domenica 20 luglio 2014

Ipocrisie moderne


È stata una vera demenzialità proibire il libero smercio e consumo di bevande alcoliche in un paese d’inveterati bevitori. Come al solito si partiva dagli effetti e non dalla causa. Per quale motivo l’etilismo acuto è così diffuso soprattutto in certi paesi? Stessa cosa oggi proibire la libera circolazione e consumo di droghe in paesi in cui vi sono innumerevoli consumatori. Una merce non c’essa di essere tale secondo il regime penale vigente, e le droghe sono una merce come un’altra, e provoca di gran lunga molti meno morti dell’alcol (o del tabacco) per malattie connesse e incidenti d’auto.



Non solo l’abuso di bevande alcoliche, ma anche quello di cibi e soprattutto di certi alimenti (non solo di quelli grassi) è responsabile di seri rischi per la salute (e relativi costi sociali), e tuttavia non vi sono apprezzabili iniziative pubbliche per scoraggiare il consumo di questo o quel genere di cibo (gli industriali reagirebbero immediatamente), salvo favorire l’abuso di stamine e yogurt miracolosi.

Il paradosso è raggiunto con il tabacco, il quale, com’è noto e obbligatorio scrivere sui pacchetti di sigarette, “nuoce gravemente alla salute”.

È poi tutto da dimostrare che il libero commercio di droghe “pesanti” provocherebbe un deciso aumento dei consumatori, così com’è invece dimostrato, per contro, che proibire l’alcol non diminuisce il consumo di quelle bevande e anzi alimenta il crimine. Tuttavia chi vende droghe rischia la galera e invece chi spaccia alcol in quantità industriale è quotato in Borsa.

Si dirà, per contro, che gli spacciatori vanno a vendere la droga davanti alle scuole o la smerciano nelle discoteche. Mai visto un farmacista fare altrettanto per certi farmaci? Nell’Ottocento con il laudano si credeva di curare la tosse e altri sintomi, ma non c’era molto altro da fare. E pure l’assenzio era libero, ma non mi pare che intossicasse un numero significativo di persone, e del resto era molto meno letale della povertà e delle guerre. Con gli esempi si potrebbe continuare.


8 commenti:

  1. Io ho un dubbio. Che anche se anche qualche paese decidesse di legalizzare (che è diverso da liberalizzare) l'uso delle sostanze stupefacenti ci sarebbe una reazione forte da parte dei capitali finanziari dietro a questo commercio.

    Faccio un esempio: se fosse permesso coltivare la coca come il karkadè e commerciare la cocaina come la camomilla istantanea quale sarebbe l'effetto immediato?
    Un crollo verticale dei prezzi. Non sono documentato ma immagino che il costo di produzione in condizioni di legalità della cocaina (o di qualsiasi altra droga) sia paragonabile al costo di produzione dell'aspirina o di farmaci simili. Con il risultato di far crollare il prezzo di tali merci e danneggiare irreparabilmente gli ingenti capitali che ci sono dietro.

    A dar retta a dietrologi e complottisti, poi, esisterebbero settori potenti di alcuni stati che da tempo fanno del commercio di tali sostanze una parte integrante del loro business.

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  2. Curiosità. Poniamo che un certo numero limitato di Stati legalizzi vari tipi di droghe, tra queste la cocaina o l'oppiacei. Se non sbaglio, la produzione di tali stupefacenti è interamente in mano ai cartelli della criminalità organizzata. Per cui, ingenuamente, chiedo: non dovrebbero per assurdo anche questi "bricconi" legalizzarsi in Società per Azioni per vendere in tali progredite nazioni?

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  3. all'inizio prolifererebbero i produttori, poi anche questo genere di merci, subirebbe le stesse leggi del mercato che valgono per tutte le merci, compreso un subitaneo crollo di prezzo. tale crollo eliminerebbe molta concorrenza favorendo la grande produzione (laddove vi fosse largo consumo e dunque la possibilità di reclamizzare i prodotti) e quindi il prezzo salirebbe di nuovo, ma non di molto, specie se si parla cannabis e simili che si possono coltivare in giardini domestici. credo anzi che la spesa sanitaria ne troverebbe, sotto molti riguardi, grande giovamento. poi, come ogni cosa di questo mondo, vi potranno essere anche dei rovesci di medaglia ...

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  4. La proibizione da che mondo genera curiosità unitamente al piacere stesso dell'infrazione.
    Suppongo non sia però possibile allineare l'hamburger di McDonald o i fritti misti o il barolo con la cocaina. L'elemento invalidante (anche nel significato stesso della parola) di tutto ciò non è costituito dall'uso ma dall'Abuso : ma per questo va fatto un aggiornamento al software del sapiens.

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    1. la cocaina fa meno morti dell'alcol. è un dato di fatto. ho descritto la cosa dal lato del mercato, dunque dello spaccio e del consumo. non c'è da fare alcun aggiornamento, le cause non sono nella "natura umana" e in cose simili. non mi pare che il peyote creasse grossi problemi sociali.

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  5. Però dipende anche dalle droghe e dai suoi effetti. La cocaina rende particolarmente aggressivi. Qualora fosse legalizzata bisognerebbe in ogni caso stabirne obbligatoriamente la quantità e la posologia, onde evitare spargimenti di sangue peggiori di quelli attuali. Allora sì che la cocaina farebbe molti più morti dell'alcool. Insomma, vanno bene le liberalizzazioni, ma tenendo conto che le droghe non sono tutte uguali.
    Non si tiene conto che c'è molta più gente in giro adesso di una volta. Voglio vedere 100000 cocainomani in perfetta libertà in giro per una qualunque città d'Europa. Anzi, no, non voglio vederli.
    Tutte le ideologie che hanno negato o ridicolizzato la cosiddetta "natura umana" hanno provocato disastri.

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    1. Anche un ubriaco, soprattutto al volante o armato, può risultare estremamente pericoloso.
      l fatto è che chi assume sostanze non sarebbe in "perfetta libertà" come non lo è adesso chi beve, che infatti non può guidare, non può svolgere alcune attività (un medico o un poliziotto ubriaco in servizio rischia grosso), e se crea scompiglio per strada finisce in galera. Come non è in "perfetta libertà" nemmeno chi assume sostanze dagli effetti immediati meno estremi come il tabacco, perchè non può farlo in un locale pubblico.
      Personalmente penso che sostanze così potenti dovrebbero essere commerciabili sotto una regolamentazione ancora più stringente di quella per alcoolici e tabacco, il cui unico limite è la maggior età, se non sbaglio.
      Poi il folle che si fa 10 dosi invece di una ci sarà sempre, ma c'è anche oggigiorno, così come c'è quello che si ubriaca e devasta un locale o si mette alla guida di un camion. Problemi che non si risolvono, la storia insegna, con la proibizione.

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    2. In realtà ne vediam tanti di cocainomani in giro (anche se non saprei quantificarli), solo che non riesci a individuare chi l'ha assunta (la coca)
      AG

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