martedì 20 aprile 2010

Il lupo e il pelo


Anche l’Osservatore romano celebra, a modo suo, il centenario della morte di Mark Twain. Lo fa con un articolo di Giuseppe Fiorentino, molto misurato e reticente quanto basta sullo specifico, cioè sull’atteggiamento assunto dallo scrittore in merito alla religione cristiana.
Il suo fragile equilibrio è stato presto compromesso e con il trascorrere degli anni lo scrittore, complici le non felicissime vicissitudini della sua vita, è inesorabilmente scivolato verso un pessimismo totale. Il già scarso affetto mostrato verso la vita e verso gli uomini ha via via lasciato spazio all'amarezza e l'ironia è stata sostituita da un acido sarcasmo. Ne sono prova le centinaia di aforismi lasciatici dal vecchio Mark Twain. Fulminanti piacevolezze del tipo:  "Alla fine comparve la scimmia e tutti compresero che l'uomo era vicino. E fu proprio così. La scimmia continuò a svilupparsi per cinque milioni di anni e quindi si trasformò in uomo, almeno in apparenza".
Ed infatti si dimentica di dirci da dove ha tratto questa citazione: Lettere dalla Terra (Letters from the Earth) di cui ho parlato ieri, riportandone alcuni brani. Insomma i preti vorrebbero apparire ciò che non sono e che non potranno mai essere, liberi dai loro pregiudizi.

* * *
Sempre sull’Osservatore c’è un articolo che riporta alcuni passi dell’intervista rilasciata dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, a Sussidiario.net. Eccone un brano:
C'è oggi - ha osservato ancora de Bortoli - "un nichilismo imperante che spesso e volentieri dà contro il cristianesimo. Anche nella polemica sul tema, purtroppo triste, della pedofilia c'è una parte della società italiana che assiste da spettatrice non interessata, qualche volta annoiata e qualche volta compiaciuta, a questa disputa che vede il Papa e la Chiesa accerchiati, per molti motivi. Naturalmente, anche per errori commessi". Tuttavia, "La Lettera pastorale ai cattolici d'Irlanda ha un peso rivoluzionario. La Chiesa è chiamata al risarcimento e sta facendo la sua parte, ma sono convinto che sia ancora oggi oggetto di una crociata", che è "dettata da pregiudizi e interessi. Penso con sofferenza alla quasi totalità dei preti che fanno il proprio mestiere ma che probabilmente, oggi, escono di casa con un timore in più. Non è giusto, perché la pedofilia riguarda tutta la società".
Ha ragione De Bortoli, la pederastia riguarda tutta la società, ma essa, quando scoperta, va denunciata e perseguita dalle autorità. La Chiesa invece ha coperto tutti i casi dei quali ha avuto notizia e anzi si è fatta spesso complice, trasferendo i criminali da una parrocchia all’altra. E persevera ostinata nel non voler ammettere i propri crimini di omissione e favoreggiamento, chiamandoli “peccati”.

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