Che cos’è una “privatizzazione”? È
la vendita (non entro qui nel merito se spesso si tratti di vera e propria
svendita) di un bene di proprietà pubblica ad un privato. Se il bene è
pubblico, significa che è stato acquisito o costituito nell'ambito del patrimonio pubblico
(Stato e enti locali) con denaro dei contribuenti e per finalità collettive.
Tali finalità possono anche venir meno, così come si può puntare al
ridimensionamento dell’intervento dello Stato nel settore economico. E in
passato lo smobilizzo si è reso opportuno in non rari casi per la sempre
maggiore dipendenza delle società partecipate dallo Stato verso il potere
politico, causa del perverso intreccio tra economia, affari e partitocrazia.
Queste le intenzioni politico-formali
dichiarate, non sempre corrispondenti a reali esigenze di efficienza
economico-produttiva, così come è risaputo che all’origine delle determinazioni
di smobilizzo del patrimonio vi furono corposi e decisivi interessi privati, in
aderenza e a pieno titolo con i processi di “globalizzazione”, ma non è qui il
caso di ripetere cose note o di dilungarci su questioni di carattere, per così
dire, “culturale” che riguardano talune specificità del nostro paese.
È tuttavia difficile sostenere, oggi,
in assenza di motivazioni di merito che non siano quelle legate al bisogno di
far cassa, la bontà di provvedimenti come quelli in varo dal governo, ossia di
vendere società pubbliche che ogni anno producono attivi e che danno lavoro a
decine di migliaia di persone, società che sarebbe bene invece tenersi strette
posta la necessità di arginare la crisi che ha colpito la maggior parte delle
imprese private. Tantomeno quando si tratta di società strategiche (elettricità
e gas, per esempio) e laddove si tratta di vendere quote consistenti del
patrimonio pubblico a società cinesi (ma non erano comunisti?).
E tutto ciò nell’indifferenza
generale, in cambio di 80 euro e del prepensionamento di qualche migliaio
d’insegnanti (che non mancheranno all’occasione di ringraziare con una ics).
Dopo tante chiacchiere e tanti antipasti stiamo arrivando alle portate principali nella svendita del patrimonio pubblico, uno dei principali obiettivi del governo Renzi.
RispondiEliminaCassa depositi prestiti ha venduto il 35% di CDP Reti alla Cina: un affare di 2 miliardi di euro. Altro che la riforma del senato.
Questo vuol dire che il 30% di Snam e il 29% di Terna sono ora di proprietà della principale tigre asiatica che avrà 2 uomini su 5 nel cda.
Un ulteriore 14 % di CDP Reti verrà venduto a soggetti economici italiani al momento non nominati.
Cassa depositi e presiti sta gestendo anche la privatizzazione di posteitaliane: il 40% è destinato ad essere venduto. E sulla rampa di lancio ci sono il 5% di Eni e il 5% di Enel.
Saldi tutto l'anno per fare cassa e tenere buona la Troika. Parlare di ripresa vuol dire solo prendere in giro la gente..
oh, mi chiedevo dov'eri finito. ciao
EliminaCiao Olympe, il lavoro mi ha portato fuori dalle piacevoli abitudini come frequentare il tuo blog ... ora però sono di nuovo qui...
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