lunedì 24 novembre 2014

Il buon esempio


Era passata l’idea che fosse più conveniente per la classe dominante governare i processi sociali con il consenso anziché con il pugno di ferro, in altre parole l’idea che laddove le catene si fanno meno visibili, più la servitù si fa intima, più diviene volontaria.

Ora invece gli schiavi mostrano di non credere più in quella secrezione chiamata politica, insomma scoprono di non contare e di non poter cambiare nulla, prendono consapevolezza che la democrazia è solo la forma più aggraziata della dittatura di classe.

E come risolve la questione Renzi Matteo?  Dicendo che il crollo dell’affluenza alle urne “è un problema secondario”. Non possiamo non ammirare la facilità dello stile che sostiene il rigore di questa analisi. Corri Matteo, il vecchio mondo è dietro di te.

Sempre oggi, la signora Dietlinde Gruber rilevava, con un imbarazzo che il cerone mitigava solo in parte, che una tale tendenza ci porta ad avvicinarci agli Stati Uniti (che com’è noto sono un buon esempio un po’ per tutto) dove da sempre vota meno del 50 per cento. La prossima volta ci porterà ad osservare che molti sistemi sociali si sono retti senza alcun bisogno di elezioni.


Insomma, anche se viviamo in un’epoca dove la schiavitù del lavoro salariato viene banalizzata come un momento del business, la borghesia, attraverso i suoi emissari, dovrebbe prestare un po’ più di attenzione a questioni della sottomissione quali la liturgia del voto. Anzitutto il buon esempio.

2 commenti:

  1. Se votare contasse davvero qualcosa non ce lo lascerebbero fare
    [cit. Mark Twain]
    La frase riassume tutto
    AG

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  2. la democrazia è solo la forma più aggraziata della dittatura di classe

    da incorniciare

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