Era passata l’idea che fosse più
conveniente per la classe dominante governare i processi sociali con il
consenso anziché con il pugno di ferro, in altre parole l’idea che laddove le
catene si fanno meno visibili, più la servitù si fa intima, più diviene
volontaria.
Ora invece gli schiavi mostrano di
non credere più in quella secrezione chiamata politica, insomma scoprono di non
contare e di non poter cambiare nulla, prendono consapevolezza che la
democrazia è solo la forma più aggraziata della dittatura di classe.
E come risolve la questione Renzi
Matteo? Dicendo che il crollo dell’affluenza
alle urne “è un problema secondario”. Non possiamo non ammirare la facilità
dello stile che sostiene il rigore di questa analisi. Corri Matteo, il vecchio
mondo è dietro di te.
Sempre oggi, la signora Dietlinde Gruber
rilevava, con un imbarazzo che il cerone mitigava solo in parte, che una tale
tendenza ci porta ad avvicinarci agli Stati Uniti (che com’è noto sono un buon esempio
un po’ per tutto) dove da sempre vota meno del 50 per cento. La prossima volta ci
porterà ad osservare che molti sistemi sociali si sono retti senza alcun
bisogno di elezioni.
Insomma, anche se viviamo in un’epoca
dove la schiavitù del lavoro salariato viene banalizzata come un momento del
business, la borghesia, attraverso i suoi emissari, dovrebbe prestare un po’ più
di attenzione a questioni della sottomissione quali la liturgia del voto. Anzitutto il buon esempio.
Se votare contasse davvero qualcosa non ce lo lascerebbero fare
RispondiElimina[cit. Mark Twain]
La frase riassume tutto
AG
la democrazia è solo la forma più aggraziata della dittatura di classe
RispondiEliminada incorniciare