Dopo lo “storico” accordo firmato recentemente a Praga tra Barack Obama e Medvedev per la riduzione dell’arsenale missilistico, si apprende che il presidente Usa ha dato il via alla realizzazione del programma, già impostato da Bush, che consentirà agli Usa il pre-emptive defense, ovvero un’azione preventiva di tipo convenzionale (anche in assenza di un attacco “imminente”), rapida e risolutiva nei confronti di ogni possibile minaccia. Si tratta di un programma molto complesso che prevede in un primo tempo la modifica di 24 SLBM (Submarine Launched Ballistic Missile) Trident rimpiazzando le testate nucleari con esplosivo convenzionale. Ma il fiore all’occhiello del programma prevede un velivolo da crociera denominato HCV (Hypersonic Cruise Vehicle), un mezzo ibrido in grado di decollare dalla pista di una qualsiasi base militare, salire a quote superiori a Mach 10 per circa 9mila miglia e poi colpire grazie ai suoi sensori bersagli di qualsiasi genere in tempi inferiori alle due ore. Si sta anche lavorando ad un CAV (Common Aero Vehicle), una sorta di “aliante” che una volta raggiunta una quota idonea sulle spalle di un razzo vettore, si sgancerebbe planando poi a velocità ipersoniche verso il bersaglio terrestre.
Di questo articolato progetto ne accenna anche l’Osservatore romano di oggi sparando la notizia di una “superbomba”. Il Vaticano in questo periodo ha il dente avvelenato con gli Usa, chissà perché. Il giornale dei preti definisce sarcasticamente Obama come un “"sognatore" di un mondo libero dalla minaccia atomica”, chiudendo dicendo che “la superbomba potrebbe diventare la sua discutibile eredità alla causa della non proliferazione nucleare”.
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