domenica 27 luglio 2014

Tutta colpa delle Brigate Rosse


Scrive Scalfari:

«Ricordo ancora la mia ultima intervista con Aldo Moro, quindici giorni prima del suo rapimento. Mi spiegò perché l'alleanza tra la Dc e il Pci di Berlinguer era inevitabile: "Bisogna modernizzare e rifondare lo Stato. È ancora quello della destra storica, poi modificato dal fascismo. Ci vorrà almeno un'intera legislatura, forse non basterà. Quando avremo adempiuto a questo compito, i due grandi partiti riprenderanno il loro posto e si alterneranno democraticamente. Ma non prima e non bastano pochi mesi per ottenere un risultato storico di questa natura"».



Un Paese che vive di debito pubblico, scopre che le entrate non bastano più. Non bastano più i soldi delle tasse (che si vorrebbero e dovrebbero diminuire!) per pagare le pensioni (moltissime di mera e precaria sussistenza, altre invece scandalose), per corrispondere gli stipendi della pubblica amministrazione (compresi quelli sino ad oggi di oltre 20-30-40mila euro il mese), per sostenere il sistema del welfare, per finanziare la cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Invece i soldi si trovano per finanziare opere pubbliche come il Mose, un progetto non solo fonte di vaste corruttele, non solo inutile, ma pericoloso per Venezia. O come il traforo in Val di Susa.

Non da oggi, ma da almeno trent’anni è così. Da sempre ci sono regioni del Paese dove quasi metà della popolazione non dichiara un centesimo d’imponibile, e il resto dichiara poco o nulla. C’è un buon 50 per cento delle regioni che non versano nulla allo Stato, ma ricevono solo e sempre. La Calabria, tanto per citarne una, ha il 93 per cento dell’occulto. L'idea di non pagare le tasse non l'ha inventata Berlusconi. Quando forniranno i grandi media i dettagli disaggregati di questa situazione? Quanti sanno, per esempio, che fino a un paio di anni fa il Veneto quanto a sviluppo aveva 8 punti più della Baviera che è la prima economia del mondo? Ora anche regioni come il Veneto devono battere il passo, e l’intero sistema non ce la fa più.


Ma il vero problema pare essere la riforma del Senato, cioè uno scontro tutto interno alla classe politica e dirigente per stabilire l’egemonia dell’esecutivo. E su questo punto Scalfari non può non essere contrario, e però insiste nello scrivere: «Speriamo nella Madia. E nella Boschi. E nella Pinotti. E nella Mogherini. Se il pifferaio suona bene, loro faranno un buon coro …». Ma è la musica che non cambia, il quadro d'insieme, e quanto al coro e al pifferaio, qual è la loro estrazione sociale, qual è stata la loro formazione politica, e quali gli interessi di classe che difendono? Tutta colpa delle Brigate Rosse se non si sono fatte le riforme a suo tempo, allude Scalfari.

1 commento:

  1. stare dalla parte di questo stato conviene anche alla mafia, qui. Qui dove non c'è distinzione netta fra cosa pubblica e quella nostra, nessuna interdizione ai conflitti d'interesse diciamo... Fondamentalmente, per annosi motivi di classe, siamo arrivati al "no taxation with representation": più voti per uno e meno patrimoniale avrai. E meno si sa di "indicibili accordi" e più si sale, meno sai e più su vai, naturalmente a salvare il paese. Ma salvare questa "democrazia" si riduce ormai a salvare 'quelle' antiche basi economiche.
    Il paese è, di nuovo, ridotto a latifondo incolto (molto incolto).
    L'errore strategico delle br è stato pensare che gli italiani potessero ribellarsi quando è chiaro che bisogna profittare, semmai, dell'indole opposta.

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