Il vero volto di
questo sistema è ben espresso dalla sentenza della Corte d'appello di Torino sulla
strage dell'Eternit. Si dirà, come solito, che i giudici non potevano far altro
che applicare la legge. Ed è appunto di questo che si tratta, della legge,
dello Stato, della sua non neutralità nelle leggi e nelle procedure, così come della responsabilità delle sue istituzioni nelle stragi.
È in questi frangenti, in questi
tornanti della vita di ognuno, che si comprende realmente, impotenti, l’origine
di classe di questo sistema sociale, di questa violenza che chiamano giustizia.
Scrivono i giornali: La sentenza è stata
accolta con incredulità dai parenti delle vittime e dai rappresentanti delle
istituzioni che si sono occupate delle morti per amianto e che erano in aula.
Nessuna incredulità, è la regola, è la storia processuale di tutte le stragi.
Andò forse diversamente per le
centinaia di omicidi al petrolchimico di Marghera? E prima ancora, per fare
altri esempi, i morti di Monongah, di Dawson, o di Marcinelle, in Belgio, chi se li ricorda? A Marcinelle i
minatori italiani erano dei veri e propri schiavi, facevano parte di un accordo
tra l’Italia e il Belgio, firmato nel 1946: 2500 tonnellate mensili di carbone
ogni 1000 operai inviati. Sarebbe meglio dire: deportati. Nei dieci anni
antecedenti il disastro (1956), quasi 500 operai italiani trovarono la morte
nelle miniere belghe, senza contare il lento flagello delle malattie d'origine
professionale. Questi uomini, prima barattati, poi sfruttati in ogni modo,
finivano per essere abbandonati a se stessi.
Quando nel 1954, l'Inca (Istituto
Nazionale Confederale di Assistenza), un patronato emanazione della CGIL, crea
in Belgio, in maniera praticamente clandestina, il suo primo ufficio, l'allora
sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri italiano, Francesco Maria Dominedò, non trovò di meglio che informava il ministro belga Paul Van Zeeland
che “Il Governo italiano sta studiando l'aspetto giuridico della questione, al
fine di trovare un argomento legale contro questa creazione”.
Argomenti legali, di ciò si tratta,
sempre e comunque. La legge fatta su misura per i potenti e i padroni, in modo
che possano sempre farla franca. E queste leggi vengono votate e approvate dai
sedicenti rappresentanti della volontà dei cosiddetti cittadini, con il voto! A
questi operai morti, alle vittime dello stragismo di Stato e alle vittime del
profitto borghese non si titolano palasport, vie e piazze. Se ne cancella semplicemente
la memoria.
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