Se Trump avesse accettato di preservare gli interessi dell’Europa, Berlino, Parigi e Londra non si sarebbero sentite escluse dal bottino di guerra e avrebbero cercato un accordo con Washington, come dimostrano le continue aperture di Starmer e Macron verso i fascisti della Casa Bianca.
Succede come per il Medioriente. Se in quei Paesi la risorsa principale fossero i datteri, nessuno spenderebbe un dollaro o un euro per farci la guerra e gli arabi vivrebbero in pace, sionismo permettendo.
L’Europa sta cercando disperatamente di far rivivere il Memorandum d’intesa tra l’Unione europea e l’Ucraina su un partenariato strategico sulle materie prime del luglio 2021, come base per il continuo sostegno al regime fascistoide di Zelensky.
L’Europa fa affidamento quasi esclusivo sulla Cina per i suoi minerali strategici. E invece questo memorandum è stato descritto il mese scorso dal Commissario europeo per la strategia industriale, Stéphane Séjourné, dopo i suoi incontri a Kiev, come la fornitura di “ventuno dei 30 materiali critici di cui l’Europa ha bisogno” come parte di una “partnership win-win”.
E invece Putin ha avanzato l’idea di una partecipazione di imprese americane allo sviluppo di un polo per la produzione di alluminio nella regione asiatica di Krasnoyarsk. Putin aveva lanciato l’idea di attirare investitori americani, pubblici e privati, per lo sfruttamento delle terre rare, affermando che la Russia ha riserve “significativamente superiori” all’Ucraina, dalla regione di Murmansk nel nord-ovest, al Caucaso nel sud, fino all'Estremo Oriente.
Parlare della fine dell’“ordine internazionale basato sulle regole” e darne la colpa a Trump, prepararsi al perseguimento dei propri interessi imperialisti con la forza delle armi, comporta un conflitto non solo con la Russia, ma anche con l’imperialismo americano. Ed è ciò che si stanno preparando a fare tedeschi, francesi e britannici.
La portata delle ambizioni europee è resa chiara dalle ingenti somme di denaro che vengono disposte per il riarmo, che vanno ben oltre quanto richiesto per i presunti sforzi di interposizione a seguito di un accordo di pace in Ucraina. È in discussione una guerra con la Russia, non per domani, ma in prospettiva.
Questa la sostanza delle cose, il resto sono chiacchiere. Che dire di chi vuole scendere in piazza a sostegno dell’Ucraina? Utili idioti. Ma è tutt’altro che escluso che tra loro ci siano alcuni elementi che sanno bene che cosa fanno e per conto di chi lavorano. Un bel giro di stipendi e di compensi vari.