sabato 17 aprile 2010

Giganti


Lavorando al Tg 1 notai come la curva di ascolto di tutti i telegiornali, si flettesse prima della sigla. Vale a dire centinaia di migliaia di cittadini scattavano sul telecomando, cambiando canale. Non lasciavano un tg per un altro, no: sceglievano di non essere informati.
“Sceglievano di non essere informati” da Riotta (et similia). Ma soprattutto “sceglievano”. E questo non ci può stare. E avendo letto le regolette di Vance Packard, ha deciso “di riscrivere gli ‘zang' perentori della sigla”, facendosi aiutare da Ludovico Einaudi. Del quale ora promuove, presso i lettori de Il Sole 24ore, un elegante cofanetto con CD di un concerto fino ad oggi inedito.
Naturalmente non potevano mancare: Obama, Fenoglio, Luigi e Giulio Einaudi, Salgari, Mozart, Manzoni, Paul McCartney, Julian, il figlio primogenito di John Lennon, quindi i Beatles, il mitico Atlante, Eschilo, Ellington e Ray Charles, yin e yan, il passo del guerriero Zen e altre amenità. C’è anche Calvino, perché lo scrittore non manca mai, sia pure un Calvino “capace di vivere con la gente comune senza ritrarsene”, mentre per Riotta deve trattarsi di un’impresa insostenibile.
L’articolo è breve, altrimenti avrebbe citato anche i nomi di Wittgenstein, Russell, Arbasino, Dan Brown, Joanne K. Rowling, Coelho, Thomas Hardy, Karl Deutsch, eccetera. Come ha fatto qui, come succede sempre, quando il Vanesio ha bisogno di un aiutino per “sorreggere il mondo sulle sue fragili scapole”, di autorevoli giganti a cui affidare la conferma delle sue spettabili intuizioni.
Una notizia: lui, Riotta, e Ludovico Einaudi, figlio dell’editore e nipote dell’economista e Presidente della Repubblica, hanno avuto una “infanzia povera”. Mai troppo borghesi, mai troppo popolari, questi figli di. Arrivati con gli dei, andranno via come il vento.

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