venerdì 25 novembre 2011

Di che classe sei?

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“Non è la coscienza degli uomini
che determina il loro essere,
ma è, al contrario, il loro essere sociale
che determina la loro coscienza”

Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, nel suo ultimo libro dal titolo eloquente, La scomparsa della borghesia, scrive: “nella percezione dell’opinione pubblica soltanto un terzo degli italiani crede ancora al conflitto di classe (borghesia e operai), mentre il 61 per cento è convinto della centralità del conflitto generazionale (vecchi e giovani) e oltre l’80 per cento parla di  conflitti di natura generica (per esempio ricchi o poveri, inclusi al vertice ed esclusi”. Bisognerebbe anzitutto chiedersi, ma gli intellettuali non sono più abituati a porre domande vere, perché nella percezione dell’opinione pubblica sia scomparso il conflitto di classe.

Secondo De Rita, a dominare nella società italiana è una classe media la cui dilatazione fuori controllo avrebbe occupato ogni interstizio sociale, impedendo il differenziarsi dei ceti sociali e il costituirsi di una élite capace di guidare l’ormai famoso cambiamento e di ancorarlo a interessi collettivi (*). In altri termini l’aver impedito il formarsi di una nuova borghesia dinamica e innovatrice, avrebbe condannando all’estinzione la borghesia stile vintage e con essa anche il conflitto di classe, per lasciare posto a quello intergenerazionale e tra censi.

La tesi è un repêchage, queste cose le sanno scrivere anche quelli della Casaleggio&Grillo. È chiaro che la borghesia così come ogni altra classe sociale è un aggregato in continua trasformazione; altro però è credere alla sua estinzione di fatto, alla sua diluizione marcescente nell’individualismo egoistico che pure non è una novità. Tuttavia non voglio polemizzare con un’analisi che considera i fenomeni sociali nella loro manifestazione esteriore, un pout pourri di contrapposizione tra ricchi e poveri, giovani e anziani (se ci fossero solo le forme non ci sarebbe bisogno della scienza, afferma Marx).

Il metodo fondamentale che distingue le classi è il loro posto nella produzione sociale e in conseguenza il loro rapporto con i mezzi di produzione. L’appropriazione di questa o quella parte dei mezzi sociali di produzione e la loro conversione in economia privata per la vendita del prodotto costituisce la caratteristica fondamentale che distingue le due grandi classi della società moderna: la borghesia, classe proprietaria dei mezzi produzione e detentrice del capitale, e il proletariato, privo di mezzi e costretto a vendersi come forza-lavoro, anche se ciò non implica che tutti i proletari si trovino nella stessa identica relazione rispetto al capitale (ometto la distinzione tra salariato produttivo e non produttivo, così come ometto che esistono altre classi non impiegate direttamente nella produzione). Essi restano incatenati a una sfera di attività determinata ed esclusiva che è loro imposta quasi “naturalmente” e dalla quale non possono sfuggire se non vogliono perdere i mezzi per vivere.

Pertanto, il prius su cui s’innesta la divisione in classi è dato dalla divisione sociale del lavoro e non, meramente da reddito, status, frequentazioni, rapporti di vicinanza o lontananza dai partiti e dal potere, posto di lavoro e luogo di abitazione. Ovvio che le classi esistono solo a partire dagli individui, dai gruppi e dagli insiemi, e che tali peculiarità sono essenziali nell’azione di trasformazione delle classi (e ciò si rende ancor più evidente nei comportamenti dei singoli gruppi durante le lotte di classe), ma dopo aver scomposto una totalità economico-sociale in gruppi e insiemi per rilevarne i fenomeni di dettaglio, quali possono essere per esempio i modelli di riferimento e di consumo, l’orientamento politico ecc., è tuttavia necessario poi cogliere la formazione economico sociale nella sua globalità di sistema organizzato attorno a delle peculiarità.

Quanto al processo di proletarizzazione, vexata quæstio, questi è stato dapprima indotto dallo sviluppo delle forze produttive cui aderiscono rapporti di produzione che hanno espropriato la popolazione agricola e artigiana facendo tendenzialmente di ogni lavoratore un salariato; in seguito, la necessità di sviluppo e accumulazione del capitale, la gigantesca fase espansiva del secondo dopoguerra, hanno consentito e anzi imposto il costituirsi sul piano politico e ideologico dell’illusione riformista (lo Stato-provvidenza keynesiano), basata su pratiche redistributive e di sostegno del reddito, ma soprattutto sulle spese improduttive e parassitarie che hanno determinato infine la crisi fiscale dello stato e la necessità di rimodellare gli istituti politici, giuridici e i rapporti sociali  in senso regressivo e totalitario. Lasciando a parte il tema degli effetti della finanziarizzazione parossistica dell’economia così come quelli connessi alla ristrutturazione produttiva, vediamo che in questa nuova fase salta la mediazione tra rappresentanze del capitale e quelle del lavoro (caso Fiat docet) e in definitiva la capacità di garantire gli standard di riproduzione della classe operaia nei paesi di antica industrializzazione.

Pertanto i cicli della lotta di classe seguono i cicli capitalistici dell’accumulazione e affermare che la lotta di classe tra borghesia e proletariato non esiste più, è un grave errore di prospettiva storica e significa anzitutto negare la contraddizione fondamentale, quella tra capitale e lavoro, quindi appiattire la dinamica dello sviluppo storico, vederne solo un momento e una parte. Gli avvenimenti in corso già mettono abbastanza  in chiaro tale situazione e ciò diventerà sempre più evidente nell’evoluzione e con l’aggravarsi della crisi nella fase declinante del modo di produzione capitalistico.

(*) Tranne Mario Monti, il quale, secondo quanto dichiarato da De Rita alla signora Gruber, fa parte di un élite superiore alla borghesia stessa. De Rita sembra aver ragione, i personaggi alla Monti fanno parte di una super classe manageriale che amministra il sistema capitalistico, i nemici numero uno del proletariato, e per questo tanto cari ai liberal bipartisan; in realtà essi sono solo degli uomini di paglia incaricati di gestire il debito pubblico e il fallimento degli Stati nazionali.

15 commenti:

  1. Abbi pazienza, solo per capire data la mia "ignoranza". Prendi la Fiat, prendi i suoi "padroni", prendi i suoi "operai": mi spieghi quale sarebbe, in una prospettiva marxista, la migliore delle condizioni possibile?
    La scomparsa del concetto (e dell'oggetto) della "proprietà" e della "dipendenza"? E questo per qualsiasi tipo di azienda, chiaro, dalla piccola impresa alla grande.
    In buona sostanza: come si strutturerebbero, in concreto, i rapporti sociali in una società di quasi perfetta aderenza ai principi marxisti? Io fatico molto a immaginare la scomparsa della "differenza".

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  2. La lotta di classe tra borghesia e proletariato non esiste più, in quanto il proletariato non si sente più tale e ha smesso d lottare.
    In questo senso non c'è lotta di classe. C'è una classe che fa scempio dell'altra. E' come la gag di Totò che viene preso a schiaffi da uno che ce l'ha con Pasquale. Lui prende le botte, ma non reagisce, tanto "e mica so' Pasquale io, no?"

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  3. Bisognerebbe che simili concetti, consapevolezze, arrivassero e si diffondessero, tra i lavoratori tutti, i precari, i disoccupati, i pensionati, e in ultima istanza, a chi non possiede altro che la propria forza-lavoro, non trova?

    The Red

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  4. Il metodo fondamentale che distingue le classi è il loro poso nella produzione sociale e in conseguenza il loro rapporto con i mezzi di produzione.

    Credo che lei forse voleva scrivere "è il loro peso" e non "il loro POSO".
    Saluti

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  5. Ottimo articolo, nulla da aggiungere!
    Potrei solo obiettare una questione di "lana caprina", in sociologia le classi non esistono se non quando i GRUPPI SOCIALI prendono consapevolezza di essere "sulla stessa barca", a quel punto si può parlare di classi

    Un suggerimento per il blog, inserisca i pulsanti di condivisione per altri strumenti web, poichè, piaccia o non piaccia l'attuale "feticismo informatico", consentono un più facile, più intuitivo e più veloce metodo di condivisione dei suoi articoli che dovrebbero avere una maggiore visibilità!
    Mi permetto di indirizzarla in tal senso nel caso avesse poca dimestichezza: entri nella sua bacheca, vada su Layout, clicchi su "Modifica" dell'elemento "Post", le si aprirà un'altra finestra dove dovrà "checkare" la voce "Mostra i pulsanti per la condivisione"

    Saluti

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  6. @ anonimo: ho corretto, molte grazie

    @ massimo: i cicli della lotta di classe seguono i cicli capitalistici dell’accumulazione

    @ the Red: non bastano i concetti e le consapevolezze. l'esergo marxiano lo spiega bene: non è la coscienza ...

    @ luca: non essiste la "prospettiva" marxista,così come non esistono i principi marxisti: questa è propaganda messa in giro dalla borghesia e dai perditempo "de sinistra".
    non in quanto ricetta per l'avvenire bell'è pronta.

    "prendi la Fiat e i suoi padroni". Non prendo niente, il lavoro (manuale e intellettuale) va ripensato, va ripensata la produzione e il consumo, la vita stessa dopo aver abbandonato la sopravvivenza e il mero valore economico dell'esistenza, quindi una nuova alleanza con la natura,ecc.

    chi dirige il mondo è un malato, prima c'è lo mettiamo in testa e megli è

    in dettaglio non so come sarà la società del futuro, è dalle situazioni che si creeranno che dipenderà tutto il resto

    caro Luca, cerchi la mistica della consolazione? io non credo, ma se cerchi la ricetta per il paradiso su questa terra io non ne vendo

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  7. grasie roob per i suggerimenti, vedrò di metterli in pratica

    appunto, in sociologia ... :-)

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  8. Devo sporcarle la bacheca...ma non trovo un metodo per contattarla privatamente!

    Non conosco la sua opinione sui social network o la sua dimestichezza, la inviterei a iscriversi ad aprirsi un account su google+(utilizzando blogger la "centralizzazione" degli strumenti è semplificata)!

    Perchè questo invito? Se non sbaglio, dovrebbe essere l'utente "Vento Rosso" che di tanto posta da Grillo, se così non fosse ho fatto una gaffe, ma non toglie l'intento di questo mio invito: essendo la "massa informe" allergica a novità o cose "di nicchia" al momento Google plus si sta dimostrando un ottimo social network per "professionisti", cosa voglio dire? A differenza di altri strumenti c'è maggior qualità dei contenuti(non posso negare che sia il paradiso dei nerd e quindi di argomenti informati correlati), ma anche per altri contenuti lo fa diventare uno spazio più sapiente e lontano dai facili populismi di altre piattaforme, insomma la sua voce arricchirebbe in tal senso e forse forse i "compagni" potrebbero egemonizzare un mezzo prima della sbirraglia nazistella o dei democratici capitalisti dal volto umano!

    ci faccia un pensiero e se accetta sa come trovarmi, mi farebbe piacerebbe averla tra le mie cerchie!

    Saluti

    P.S.: ma è una donzella?

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  9. Roob, ho letto il suocommento (che non pubblico) mi mandi per favore la sua mail che io le mando la mia in modo da poter operare nel senso che dice
    grazie molte

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  10. Stimata Olympe,
    da decenni sostengo che le analisi di Marx sono tra i più preziosi "bandoli della matassa" per costruire una società finalmente all'altezza delle potenzialità e dei bisogni dell'umanità.
    Nei tempi di revisionismo,fine della storia,yuppismo,consumismo e industria della comunicazione di massa, è stata una dura solitudine intellettuale.
    Ho scoperto,solo alcuni mesi addietro,per caso,il suo blog: è stata una vera gioia!
    Ora,finalmente,con al crisi e il disvelamento massiccio del funzionamento (?) del capitalismo si torna a ragionare dopo l'ubriacatura.
    Uno strumento utile perchè i saperi diffusi nei movimenti possano precipitare in forme più organizzate e incisive è l'informazione.
    In internet è tutto molto frammentato: la ricchezza dei saperi e delle esperienze mescolata con la "rumenta" (sono apolide ma ora sto in liguria).
    Credo che ci vorrebbe un aggregatore di blog di sinistra,in cui le segnalazioni degli utenti costruiscano un palinsesto continuamente aggiornato,facilmente visibile e fruibile,che possa,in prospettiva,fare da contraltare alla dispersione,da un lato,e alla grancassa deviante del mainstream dall'altro.
    Dai blog,da internet,dai giornali:politica,economia,cultura,scienza e il minimo indispensabile di cronaca.
    Di esempi,in campi differenti ce ne sono: dallo yankee The Huffingtone Post al casareccio Tze Tze di Grillo. Ma i modelli migliori,seppur in altri settori,sono Wikipedia e Linux.
    Credo che,con Lei, ci sarebbero garanzie di rendere un grande servigio a tutte quelle persone che sentono come "necessario e urgente" un altro mondo,fornendogli uno strumento in più per avere una visione condivisa attraverso il confronto per arrivare prima e meglio all'azione.

    Grazie per l'attenzione gianni

    mariani.gianluigi@fastwebnet.it

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  11. caro Gianni, grazie per le sue parole e l'attenzione.
    un altro lettore mi ha proposto google plus.
    non so, mi sto informando, vedremo

    sono d'accordo con lei che la battaglia per l'informazione è decisiva, mai come oggi

    non credo però che lascierò questa piattaforma per un'altra, così come non sopravvaluto il contributo che altrimenti potrei dare altrove

    non ho ben chiaro quanto lei con premura e gentilezza mi sta proponendo, ma soprattutto, lo dico per chiarezza, a me non interessano le confraternite di stile e linguaggio, a me interessa proprio il tipo di lettori (eterogenei) che già mi leggono (ve ne sono alcune dozzine di molto affezionati)

    insomma non ho la pretesa di rivolgermi alle "moltitudini", malsopporto i discepoli, e non prometto moltiplicazioni di pane e pesce

    l'unico tipo di "azione" che potrei condividere non riguarda le "avanguardie" (troppi errori sono stati commessi, non perché mancasse l'analisi ma perché i mezzi erano velleitari e anche folli. forse lei è giovane e queste cose le ha sentite solo raccontare, meglio così). è un tipo di azione che nascerà spontanea e che troverà la sua strada, anche se vedo gravissimi pericoli e spero tanto di sbagliarmi

    cordialissimi saluti

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  12. In effetti,noi lettori,dobbiamo solo ringraziarla per il bel servizio che ci rende con i suoi post.
    Per quanto riguarda le avanguardie, ho ben presente che nessuno ha la verità in tasca perchè la verità è un cammino infinito di ricerca costante e faticosa.
    Ma...diceva Einstein "E'difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità".
    In questo spirito, oggi,come lei scrive, "la battaglia dell'informazione è decisiva".
    Allora la mia proposta si riferiva alla possibilità di allargare il fronte unendo le forze.
    Credo infatti nell'utilità di creare un aggregatore di notizie "di sinistra" provenienti dai singoli blog, dai movimenti,da riviste e giornali che,attualmente,sono sparpagliate nel web.
    Senz'altro un grande spreco, in cui molte cose vanno perse o,vicerversa,per trovarle va perso molto tempo. O,ancora più frequentemente,molta energia è necessaria per verificre e filtrare tutto ciò che viene diffuso da chi ha interessi specifici di distrarre,deviare,alterare dalle problematiche reali della società del nostro tempo.
    Nient'altro che uno strumento di qualità per emanciparsi sempre di più dall'assordante mainstream.
    Perchè lo propongo a lei?
    Perchè penso che lei abbia l'autorevolezza intellettuale per patrocinare la nascita di una specie di Wikipedia dell'informazione.
    Una strada concreta per iniziare a sperimentare questa via potrebbe essere quella di certificare una serie di redattori/lettori volontari che segnalano informazioni tratte dal web per costruire quotidinamente un palinsesto informativo.
    La certificazione,dopo un primo suo filtro,sarebbe confermata dai fruitori del blog attraverso la verifica (pulsante tipo mi piace) del gradimento della qualità delle notizie selezionate da ciascun redattore.
    Questo,comunque, è solo un suggerimento, perchè credo che aprendo un dibattito sul blog altri ne potrebbero arrivare.
    In ogni caso, rispetto e stimo molto le cautele che lei ha espresso e la sua voglia di rimanere libero da qualsiasi obbligo esterno,fosse anche solo organizzativo.
    Forse così la sua mente sarà più libera per continuare a sfornare idee e analisi che sono di grande interesse e utilità per tutti noi lettori.
    E mi scusi se ho cercato di travolgerla con questa idea,ma,mi creda,l'ho fatto perchè sento l'urgenza di avere luoghi dove i cervelli si possano abbeverare e non avvelenare.

    Con immutata stima gianni

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  13. caro Gianni, la ringrazio per la stima e la fiducia, sicuramente eccessiva, che ripone nelle mie capacità e volontà. purtroppo devo declinare l'invito anzittutto per semplici ragioni di carattere personnale in quanto il mio stato di salute non mi permette, a volte per lunghi periodi, di fare nulla e anzi di dover dettare quanto poi viene pubblicato.

    per fare l'operazione da lei auspicata, credo occorrano poi persone giovani e preparate (e io non sono più giovane e sono scarsamente capace in tante cose) che si conoscano e possano entrare direttamente e visivamente in contatto tra loro

    insomma un sodalizio di un certo tipo di persone e situazioni

    spero che la sua idea possa travare realizzazione e la fortuna che senz'altro merita

    con molta simpatia

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  14. Molti auguri per la sua salute e grazie per l'attenzione e la grande cortesia
    gianni

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