Ho letto l’intervista rilasciata dalla professoressa Elsa Fornero e i relativi, scontati, commenti dei lettori.
L’ex ministra è una delle persone più odiate d’Italia, sicuramente la meno
amata dagli italiani. Non senza motivo, va da sé. Superfluo qui rileggere il
suo curriculum da ministra, segnatamente responsabile della famigerata riforma
pensionistica che porta il suo tristo nome e di altre norme che riguardano i
contratti di lavoro. Ciò che invece mi ha colpito, e che non mi pare sia stato
colto da alcuno dei commentatori per le sue non secondarie implicazioni, è questa
sua dichiarazione:
Ricordo una riunione, una cabina di regia, con dei professori bocconiani
e un direttore di Bankitalia: terribile. Io illustravo il piano e loro mi
dicevano: non è ancora sufficiente, così non basta.
Dunque, per esplicita ammissione
dell’ex ministra, mentre lei interpretava a soggetto, la regia della riforma faceva capo a dei “terribili”
professori bocconiani e a un direttore di Bankitalia. Questa dichiarazione
conferma fatti peraltro noti: a decidere sono comunque
“altri”. E pure la rabbia e le blande proteste non bastano più, ma tant'è.
Il torto, non l’unico, della
signora Fornero è stato quello di farsi usare, di prestarsi alle manovre
disegnate da altri, da quelli che restano nell’ombra, i tecnici e i funzionari,
difficili da individuare e ormai sicuri di non dover rispondere e pagare per le
loro malefatte. A loro non interessava una riforma equa, si è ben visto,
importava invece tagliare le pensioni di operai e impiegati, penalizzarli
economicamente e allungare loro l’età per la pensione, mettendo in atto veri e propri
soprusi, non solo quelli ormai famigerati che riguardano gli “esodati”.
A questi rotti in culo non importa
quando andranno personalmente in pensione, è meglio per loro andarci più tardi
possibile, tanto stanno a non fare un cazzo dalla mattina alla sera e
ricoprono posizioni di potere e privilegio. Le loro pensioni restano pingui
(eufemismo), non parliamo poi di quelle di Bankitalia. L’importante è colpire
il lavoro subordinato, quello degli operai di fabbrica, dei cantieri, dei
servizi, in agricoltura, i lavoratori della sanità, gli impiegati degli uffici
pubblici. Insomma colpire gli schiavi.
Dunque una riforma pensionistica
non solo di classe, cosa ovvia in una società di classe, ma improntata al più aspro odio di classe. La Fornero Elsa è ben consapevole delle sue gravi responsabilità, perciò stia almeno zitta e non venga a mendicare pietà. Per
questi crimini non ci può essere clemenza, e solo le circostanze storiche (sulle
quali è meglio non dire per decenza) le permettono di godere l’impunità.
Infatti solo i dirigenti potranno andare in pensione a 62 anni (con 42 anni e rotti). Ad ogni modo la Fornero ha fatto solo da prestanome alla riforma dettata e voluta da ben più in alto. Ne avrebbero potuto trovare a tonnellate come lei pronte ad "immolarsi" per la patria e senza fare troppo le 'choosy'. E con una bella lacrimuccia finale. Chiagnere e fottere. Lo sport dei padroni.
RispondiEliminaRicordiamo con lei anche il presidente Napolitano, ottimo regista, il senatore a vita Monti, perfetta spalla, e - soprattutto - le comparse rassegnate di quella che un tempo si dicevano di sinistra (Bersani, D'Alema, eccetera).
RispondiEliminaVerissimo Luca, le colpe maggiori sono proprio di questi rinnegati della sinistra, i veri pugnalatori del popolo sono loro.
EliminaIntervista rilasciata daove e quando, se è possibile saperlo grazie.
RispondiEliminaUn saluto.
chiedo scusa, ho dimenticato di inserire il link:
Eliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/27/elsa-fornero-monti-ha-sbagliato-e-dovevo-stare-zitta-mentre-faceva-campagna-elettorale/1073608/