martedì 25 novembre 2014

Patacche


Oggi sul Corriere della Sera compare un breve articolo che richiama un’intervista rilasciata al blog di Grillo da Arrigo Petacco allo scopo di promuovere un proprio libro. Ne avevo notizia già ieri per l’icastico commentato del mordace Malvino. Se il Corriere on line avesse fatto proprio il commento del blogger, oggi avrebbe triplicato gli accessi al sito del giornale, e invece si conferma che nessuno è profeta in patria, tantomeno uno spirito cloridrico come quello del dottore.

Petacco dichiara tra l’altro che antecedentemente alle elezioni del 1924 non c’era stata alcuna “violenza e minaccia” da parte dei fascisti, i quali raccolsero ben il 68,8% dei voti. Inoltre, afferma che Mussolini sarebbe stato “costretto a proclamare la dittatura il 3 gennaio del 1925” spinto da chi “voleva impedirgli il suo avvicinamento ai socialisti”. A ciò sarebbe servito il delitto Matteotti.



La percentuale di voti ottenuta dalle due liste fasciste (cui confluirono molti “moderati”: si pensi che i liberali si divisero in sei-sette liste) fu di qualche punto inferiore da quanto indicato da Petacco, ma ciò è mero dettaglio. Che le elezioni si fossero svolte senza “violenza e minaccia” da parte dei fascisti è una affermazione semplicemente ridicola, basti ricordare il continuo sequestro di giornali (l’Avanti! praticamente non riusciva ad arrivare mai nelle edicole, oltretutto con grave danno economico), gli arresti preventivi, le aggressioni e gli omicidi, tra tutti quello di Antonio Piccinini, tipografo di Reggio Emilia, candidato dei socialisti massimalisti.

Va ricordato proprio il famoso ultimo discorso tenuto da Matteotti alla Camera, contro il governo, accusandolo direttamente di essere il responsabile dei soprusi che avevano accompagnato tutto il periodo elettorale e finanche il giorno delle elezioni:

«Molti sistemi sono stati impiegati per impedire la libera espressione della volontà popolare. Solo una piccola minoranza di cittadini ha potuto esprimere liberamente il suo voto ... Sentiamo tutto il male che all'Italia apporta il sistema della violenza ... Badate, il soffocamento della libertà conduce ad errori dei quali il popolo ha provato che sa guarire ... La tirannia determina la morte della nazione ... ».

È bene che ognuno legga integralmente il discorso di Matteotti per farsi un’opinione su come si svolsero le elezioni e sui motivi che indussero la squadra fascista a sequestrare il deputato socialista dopo quel discorso.

Mussolini ebbe a sua volta a dire il 3 gennaio 1925 alla Camera:

«Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi».

Ed è appunto in questo clima di violenze ed intimidazioni (e non solo di propaganda), d’impunite aggressioni e omicidi che matura il caso Matteotti, qualunque siano state davvero le intenzioni dei mandanti e le circostanze del suo assassinio.

Ci si dovrebbe chiedere, oltretutto, per quale motivo, nel 1923, fosse stata costituita l’organizzazione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale nella quale vennero inquadrati molti degli appartenenti alle squadre fasciste, e l’anno prima, nel dicembre 1922, l’istituzione del Gran Consiglio del fascismo. Non erano forse queste le chiare premesse della dittatura di un partito e del suo capo?

«Non v’è dubbio che Fascismo e Stato sono destinati forse in un tempo relativamente vicino, a diventare una identità. In che modo? In un modo legale, forse. Il Fascismo può aprire la porta con la chiave della legalità, ma può anche essere costretto a sfondare la porta». Sono queste le parole pronunciate da Mussolini nel suo ultimo discorso da deputato, il 19 luglio 1922 (Scritti e discorsi, dal 23 marzo 1919 al 28 ottobre 1922, vol. II, Hoepli editore, 1934, p. 297).

Il fascismo non poteva che essere contro i socialisti poiché questi esercitavano una grandissima influenza sulle masse. E ciò basti.

Tante altre cose si potrebbero esporre per sbugiardare questo professionista della boutade,  la cui carriera pubblicistica è stata costruita con florilegio di scoop e di trovate folcloristiche, e tuttavia il mio maggior stupore nasce dal fatto che il Corriere ne parli come di uno “storico”. Storico a chi? Mi viene in mente la rumorosa risposta che l’Immortale partenopeo (uno dei pochi veri intellettuali nostri del ‘900) diede all’onorevole Trombetta.


Quanto al blog di Grillo, pubblica volentieri questa sorta d’immondizia poiché questo movimento politico trova ispirazione nella vicenda fascista, avendo ben chiaro che la destra è sempre stata incapace, dopo il fascismo, di avere una compagine e un’ideologia unitaria. Però il movimento di Grillo è a sua volta incapace di trasformare la quantità in qualità, in un’organizzazione in grado di operare una selezione politica, dando vita solo a un aggregato spontaneo e indifferenziato e indifferenziabile dal punto di vista delle capacità intellettuali e politiche che vive solo nella protesta e nell’isolamento.

3 commenti: