martedì 15 luglio 2014

La democrazia in America


Come in ogni democrazia, anche agli studenti statunitensi delle scuole superiori è insegnata la teoria politica su cui dovrebbe poggiare il sistema costituzionale per evitare la tirannia di un singolo potere, ossia la divisione del potere statale in tre ordini indipendenti: legislativo, esecutivo e giudiziario, ciascuno con propri limiti regolamentati da un sistema di controlli ed equilibri. E tuttavia, a livello statale, dietro i simboli della democrazia statunitense, governano gli apparati militari e d’intelligence, ossia quelle agenzie che presiedono la più grande impresa globale che opera in segreto con la violenza e l’inganno, senza alcuna responsabilità o limitazione, qualunque dei due partiti controlli il Congresso e la Casa Bianca.



Ben coscienti di questa realtà, l’apparato propagandistico hollywoodiano, strettamente sorvegliato (e ricattato) dall’intelligence, ci ammanta film che raccontano di singoli personaggi o piccoli gruppi “deviati” che tramano illegalmente e che però infine soccombono per l’intervento di un qualche eroe che porta allo scoperto le loro malefatte. La realtà è ben diversa, ossia non sappiamo quasi nulla di preciso su quelle operazioni, di molte delle quali non resta traccia negli archivi ufficiali.

L’ennesima prova di questa realtà è data dalla decisione di giovedì scorso del Dipartimento di Giustizia che ha tranquillamente annunciato di non avviare un'indagine in seguito alle risultanze del marzo scorso secondo le quali la Central Intelligence Agency aveva spiato il Comitato senatoriale per l’intelligence. Una decisione che riguarda una delle più significative violazioni costituzionali nella storia moderna americana, una flagrante violazione del granitico principio della separazione dei poteri, e che tuttavia non ha prodotto nessuna risposta significativa da parte del mondo politico e dei media.

È il caso di rammentare che lo stesso Obama svolse il suo primo lavoro dopo la laurea come analista al Business International Corporation, un istituto con ben documentati intrecci con la CIA, e che tuttavia la scorsa settimana ha risposto in merito alle accuse di spionaggio lanciate dal cancelliere tedesco Merkel, sostenendo di non essere a conoscenza delle operazioni CIA, sollevando la questione di chi gestisca effettivamente il paese.

John Brennan è il nuovo capo della CIA, messo a quel posto proprio da Obama, ben sapendo che Brennan è stato a capo dello spionaggio illegale sul Congresso e che come alto funzionario della CIA nell'amministrazione Bush, aveva difeso l'uso di "tecniche d’interrogatorio rafforzate" (cioè la tortura) nei confronti di persone accusate di essere terroristi. Obama stesso, dal momento in cui è entrato in carica, si è adoperato per proteggere i criminali dell'era Bush da indagini o azione penali. È questo il premio Nobel per la pace con cui abbiamo a che fare.

Lo scandalo ha le sue origini da un’indagine condotta dal Congresso, ossia proprio del Comitato senatoriale per l’intelligence spiato dalla CIA, su un programma di tortura della CIA stessa posto in essere tra il 2002 e il 2009, e che l'amministrazione Bush ha fatto di tutto per coprirlo.

La commissione del Senato ha chiesto l’accesso a migliaia di documenti relativi a quel programma di rapimenti e torture, ma la CIA, sostenuta dalla Casa Bianca di Obama, ha finora bloccato la sua divulgazione per i soliti motivi di "sicurezza nazionale". Nel corso dell'inchiesta, nonostante l’ostruzionismo della CIA, il comitato senatoriale è entrato in possesso di documenti preparati per l'ex direttore della CIA Leon Panetta, dai quali si rileva che i funzionari della CIA hanno sistematicamente mentito al Congresso nel corso della sua indagine.

La risposta della CIA è stata quella d’introdursi nel computer dei membri dello staff senatoriale, apparentemente per determinare come i documenti erano venuti in loro possesso (e già questo la dice lunga), in realtà per cercare di eliminare i file.

Dianne Feinstein, una senatrice democratica della California, già sindaco di San Francisco, e presidente della commissione Intelligence del Senato, ha appreso della violazione dei computer della commissione nel gennaio di quest'anno, ma ha tentato di risolvere la questione senza informare alcuno. Ella ha fatto di tutto, in qualità di presidente della commissione, per sabotare l’indagine della commissione stessa. Questa senatrice, soprannominata “leonessa liberale”, giustifica le torture cui sono sottoposti i detenuti a Guantanamo, ossia le misure “innovative” cui sono sottoposti, e accusa per esempio Edward J. Snowden di essere un traditore, ed elogia James R. Clapper Jr., ex generale e direttore dell'intelligence nazionale, accusato di mentire al Senato circa la portata dei programmi, come un uomo onesto e diretto. La senatrice, aperta sostenitrice della pena di morte e della guerra in Iraq, si è detta favorevole ad un apparato di sicurezza nazionale “aggressivo” contro i terroristi.

Ma immagino che queste cose tossiche interessino poco, tanto è vero che i media nostrani non ne parlano, e perciò non credo valga la pena dilungarmi oltre.


7 commenti:

  1. L’apparato hollywoodiano, come viene definito, in molti casi ha avuto ed ha la funzione di edulcorare la storia e le vicende di quel Paese come p.e.far intendere con la ‘conquista del west' che quei territori fossero stati unicamente popolati da strapelati emigranti – in parte vero – ma sottacendo dei ricchi anglosassoni, e di altre nazionalità, che là andarono per mettere a frutto i propri capitali sostenendo ingenti costi di trasferimento e non tanto per coltivare i fantomatici fagioli e montare allegramente cavalli Quarter, peraltro le sparatorie continuano costanti anche ai giorni nostri.

    Questi dettagli oltremodo tossici per le convivenze democratiche sono utile informazione ma delicati – diciamo pericolosi – per coloro i quali ne vengono a conoscenza ma ancor di più per chi li diffonde. Oltre alla dichiarata permeabilità di internet e dei cosiddetti social network (hanno anche inventato per maggiore comodità di accesso i ‘clouds’), noi viviamo immersi quotidianamente in intrecci di intelligence mentre siamo intenti a spingere il carrello del Super. Tutto ciò che arriva a conoscenza del grande pubblico (intendendosi la sottilissima cremina superficiale) è dovuto al fatto che qualcosa è andato storto e bisogna inventarsi l’inventabile per tamponare. E non ci si riferisce unicamente ai tanti segreti nazionali irrisolti, ma a tutti i traffici in essere di valuta, armi, stupefacenti,organi, materiali tossici, ecc. ecc. e di tutte le missioni militari incaricate della rispettiva copertura.

    Per quel che vale sono d’accordo, continuiamo per la nostra salute ad occuparci di filosofia e di Scalfari, al netto del routing del controllo governativo.
    Ci sono stati e mi auguro che sempre ci saranno eroi come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e avere nel contempo la medesima certezza del rischio.

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    1. http://www.carabinieri.it/NR/rdonlyres/70268126-FF51-4BE2-A28E-8B6D0598EE89/13427/NOTAEurogenforrev3.pdf

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  2. a proposito di democrazia....

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/15/patto-del-nazareno-e-senato-dei-nominati-piduisti-a-loro-insaputa/1060887/

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  3. Purtroppo, il link da lei segnalato della Stampa, non si può leggere, a meno che, non ci si abboni. Peccato!

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