Tutti noi sappiamo che il
presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt venne rieletto nel 1944 per
il quarto mandato. Difficile che si ricordi chi fu il suo vicepresidente. Ciò
che invece ricordiamo è che il presidente, molto malato, morì poche settimane
prima della fine del conflitto in Europa. Ad essere precisi morì il 12 aprile
1945. La legge americana stabilisce che in simili casi, come avverrà poi con
Kennedy, succeda nella carica di presidente il vice presidente. Ed infatti,
come tutti sappiamo, gli successe Harry Truman. Ma costui fino ad 83 giorni
prima non era affatto il vice presidente degli Stati Uniti. Cosa curiosa, vero?
Il vice presidente, dal 1941 e fino
al 20 gennaio 1945, cioè fino alla nomina di Truman, era un uomo molto popolare
negli Stati Uniti, un certo Henry Wallace. Di lui i libri di storia parlano
poco, anzi per nulla e non per caso. Era stato scelto nel 1940 da Roosevelt in
sostituzione di John Nance Garner, il quale non aveva approvato la candidatura
straordinaria di Roosevelt per un terzo mandato, anche perché Garner voleva
succedergli come presidente. Roosevelt scelse dunque Henry Wallace come vice
presidente, nonostante non fosse gradito alla convenzione democratica.
Wallace aveva ottenuto, dal 1933,
molto successo come segretario dell'agricoltura (era figlio del egretario
dell'Agricoltura Henry Cantwell Wallace) e Roosevelt nel 1940 voleva
contrapporre la sua nomina a quella di Charles Linza McNary, designato alla
carica di vicepresidente dal candidato alla presidenza dal repubblicano Wendell
Willkie. McNary era a sua volta un politico molto popolare presso gli
agricoltori per le sue proposte di legge di sovvenzione dell’agricoltura quando
aveva presieduto la commissione agricoltura del Senato. Wallace, sebbene
democratico, aveva sostenuto la McNary-Haugen Farm Relief Act (*).
Nel 1944 era ben noto all’establishment
che il presidente aveva i mesi contati a causa della sua malattia. La
convenzione democratica, in vista delle elezioni presidenziali dell’autunno, con
candidato per il quarto mandato lo stesso Roosevelt, al primo scrutinio aveva
scelto Henry A. Wallace quale vice presidente, però alla fine, la nomina è
andata a Truman, personaggio molto più malleabile di Wallace, il quale viene
ricordato nelle biografie come un vicepresidente che ebbe un ruolo straordinariamente
molto attivo nella gestione dell’amministrazione, più di qualsiasi precedente
vice presidente. Un vice presidente che aveva intenzione di mantenere pacifici rapporti con l'Urss.
Come è possibile notare anche
oggi, all'interno sia del partito repubblicano e anche di quello democratico, sono
presenti forze ostili a qualsiasi figura presidenziale indipendente ed
autorevole. Del resto un’oligarchia capitalistica come quella americana ha la
necessità vitale di controllare il potere governativo che ha il controllo sulla
fiscalità e la moneta, e da cui dipende la spesa statale.
Negli Stati Uniti il vero potere è
costituito dai gruppi d’interesse privati – come il settore finanziario, il
complesso militare e della sicurezza, la lobby israeliana, le multinazionali
delle comunicazioni, farmaceutiche, estrattive, agroalimentari –, i quali scrivono
le leggi che il governo deve far approvare e metter in atto (quando si parla di
attività di lobbying di questo si tratta). I due partiti politici servono
questi interessi in cambio di grandi donazioni per le campagne elettorali e
dunque fanno a gara per essere le puttane dei gruppi d’interesse privato.
Anche i capi militari beneficiano
delle continue mobilitazioni e situazioni di guerra, poiché in tal modo le
promozioni sono più rapide e le indennità stipendiali più alte. Una volta che
si raggiunge il grado di maggiore o tenente generale, si aprono opportunità di
consulenza private nel settore della difesa e della sicurezza. Questo genere di
benefit e ricompense, che esistono anche in altri paesi, fanno dei generali e
ammiragli dei complici della costante propaganda contro vere o presunte
"minacce", siano esse terroristiche, russe o cinesi.
Ecco dunque che gli Usa vogliono
rovesciare la Siria perché è un paese del Medio Oriente indipendente e non un
fantoccio di Washington. L’Ucraina storicamente fa parte della sfera d’influenza
russa, e fino a ieri l’altro faceva parte integrante della Russia, ma per
rovesciare il governo eletto ucraino Washington crea una situazione di crisi
con la Russia. Come la Cina, la Russia è un ostacolo per l'egemonia di
Washington, e la destabilizzazione di questi paesi è l’obiettivo trainante della
politica estera di Washington. L’Europa, vassalla degli Usa, non si vuole
rendere conto che la guerra nucleare non è un’opzione fantastica in una
situazione di escalation bellica, e che con essa terminerà la vita sulla terra.
(*) Durante la prima guerra
mondiale, gli agricoltori americani godevano per le loro produzioni di prezzi
elevati, posto che i belligeranti europei avevano bisogno degli Stati Uniti per
nutrire le loro popolazioni, e fu per questo che la produzione agricola si espanse
rapidamente.
Una rapida inversione di tendenza
si verificò dopo la guerra, quando le attività agricole ripresero normalmente
in Europa e massicce nuovi approvvigionamenti di cereali a prezzi più bassi di
quelli americani arrivavano dall’Australia, Argentina, Canada e perfino dalla Russia.
I prezzi crollarono negli Stati Uniti e gli agricoltori registravano enormi
eccedenze di granaglie; centinaia di migliaia di contadini avevano preso mutui
e prestiti per acquistare nuove attrezzature e terreni per ampliare la
produzione ed ora non erano ora in grado di soddisfare l'onere finanziario.
Se l’industria americana
prosperava nei ruggenti anni Venti, ancor prima della Grande Depressione degli
anni Trenta, la condizione dei contadini era particolarmente critica. Gli
agricoltori producevano in eccesso rispetto ai consumi interni, e sui mercati
mondiali erano in balia della concorrenza globale. Produttori americani non
avevano la volontà e la coesione di limitare la loro produzione al fine di
guidare i prezzi.
Gli economisti e i politici degli
Stati Uniti cominciarono ad avanzare l'idea che era necessaria una qualche
forma di regolamentazione delle esportazioni agricole e di limitare la loro
produzione al fine di guidare i prezzi. George Peek, presidente della Moline
Plow Company, propose un sistema di prezzi a due livelli: il prezzo di mercato
americano sarebbe rimasto invariato e dunque con tariffe elevate, mentre il
prezzo per l’esportazione si sarebbe basato su domanda e offerta globale, e dunque
sarebbe stato inferiore al prezzo interno.
Nei primi mesi del 1924, questo progetto
fu presentato al Congresso dal senatore Charles L. McNary dell’Oregon e da
Gilbert N. Haugen dello Iowa. Il loro disegno di legge, che fu riproposto più
volte, prevedeva che il governo federale, attraverso un’agenzia federale,
acquistasse le eccedenze agricole a prezzi anteguerra, mentre le eccedenze
dovevano essere conservate fino a quando la domanda interna non sarebbe migliorate
o fino a quando non si fosse deciso di offrirle sui mercati mondiali.
La proposta McNary-Haugen è stato
sostenuta dal segretario di Strato dell'agricoltura, Henry C. Wallace, e dai
sostenitori dei produttori di mais e frumento, ma la misura non è riuscita ad
attenere il sostegno dei rappresentanti del Sud al Congresso e decadde nel
giugno del 1924. Un secondo tentativo fu fatto nel mese di maggio 1926, ma
incontrò lo stesso destino. Il disegno di legge McNary-Haugen fu nuovamente proposto
nei primi mesi del 1927, estendendo l'assistenza statale al cotone e al tabacco,
andando incontro dunque agli agricoltori del Sud. Il disegno di legge fu
approvato da entrambe le camere, ma il presidente Coolidge pose il veto al
McNary-Haugen
Farm Relief Act, dichiarando: dobbiamo evitare l'errore di cercare nelle leggi la
causa dei mali dell'agricoltura. Nel 1928 la proposta fu nuovamente presentata
e respinta.
Roosevelt, divenuto presidente, e
Wallace, divenuto segretario all’agricoltura, fecero sostanzialmente proprio il
piano McNary-Haugen, iniziando programmi di sovvenzione all’agricoltura su
larga scala.
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