotto o appena sopra la soglia di povertà. Si dirà che tale soglia negli Usa è alta, ma ciò è vero molto relativamente poiché le situazioni vanno misurate sulla base del contesto e dell’epoca. Quando non hai soldi per mandare i figli a scuola o per le cure sanitarie indispensabili, quando vivi con i food stamps e non hai un lavoro oppure è un lavoro precario e mal pagato, c’è poco da gingillarsi con il relativismo.
Domenica leggevo, sempre a tale proposito, un articolo, Goodbye, golden years, sull’inserto del NYT di un professore di economia il quale fornisce dei dati sulla situazione degli anziani al lavoro per necessità di sopravvivenza. Oltre 450.000 cercano lavoro o sono disoccupati. Quasi il 40 per cento degli americani tra i 55 e i 65 anni non hanno copertura previdenziale, e meno di un quarto di questi ha qualche risparmio.
L’opinione di costui è che i vecchi al lavoro sono, contrariamente a quanto si pensa, un’opportunità per i giovani di trovare lavoro. Del resto qui da noi si argomenta che la pensione con il contributivo possa risultare più vantaggiosa di quella con il sistema misto. Poi il nostro economista chiude rilevando che mentre tali anziani lavorano per la sopravvivenza, il professor Galbraith lavorò fino a novant’anni per il proprio compiacimento. In Alabama direbbero: ‘sti cazzi!
Queste cose provocano in me rabbia e un senso di mestizia, ma poi mi riprendo, ritrovo un po’ di buonumore leggendo i commenti del solito amico del blog (gli piace cambiare spesso nick) il quale mi rimprovera di non essere abbastanza questo o quell’altro, a suo gusto, in sostanza di essere attendista. Credo di aver mangiato più minestra di questo simpatico, garbato e focoso rivoluzionario della tastiera. In altri tempi ne incontravi altri, niente affatto simpatici e per nulla garbati, servivano il popolo e ora invece dalla televisione insegnano cos’è la democrazia a tutti noi.
Crisi: card. Bertone, mercato totalmente autoreferenziale.
RispondiEliminaRoma, 22 nov. (Adnkronos) - "La crisi economica pone in evidenza l'insostenibilita' del mercato totalmente autoreferenziale" e "solleva nuove questioni circa la responsabilita' e l'etica dei processi finanziari". Lo ha detto segretario di Stato Vaticano, il card. Tarcisio Bertone.
Mercato autoreferenziale?
Etica e resposabilità dei processi finanziari?
Varrebbe la pena, scrivere qualcosa su tali mistificazioni?
G.
Fra un pò gli italiani, quelli amanti degli USA e delle loro americanate,che per anni hanno sottolineato quanto fossero belli, buoni e bravi gli americani, potranno ritenersi soddisaftti. La tanto decantata democrazia oltreoceano sarà per l'Europa un perfetto copia e incolla,manca ancora qualche dettaglio. In Italia lo sarà con maggiore vigore. Abbiamo già un Presidente del Consiglio che nelle sue interviste ha un lessico tale e quale a quello americano, tranne per qualche frase in italiano priva di rilevanza, a capirlo!? Mi aspettavo i sottotitoli mentre si esprimeva, più America di così! Non serve davvero pagarsi un viaggio per notare inesistenti differenze.
RispondiEliminaBuona Giornata
Anzi tutto, lei di me, non sa nulla, di cosa faccio nel privato e nel pubblico per la causa.
RispondiEliminaErgo, parlando del rivoluzionario da tastiera, sta parlando inconsciamente (quindi senza avvedersene) di lei stesso.
Io di lei, conosco abbastanza bene il suo pensiero.
E' da parecchio che leggo il suo blog, quindi posso ben esprimere un giudizio su di esso, il suo pensiero, sopratutto, riguardo al fatto che lei, RIFUGGE DALLA FILOSOFIA DELLA PRASSI.
E confermo come dai suoi stessi sensi, che lei è un ATTENDISTA.
Per il resto, non ho nulla da ridire sul suo operato intellettuale, anzi, ce ne fossero a migliaia di blog come il suo.
Non ho mai usato altri nick, ma ho postato come anonimo invece.
Se ho messo il nick recentemente, è perchè ho notato, che faceva piacere a lei.
La cosa comunque, mi risulta del tutto insignificante, dal momento che lei non ci mette la faccia, usare nick o anonimato per l'occasione da parte di chi commenta, è la stessa cosa.
Ancora cordiali saluti, e auguri per l'ottimo lavoro svolto su questo blog.
The Red
mi spiace veramente averla fatta arrabbiare
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