giovedì 15 aprile 2010

Bambini, benefattori e pederasti


La questione della mensa, cioè delle rette e dei bambini esclusi. Certo che qualcuno deve pur pagare le spese della mensa, altrimenti se tutti facessero i “furbi” …… E già possiamo immaginare i commenti e i raffronti dei genitori puntuali con i pagamenti nei riguardi degli altri genitori. Minimo si rinfaccerà loro la cilindrata della macchina o altri presunti status. Poi, per fortuna, a sbrogliare la matassa è intervenuta una moderna forma di evergetismo. Ma anche questo fatto ha trovato le sue doglianze.
In un sistema sociale decente (dico: solo decente), questi fatti della mensa scolastica, non dovrebbero nemmeno esistere. I liberisti storceranno il naso, ma i più non fanno una grinza quando lo Stato elargisce somme considerevoli alle scuole private e le Regioni sostengono le rette per gli istituti scolastici religiosi. Il tutto contro una norma chiarissima della Carta costituzionale. Naturalmente sto parlano di un sistema sociale dove la fiscalità non sia una burletta.
Altri motivi di riflessione qui.
La lettera del cittadino benefattore è uno scampolo di stagione. Esordisce così: «A scanso di equivoci, premetto che: non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per Formigoni». La lettera, in verità non lascia nessun equivoco che valga la precisazione. Verrà ancora il giorno in cui si scriverà: a scanso di equivoci, premetto che non sono ebreo, “zingaro” o extracomunitario? Quindi prosegue:  «… non facciamo come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”». No, non lo abbiamo fatto, ma non facciamo nemmeno come quelli che, seduti nelle stanze del potere,  mettono le bombe e simili.
Quindi, prosegue, il nostro benefattore:
«Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case. Non vorrei mai essere io al pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro (regolari). (....) Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro. Sono come i genitori di quei bambini».
Eccoci al punto: i genitori dei bambini che non pagano le rette sono come gli evasori fiscali, i magliari dell’impresa che non saldano i fornitori, i fraudolenti in genere. Ecco a cosa servono i media di ogni indirizzo, a conformare un sano senso comune bipartisan.
Il benefattore di Andro una lezione l'aveva impartita, con un effetto decisamente migliore se avesse omesso di scrivere la lettera.
* * *
Il noto cardinale ha equiparato la pedofilia all’omosessualità. Poi, come sempre di questi tempi, ha tentato di coprire la voragine prodotta con una badilata di sterco. Dio conservi questo papa e questi cardinali, ne abbiamo tanto bisogno.
Questo non succede perché è impiegato a sproposito il significato del termine “pedofilo”, ma tale uso  comune favorisce indubbiamente un po’ di confusione, di modo che il molestatore di ragazzine è ugualmente chiamato “pedofilo”, ma difficilmente può essere passato per omosessuale (secondo il criterio del cardinale). Ecco perché (ma non voglio fare il primo della classe, ci mancherebbe) ho sempre usato il termine “pederasta”, più corretto. Mi sembra.

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