mercoledì 28 aprile 2010

Capra e crauti


Oggi il manifesto, che festeggia il suo 39°, pubblica un articolo di Pavlos Nerantzis dal titolo: L’altro salvataggio: fregate da Parigi, sottomarini da Berlino. L’articolo è piuttosto generico (meglio di niente) sui rapporti commerciali di Atene relativi agli armamenti. Di questo ho scritto, in dettaglio, 50 giorni or sono  [*] .
Più in generale, in merito alla crisi finanziaria attuale, bisogna osservare che la Germania, con l’introduzione dell’euro a bischero sciolto, credeva di aver risolto gran parte dei suoi storici problemi, ma è stato come dare una Ferrari a chi può permettersi a malapena una bicicletta. Berlino era convinta di poter vendere (anche a credito) all’infinito le proprie merci in cambio di valuta forte (euro). Ma la Grecia, a parte le belle spiagge, gli ulivi e le capre, ha ben poco altro da offrire. Idem per il Portogallo e anche per la Spagna. Era evidente, per chi volesse intendere bene, che il margine d’indebitamento concordato (3% del PIL) non avrebbe potuto reggere a lungo, dato lo squilibrio della bilancia dei pagamenti con l’estero. Va aggiunto un altro fatto, e cioè che non puoi chiedere a chi ha ricevuto in regalo una Ferrari di correre a 30 all’ora.
La Germania, l’Europa, gli Usa, il mondo capitalistico, stanno rivivendo, al di là dei fenomeni di circostanza, gli stessi problemi, la stessa crisi, la stessa impasse, degli anni Trenta, aggravati da un'enorme leva finanziaria.

N.B.: la più esposta di tutti, per quanto riguarda i crediti, è la Svizzera.

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