Quando sono a Roma alloggio non
lontano da via Eustachio Bartolomeo (quello delle note “trombe”), in una zona
dove sorgono numerosi villini in stile liberty, a due passi da Piazza Galeno,
una piazza con due aiuole centrali semicircolari dove fanno la guardia alcuni
grandi alberi. A giudicare dai palazzi superstiti, già residenze di
diplomatici, un tempo quel luogo doveva essere davvero elegante. Era la piazza
dove finiva il centro urbano della capitale, e da uno dei condomini
prospicienti, ancora esistente, il mattino del 28 giugno 1914 usciva un tenente
colonnello del genio per recarsi in via XX Settembre. A Roma è la via del
ministero della difesa, che allora, con meno scrupolo per il politicamente
corretto, si chiamava ministero della guerra.
La giornata era soleggiata e
calda, ma per nulla afosa. La temperatura massima di quel giorno era attorno
ai 29 gradi e la minima sui 16, e grazie al ponentino l’umidità si manteneva
sotto il 30 per cento. Bastano questi dati climatici per preferire Roma ad altre
località. L’ufficiale si avviò verso via Nomentana per prendervi il tram n. 9.
Era in uniforme di servizio, modello 1909, seguito dal suo attendente che gli
portava la borsa. Quella domenica il tenente colonnello non era di buon umore, poiché
la sera prima gli era stato recapitato da una staffetta un ordine scritto
classificato “riservatissimo”, a firma del colonnello Armando Diaz, segretario
del generale Alberto Pollio, capo di stato maggiore dell’esercito.
La comunicazione “riservatissima”
in realtà non conteneva nulla di particolarmente speciale, se non la
comunicazione di convocazione per il dì seguente, appunto domenica 28 giugno,
per mettere a punto il programma dei tiri di prova di un nuovo obice,
esperimento che si sarebbe tenuto presso il poligono di Ciriè (To) il successivo
30 giugno. L’ordine era di accompagnare il generale Pollio, con partenza la
domenica stessa in treno. C’è da dire solo che da qualche tempo Pollio, ed è
questo uno dei motivi del disappunto del tenente colonnello del genio, rivelava
solo con brevissimo anticipo i suoi spostamenti fuori Roma. Forse temeva
qualcosa, oppure, come sostenevano certe malelingue, non voleva far sapere dei
suoi spostamenti per motivi per così dire di carattere privato?
Giunti alla fermata del 9,
l’attendente consegnò la borsa all’ufficiale e poi prese per mano il di lui
figlioletto per ricondurlo a casa. L’attendente era, nell’esercito italiano,
così come in seguito in aeronautica, un militare di leva incaricato del
servizio alla persona di un ufficiale. I suoi compiti erano tra i più vari,
specie se l’ufficiale era ammogliato. Non di rado faceva servizio domestico
nell’abitazione dell’ufficiale stesso, provvedendo alla spesa, avendo cura
della casa e dei figli dell’ufficiale, non di rado lavava i piatti, portava a
spasso il cagnolino della signora, e altri servizi del genere. Anche nell’esercito
dell’Italia democratica e repubblicana, tale figura di domestico rimase in auge
fino al 1971, anche se poi, specie per le famiglie degli ufficiali di più alto
grado, la faccenda si prolungò per qualche tempo ancora.
Ma per quale motivo il generale
Pollio aveva bisogno di farsi accompagnare in Piemonte da un ufficiale del genio? Le
funzioni degli ufficiali del genio, a quel tempo, avevano strettamente a che
fare con l’operatività di un’altra arma dell’esercito, ossia con l’artiglieria,
in quanto, con l’eccezione di massima dell’artiglieria pesante campale, la
forza di penetrazione, e pertanto distruttiva, di un obice o di un mortaio era
dipendente dal tipo di opere fortificate da battere, valutazione che
spettava quindi ad un tecnico del genio. E il nostro ufficiale del genio era il
più alto in grado della segreteria di Pollio.
La situazione dell’arma di
artiglieria in quel fatidico 1914 era a dir poco deficitaria, in ogni senso,
come ebbe a provare in seguito la Relazione
ufficiale sull’Esercito italiano nella Guerra 1915-18, causa le incertezze
ricorrenti delle “supreme autorità tecniche”. Basti pensare che nel 1900 era
stato adottato un cannone Krupp che venne riconosciuto superato appena due anni
dopo e però fino al 1904 ne furono dotate ben 120 batterie! Nel 1907 si
adottò un nuovo cannone Krupp, il quale però si rivelò subito troppo pesante e
di complicato utilizzo sul terreno, e ciò nonostante furono armate ben due
terzi delle batterie esistenti. Finalmente nel 1911 fu adottato l’ottimo
cannone francese Déport (adottato ma non ancora messo in produzione!).
[continua]
Forse l'ufficiale in questione, il tenente colonnello del Genio Vincenzo Traniello, era di cattivo umore quel mattino perchè al corrente di quanto sarebbe successo nelle ore successive? E il generale Pollio era così brusco nel comunicare i suoi programmi perchè messo sull'avviso da vaghi presentimenti?
RispondiEliminaNaturalmente sono solo domande oziose senza risposta...
non sono domande oziose, tutt'altro, e qualche risposta l'avranno anche nei post successivi, basta attendere. ciao
Eliminaah che belli questi post storici... non smettere mi raccomando!
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