Scrive Scalfari:
«Ricordo ancora la mia ultima intervista con Aldo Moro, quindici giorni
prima del suo rapimento. Mi spiegò perché l'alleanza tra la Dc e il Pci di
Berlinguer era inevitabile: "Bisogna modernizzare e rifondare lo Stato. È
ancora quello della destra storica, poi modificato dal fascismo. Ci vorrà
almeno un'intera legislatura, forse non basterà. Quando avremo adempiuto a
questo compito, i due grandi partiti riprenderanno il loro posto e si
alterneranno democraticamente. Ma non prima e non bastano pochi mesi per
ottenere un risultato storico di questa natura"».
Un Paese che vive di debito
pubblico, scopre che le entrate non bastano più. Non bastano più i soldi delle
tasse (che si vorrebbero e dovrebbero diminuire!) per pagare le pensioni (moltissime
di mera e precaria sussistenza, altre invece scandalose), per corrispondere gli
stipendi della pubblica amministrazione (compresi quelli sino ad oggi di oltre
20-30-40mila euro il mese), per sostenere il sistema del welfare, per
finanziare la cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Invece i soldi si trovano per finanziare
opere pubbliche come il Mose, un progetto non solo fonte di vaste corruttele,
non solo inutile, ma pericoloso per Venezia. O come il traforo in Val di Susa.
Non da oggi, ma da almeno trent’anni è così. Da sempre ci
sono regioni del Paese dove quasi metà della popolazione non dichiara un
centesimo d’imponibile, e il resto dichiara poco o nulla. C’è un buon 50 per
cento delle regioni che non versano nulla allo Stato, ma ricevono solo e
sempre. La Calabria, tanto per citarne una, ha il 93 per cento dell’occulto. L'idea di non pagare le tasse non l'ha inventata Berlusconi. Quando forniranno i grandi media i dettagli disaggregati di questa situazione?
Quanti sanno, per esempio, che fino a un paio di anni fa il Veneto quanto a
sviluppo aveva 8 punti più della Baviera che è la prima economia del mondo? Ora
anche regioni come il Veneto devono battere il passo, e l’intero sistema non ce
la fa più.
Ma il vero problema pare essere la
riforma del Senato, cioè uno scontro tutto interno alla classe politica e
dirigente per stabilire l’egemonia dell’esecutivo. E su questo punto Scalfari
non può non essere contrario, e però insiste nello scrivere: «Speriamo nella Madia. E nella Boschi. E
nella Pinotti. E nella Mogherini. Se il pifferaio suona bene, loro faranno un
buon coro …». Ma è la musica che non cambia, il quadro d'insieme, e quanto al coro e al
pifferaio, qual è la loro estrazione sociale, qual è stata la loro formazione politica, e quali gli interessi di classe che difendono? Tutta colpa delle Brigate Rosse se non si sono fatte
le riforme a suo tempo, allude Scalfari.
stare dalla parte di questo stato conviene anche alla mafia, qui. Qui dove non c'è distinzione netta fra cosa pubblica e quella nostra, nessuna interdizione ai conflitti d'interesse diciamo... Fondamentalmente, per annosi motivi di classe, siamo arrivati al "no taxation with representation": più voti per uno e meno patrimoniale avrai. E meno si sa di "indicibili accordi" e più si sale, meno sai e più su vai, naturalmente a salvare il paese. Ma salvare questa "democrazia" si riduce ormai a salvare 'quelle' antiche basi economiche.
RispondiEliminaIl paese è, di nuovo, ridotto a latifondo incolto (molto incolto).
L'errore strategico delle br è stato pensare che gli italiani potessero ribellarsi quando è chiaro che bisogna profittare, semmai, dell'indole opposta.