È chiaro da quanto sta succedendo e accadrà di conseguenza che la borghesia non è interessata, dopo averci fatto vivere per quasi un ventennio sotto la caricatura berlusconiana, a un effettivo cambiamento. Non sto parlando di un cambiamento radicale, ma solo di un mutamento delle cose dal punto di vista riformistico. Si doveva mandare a casa Berlusconi e andare alle urne a gennaio. Invece siamo al pastrocchio, mettiamo tutto in mano ai dipendenti delle banche e alle camarille romane.
Lo spread è una mistificazione, una scusa. Ben oltre l’80 per cento del debito per quest’anno è già stato rinnovato per cui l’impatto dell’aumento dei tassi sarebbe molto limitato anche se il differenziale si mantenesse alto. La maggior parte di quelli che in Tv e nei giornali parlano di queste cose o mentono o sono degli idioti. Spesso entrambe le cose. Chi ha memoria ricorda che in Italia sono stati pagati tassi d’interesse a due cifre per anni, perciò pagare per qualche mese dei tassi più alti non sarebbe stata la catastrofe (una volta eliminato Berlusconi ed indetto elezioni).
Ma i mercanti hanno in testa ben altro, sanno bene che con la vendita dei beni statali ad un prezzo di mercato in capo a sei mesi dimezzerebbe il debito. Invece ad approfittarne saranno quelli che si possono permettere di acquistare a prezzi di saldo il patrimonio statale, con la mediazione delle banche d’affari, a cominciare da industrie e società, quindi i terreni demaniali che dopo cinque anni possono cambiare destinazione d’uso, cioè da verdi a cemento. Insomma, il Britannia II.
Il problema è un altro: da questa situazione non si esce e ci avviamo a un bagno di sangue per le classi più deboli. Le pensioni, anzitutto, cuore del sistema sociale. E il lavoro che non c’è e non lo puoi creare artificialmente. La soluzione migliore sarebbe uscire dall’euro, ma ne siamo prigionieri. Quando si concede a altri di battere moneta diventi un suo servo. Dichiarare fallimento come ha fatto l’Argentina è semplicemente folle. Bisogna sapere cosa è successo lì prima di dire queste cose. In Italia la cosa prenderebbe poi anche un’altra piega.
In generale andiamo verso una situazione esplosiva (non si parla più dei famigerati derivati, attendo di vedere le banche americane, francesi e tedesche) e mutamenti violenti. La storia ha cambiato pagina e la politica è ancora ferma al Novecento, a degli attori fuori tempo. Sul piano interno, nostro, si richiederanno sempre e nuovi sacrifici e con un progressivo restringimento degli spazi di democrazia (farlocca quanto si vuole) e perciò si andrà verso derive pericolose, con proteste di piazza e dove prima o poi un sistema autoritario sarà visto da molti come una provvidenza del cielo.
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