Oggi sul Corriere della Sera compare un breve articolo che richiama un’intervista
rilasciata al blog di Grillo da Arrigo Petacco allo scopo di promuovere un
proprio libro. Ne avevo notizia già ieri per l’icastico commentato del mordace
Malvino. Se il Corriere on line avesse
fatto proprio il commento del blogger, oggi avrebbe triplicato gli accessi al
sito del giornale, e invece si conferma che nessuno è profeta in patria,
tantomeno uno spirito cloridrico come quello del dottore.
Petacco dichiara tra l’altro che
antecedentemente alle elezioni del 1924 non c’era stata alcuna “violenza e
minaccia” da parte dei fascisti, i quali raccolsero ben il 68,8% dei voti.
Inoltre, afferma che Mussolini sarebbe stato “costretto a proclamare la dittatura
il 3 gennaio del 1925” spinto da chi “voleva impedirgli il suo avvicinamento ai
socialisti”. A ciò sarebbe servito il delitto Matteotti.
La percentuale di voti ottenuta
dalle due liste fasciste (cui confluirono molti “moderati”: si pensi che i
liberali si divisero in sei-sette liste) fu di qualche punto inferiore da
quanto indicato da Petacco, ma ciò è mero dettaglio. Che le elezioni si fossero
svolte senza “violenza e minaccia” da parte dei fascisti è una affermazione
semplicemente ridicola, basti ricordare il continuo sequestro di giornali (l’Avanti! praticamente non riusciva ad
arrivare mai nelle edicole, oltretutto con grave danno economico), gli arresti
preventivi, le aggressioni e gli omicidi, tra tutti quello di Antonio
Piccinini, tipografo di Reggio Emilia, candidato dei socialisti massimalisti.
Va ricordato proprio il famoso
ultimo discorso tenuto da Matteotti alla Camera, contro il governo, accusandolo
direttamente di essere il responsabile dei soprusi che avevano accompagnato
tutto il periodo elettorale e finanche il giorno delle elezioni:
«Molti sistemi sono stati impiegati per impedire la libera espressione
della volontà popolare. Solo una piccola minoranza di cittadini ha potuto
esprimere liberamente il suo voto ... Sentiamo tutto il male che all'Italia
apporta il sistema della violenza ... Badate, il soffocamento della libertà
conduce ad errori dei quali il popolo ha provato che sa guarire ... La tirannia
determina la morte della nazione ... ».
È bene che ognuno legga
integralmente il discorso di Matteotti per farsi un’opinione su come si
svolsero le elezioni e sui motivi che indussero la squadra fascista a sequestrare il deputato socialista dopo quel
discorso.
Mussolini ebbe a sua volta a dire
il 3 gennaio 1925 alla Camera:
«Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima
storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché
questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che
va dall'intervento ad oggi».
Ed è appunto in questo clima di
violenze ed intimidazioni (e non solo di propaganda), d’impunite aggressioni e omicidi che matura il caso
Matteotti, qualunque siano state davvero le intenzioni dei mandanti e le
circostanze del suo assassinio.
Ci si dovrebbe chiedere,
oltretutto, per quale motivo, nel 1923, fosse stata costituita l’organizzazione
della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale nella quale vennero
inquadrati molti degli appartenenti alle squadre fasciste, e l’anno prima, nel
dicembre 1922, l’istituzione del Gran Consiglio del fascismo. Non erano forse
queste le chiare premesse della dittatura di un partito e del suo capo?
«Non v’è dubbio che Fascismo e Stato sono destinati forse in un tempo
relativamente vicino, a diventare una identità. In che modo? In un modo legale,
forse. Il Fascismo può aprire la porta con la chiave della legalità, ma può
anche essere costretto a sfondare la porta». Sono queste le parole
pronunciate da Mussolini nel suo ultimo discorso da deputato, il 19 luglio 1922
(Scritti e discorsi, dal 23 marzo 1919 al
28 ottobre 1922, vol. II, Hoepli editore, 1934, p. 297).
Il fascismo non poteva che essere
contro i socialisti poiché questi esercitavano una grandissima influenza sulle
masse. E ciò basti.
Tante altre cose si potrebbero
esporre per sbugiardare questo professionista della boutade, la cui carriera pubblicistica è stata
costruita con florilegio di scoop e di trovate folcloristiche, e tuttavia il
mio maggior stupore nasce dal fatto che il Corriere
ne parli come di uno “storico”. Storico a chi? Mi viene in mente la rumorosa risposta
che l’Immortale partenopeo (uno dei pochi veri intellettuali nostri del ‘900)
diede all’onorevole Trombetta.
Quanto al blog di Grillo, pubblica
volentieri questa sorta d’immondizia poiché questo movimento politico trova ispirazione
nella vicenda fascista, avendo ben chiaro che la destra è sempre stata
incapace, dopo il fascismo, di avere una compagine e un’ideologia unitaria. Però
il movimento di Grillo è a sua volta incapace di trasformare la quantità in
qualità, in un’organizzazione in grado di operare una selezione politica, dando
vita solo a un aggregato spontaneo e indifferenziato e indifferenziabile dal
punto di vista delle capacità intellettuali e politiche che vive solo nella
protesta e nell’isolamento.
Corregga: "La percentuale di volti ottenuta dalle due liste fasciste".
RispondiEliminasaluti
grazie
Elimina"Spirito cloridrico" è molto bello, grazie.
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