lunedì 14 novembre 2011

Svendesi patrimonio immobiliare con vista sull'estero



La manfrina per la formazione del governo “tecnico” ha seguito il copione greco, dopo quello irlandese, slovacco, portoghese e le annunciate elezioni in Spagna. Se la politica non ce la fa, ci pensano i mercanti a nominare i governi. E del resto, dice qualche fesso, che si poteva fare diversamente? La stessa obiezione di quando cadde Facta (e non si permise la nomina di Giolitti perché l’obiettivo era anzitutto quello di togliere la nominatività ai titoli di Stato, cosa che stava a cuore anzitutto al Vaticano) oppure la repubblica di Weimar.

Ciampi, Dini, Prodi e ora Monti. Sono vent’anni che ci chiedono “sacrifici”, che demoliscono lo stato sociale, i diritti, le pensioni, i contratti. Perché lo chiede l’Europa (l’età pensionabile è ora più alta in Italia che in Germania, per non parlare della Francia), perché lo chiede il Fmi, perché lo vogliono i mercanti in fiera. Giocano a chi riesce a farci più male come ho dimostrato fuori di ogni dubbio nel post precedente a questo.

Al governo dell’egolatria sta quindi per succedere quello formato da un’oligarchia di patrizi, di mestiere tecnocrati, ignoranti di economia come lo possono essere solo degli antimarxisti come Mario Monti (il quale in un articolo del Corriere ha paragonato, sul piano delle prospettive politiche e sociali, Marx a Berlusconi!).

L’ex premier si è tolto lo sfizio di proclamare in tv, con la iattanza che gli è propria, di essersi fatto da parte per senso dello Stato e per generosità. Il piduista rivendica, a ragione, di non essere stato battuto dal voto alla camera e, sempre a ragione, di avere ancora la maggioranza al senato.

La defunta (presunta) maggioranza di democristiani, fascisti e craxiani, ha approvato, con i voti determinanti dell’opposizione (ex comunisti, ex socialisti, ex fascisti e democristiani) un pacchetto di tagli sociali e deregolamentazione del lavoro, nonché alcune norme sulla vendita dei beni demaniali, tutte da leggere (art. 6).

Facciamo un esempio concreto: se vuoi un immobile che lo Stato vende a Bellinzona, a Chambery oppure ad Antananarivo (non sono nomi di località citate a caso), non serve nessuna asta pubblica, poiché la vendita può effettuarsi “mediante trattativa privata anche in deroga al parere della Commissione immobili del Ministero degli affari esteri”. La perla è questa: La stima del valore di mercato dei beni di cui al presente comma può essere effettuata anche avvalendosi di soggetti competenti nel luogo dove è ubicato l’immobile oggetto della vendita”. Insomma, se un tizio o una società vuole comprarsi un palazzo o un terreno di proprietà dello Stato italiano sito in un paese estero e si fa amico un mediatore in quel paese, la stima del valore dell’immobile la fa il compratore. Vuoi mai che la corte dei conti vada a controllare la congruità della stima ad Antananarivo?

7 commenti:

  1. ecco cosa succede alla Grecia ... http://informarexresistere.fr/2011/11/12/orrore-la-grecia-in-schiavitu-e-stata-venduta-agli-inglesi/#axzz1daPr7tGU
    peccato che nessun giornale e nessuna tv ne parli.

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  2. E' sostanzialmente, per semplificare, lo stesso meccanismo delle cartolarizzazioni del patrimonio immobiliare degli Enti pubblici di piu' o meno recente realizzazione. Il prezzo congruo(?) lo ha stabilito non il venditore ma la società, appositamente costituita, che ha acqisito tali beni. Ai medesimi Enti è stato fatto obbligo, in seguito, di riacquistare quei beni rimasti invenduti per evidente inappetibilità. Sostanziosi profitti privati e doppie perdite pubbliche. Quegli immobili erano stati comprati, come voleva a suo tempo la legge, con i denari dei lavoratori( salario e rendite da infortunio differite)e costituivano la indispensabile riserva occulta dello stato sociale. La Corte dei Conti non ha mai sollevato alcun rilievo.

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  3. perfetto, ma vai a raccontarlo a ....
    tangentopoli era uno scherzo a confronto

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  4. Gentile Olympe,
    mi permetto postare un linco pure io.
    Buona fortuna a tutti noi.
    Distinti saluti,
    Ettore.


    http://www.rischiocalcolato.it/2011/11/prof-mario-monti-lunico-economista-con-una-sola-citazione-scientifica-in-tutta-sua-vita.html

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  5. LE SAREI GRATA SE MI SPIEGASSE QUESTO PEZZO
    Senza scadere nel complottismo da operetta costoro sono convinti che l'obiettivo dei mercati vada ben oltre le nostre misere sorti(italia grecia). Nel mirino ci sarebbe la Banca centrale europea di Francoforte e l'idea di costringerla a cambiare statuto e a diventare a tutti gli effetti prestatore di ultima istanza. A stampare moneta come la Federal Reserve e la Bank of England. Ricostruendo la giornata di lunedì i sostenitori di questa tesi invitano a leggere l'altalena dei titoli del debito spagnolo, sono stati i bond iberici a determinare l'inversione della tendenza al ribasso del nostro spread. In sostanza le mani forti del mercato picchierebbero Spagna e Italia ma guardano alla Francia, giudicata una tripla A debole. Se Parigi dovesse entrare davvero nel mirino degli hedge fund allora Berlino, finora unica contraria al cambio di statuto della Bce, sarebbe costretta a cambiare posizione. Fantafinanza? Sicuramente no, visto che circolano tra gli operatori studi americani che sostengono proprio questa tesi e le dinamiche di mercato della giornata di ieri qualche argomento a favore lo forniscono con i titoli di Stato spagnoli arrivati a 434 punti di differenza dai Bund e con lo spread francese attestato a quota 165. Va da sé che se dovesse esser vera questa tesi noi rappresentiamo il classico vaso di coccio e anche il varo di un buon governo con un convincente programma non ci toglierebbe del tutto dalla peste. Non tutti gli operatori condividono la pista che porta a Francoforte ma la si sente ripetere sempre più spesso.

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  6. che nel mirino ci sia la Bce è noto da tempo, che la si voglia far diventare a tutti gli effetti prestatore di ultima istanza anche, in modo da blindare (pensano) il debito stampando (elettronicamente) moneta

    non so se nel dettaglio la faccenda dei tiroli del debito spagnolo c'entrino qualcosa, sta di fatto che molto presto la speculazione picchierà non solo la francia ma anche la germania per la nota esposizione delle banche d'oltralpe sui titoli greci, italiani e non solo. A quel punto berlino cambierebbe atteggiamento? può darsi, ma cosa ce ne importa? credo che scriverò un post non direttamente su questo tema ma su un argomento collaterale

    ciao

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