Tempo pessimo per votare, si lagnò
il presidente di seggio della sezione elettorale numero quattordici dopo aver chiuso
violentemente il parapioggia inzuppato ed essersi tolto un impermeabile che a
ben poco gli era servito nell'affannato trotto di quaranta metri da dove aveva
lasciato l'auto fino alla porta da cui, col cuore in gola, era appena entrato.
Spero di non essere l'ultimo, disse al segretario che lo aspettava qualche
passo indietro, al riparo dalle raffiche che, sospinte dal vento, allagavano il
pavimento. Manca ancora il suo supplente, ma siamo in orario, tranquillizzò il
segretario, Se continua a piovere cosi sarà una vera impresa se arriveremo
tutti, disse il presidente mentre si trasferivano nella sala dove si sarebbe
svolta la votazione. Salutò per primi i colleghi di seggio che avrebbero fatto
gli scrutatori, poi i rappresentanti di lista e i loro rispettivi supplenti.
Usò l'attenzione di adottare per tutti le stesse parole, non lasciando
trasparire nel viso né nel tono della voce alcun indizio che consentisse di
cogliere le sue personali tendenze politiche e ideologiche. Un presidente, sia
pure di una sezione elettorale tanto normale come questa, dovrà regolarsi in tutte
le situazioni secondo il più rigoroso senso di indipendenza, o, in altre
parole, mantenere le apparenze.
Oltre all'umidità che rendeva più
spessa l'atmosfera, già di per sé pesante in quella sala interna, con due sole
finestrelle che davano su un cortile buio anche nei giorni di sole,
l'inquietudine, per usare il paragone vernacolo, si tagliava con il coltello.
Sarebbe stato preferibile rinviare le elezioni, disse il rappresentante del
partito di mezzo, p.d.m., è da ieri che sta piovendo senza sosta, ci sono frane
e allagamenti dappertutto, l'astensione, stavolta, avrà un'impennata. Il
rappresentante del partito di destra, p.d.d., fece un cenno di assenso col
capo, ma considerò che il suo contributo alla conversazione doveva assumere la
forma di un commento prudente, Ovviamente, non minimizzo questo rischio, penso
tuttavia che l'affinato spirito civico dei nostri concittadini, in tante altre
occasioni dimostrato, sia creditore di tutta la nostra fiducia, loro sono
consapevoli, oh sì, decisamente consapevoli della trascendente importanza di
queste elezioni municipali per il futuro della capitale. Detto ciò, l'uno e
l'altro, il rappresentante del p.d.m. e il rappresentante del p.d.d., con aria
un po' scettica e un po' ironica, si rivolsero al rappresentante del partito di
sinistra, p.d.s., curiosi di sapere che specie di opinione sarebbe stato capace
di produrre costui. In quel preciso istante, schizzando acqua dappertutto, fece
irruzione nella sala il supplente della presidenza e, come c'era da aspettarsi,
visto che l'elenco del seggio della sezione veniva così completato,
l'accoglienza fu, più che cordiale, calorosa. Non siamo dunque giunti a
conoscere il punto di vista del rappresentante del p.d.s., ma, a giudicare da
alcuni precedenti noti, c'è da presumere che non avrebbe mancato di esprimersi
sulla linea di un chiaro ottimismo storico, con una frase come questa, per
esempio, I votanti del mio partito sono persone che non si intimoriscono per
cosí poco, non è gente da restarsene a casa per quattro misere gocce d'acqua
che cadono dalle nuvole. Per la verità, non erano quattro misere gocce, erano
secchiate, erano brocche, erano nili,
iguazús e iangtsés, ma la fede, sia essa per sempre benedetta, oltre a
rimuovere le montagne dal cammino di coloro che del suo potere beneficiano, è
fin capace di avventurarsi nelle acque più torrenziali e venirne fuori
asciutta.
Si costituì dunque il seggio,
ciascuno nel posto che gli competeva, il presidente firmò il bando e ordinò al
segretario di andare ad affiggerlo, come determina la legge, alla porta
dell'edificio, ma questi, dando prova di una sensatezza elementare, fece notare
che il foglio di carta non avrebbe resistito sul muro neanche un minuto, in due
amen si sarebbe stinto l'inchiostro, al terzo se lo sarebbe portato via il
vento. Allora lo metta dentro, dove la pioggia non ci arrivi, su questo particolare
la legge è lacunosa, l'importante è che il bando sia affisso e bene in vista.
Domandò ai colleghi se fossero d'accordo, tutti risposero di sì, con la riserva
avanzata dal rappresentante del p.d.d. che la decisione fosse registrata agli
atti per prevenire eventuali impugnazioni. Quando il segretario tornò dalla sua
umida missione, il presidente domandò com'era il tempo e lui, stringendosi
nelle spalle, rispose, Tale e quale, alluvionale, Neanche l'ombra. Il
presidente si alzò e invitò i membri del seggio e i rappresentanti dei partiti
ad accompagnarlo nell'ispezione della cabina di voto, che risultò scevra da
elementi che potessero svisare la purezza delle scelte politiche che vi
avrebbero avuto luogo durante il giorno. Compiuta la formalità, tornarono ai
propri posti per esaminare i registri elettorali, che pure riscontrarono scevri
da irregolarità, lacune e sospetti. Era giunto il momento grave in cui il
presidente scoperchia ed esibisce l'urna agli elettori perché possano
accertarsi che sia vuota, affinché un domani, se necessario, siano validi
testimoni che nessuna azione delittuosa vi avesse introdotto, di soppiatto, i
voti falsi che avrebbero corrotto la libera e sovrana volontà politica dei
cittadini, che ancora una volta non si sarebbe ripetuta in questa occasione
quella famosa frode cui si dà il pittoresco nome di broglio che, non
dimentichiamolo, tanto si potrà commettere prima come durante o dopo l'atto,
secondo l'occasione e l'efficienza dei suoi autori e complici. L'urna era
vuota, pura, immacolata, ma nella sala non c'era un solo elettore, uno soltanto
per campione, cui poterla esibire. Forse ce n'è qualcuno che vaga smarrito,
alle prese con l'acquazzone, sotto le sferzate del vento, stringendosi al cuore
il documento che lo accredita come cittadino in diritto di votare, ma, da come
stanno le cose nel cielo, ci metterà un bel pezzo ad arrivare fin qua, a meno
che alla fine non se ne torni a casa e lasci i destini della città nelle mani
di quelli che un'automobile nera viene a lasciare davanti alla porta e davanti
alla porta verrà poi a riprendere, compiuto il dovere civico di chi ne occupava
il sedile posteriore.
Terminate le operazioni di
ispezione dei vari materiali, detta la legge di questo paese che votino
immediatamente il presidente, i membri del seggio e i rappresentanti di lista,
nonché i rispettivi supplenti, purché, sia chiaro, siano iscritti nella sezione
elettorale del cui seggio fanno parte, come in questo caso. Pur facendo
fruttare il tempo, quattro minuti bastarono perché l'urna ricevesse i suoi
primi undici voti. E l'attesa, non c'era altro da fare, cominciò. Non era
ancora passata mezz'ora quando il presidente, preoccupato, suggerì a uno dei
membri di andare a dare un'occhiata per vedere se veniva qualcuno, magari era
comparso qualche elettore, ma si era ritrovato davanti alla porta che il vento
aveva chiuso e quindi se n'era andato protestando, se le elezioni erano state
rinviate, che almeno avessero la delicatezza di avvisare la popolazione per
radio e per televisione, che per informazioni di tal fatta ancora servono.
Disse il segretario, Lo sanno tutti che una porta che si chiude sbattuta dal
vento fa un baccano di trentamila diavoli, e qui non si è udito niente. Il
membro ebbe un attimo di esitazione, vado, non vado, ma il presidente
insistette, Vada, mi faccia il favore, e stia attento, non si bagni. La porta
era aperta, ben fissata con la sua zeppa. Il membro mise fuori la testa, un
attimo fu sufficiente per guardare da un lato e dall'altro e ritirarla
gocciolante come se l'avesse messa sotto una doccia. Desiderava comportarsi da
bravo scrutatore, compiacere il suo presidente, e, visto che era la prima volta
che veniva chiamato a tali funzioni, voleva farsi apprezzare per la rapidità e
l'efficienza nei servizi che doveva prestare, con il tempo e l'esperienza,
chissà, forse sarebbe arrivato il giorno in cui anche lui avrebbe presieduto
una sezione elettorale, voli ben più alti di questo hanno percorso il cielo
della provvidenza e ormai non si stupisce nessuno. Quando rientrò nella sala,
il presidente, fra il pensoso e il divertito, esclamò, Ehi, non c'era bisogno
di bagnarsi in questo modo, Non ha importanza, signor presidente, disse il
membro mentre si asciugava il mento con la manica della giacca, È riuscito a
vedere qualcuno, Fin dove è giunto il mio sguardo, nessuno, la strada è come un
deserto d'acqua. Il presidente si alzò, fece qualche passo indeciso davanti al
tavolo, arrivò fino alla cabina, guardò dentro e tornò indietro. Il
rappresentante del p.d.m. prese la parola per rammentare il suo pronostico che
l'astensione avrebbe avuto un'impennata, il rappresentante del p.d.d. suonò di
nuovo la corda pacificatrice, gli elettori avevano tutto il giorno per votare,
probabilmente stavano aspettando che il temporale scemasse. Mentre il
rappresentante del p.d.s. preferi stare zitto, pensava alla figuraccia che
avrebbe fatto in quel momento se si fosse lasciato sfuggire di bocca ciò che si
accingeva a dire nel momento in cui il supplente del presidente era entrato
nella sala, Quattro misere gocce d'acqua non è roba che basti per intimorire i
votanti del mio partito. Il segretario, che tutti guardarono in attesa, optò
per presentare un suggerimento pratico, Credo non sarebbe una cattiva idea
telefonare al ministero chiedendo informazioni su come sta andando la tornata
elettorale qui e nel resto del paese, scopriremmo se questa interruzione di
energia civica è generale, o se siamo gli unici che gli elettori non sono
venuti a illuminare coi loro voti. Indignato, il rappresentante del p.d.d. si
alzò, Chiedo sia registrata agli atti la mia più viva protesta, come
rappresentante del partito di destra, contro i termini irrispettosi e contro
l'inaccettabile tono di beffa con cui il segretario si è appena riferito agli
elettori, quelli che sono i supremi difensori della democrazia, quelli senza i
quali la tirannia, una qualunque di quante ne esistono nel mondo, e sono tante,
si sarebbe già impossessata della patria che ci ha dato l'esistenza. Il
segretario si strinse [...].
(José Saramago, Saggio sulla lucidità, Einaudi.
Con un po' di fortuna e se i nostri auspici si realizzeranno, l'astensionismo nell'imminente "consultazione elettorale" in Emilia Romagna dovrebbe toccare picchi mai visti. Tale è il disinteresse per la recita a finale scontato tra corrotti, indagati, voltagabbana e mezze tacche (tutti mezze tacche) che molta gente non sa nemmeno che ci saranno le elezioni.
RispondiEliminaIl sogno è che non più del 25% degli elettori vada a votare. Io ci spero molto.
vederemo
EliminaSei fantastico (o fantastica?), ma non importa!
RispondiEliminaE' tanto spassoso e nello stesso tempo tragico questo post scritto da Saramago ma propostoci da te che lo posterò nel mio spazio facebookiano che tu sia d'accordo oppure no!
Grazie per il tuo senso pratico e soprattutto rivoluzionario.
Un saluto. Domenico Colitta