La crisi della siderurgia in
Italia ci dà esatta la situazione della ristrutturazione in atto, chiamando in causa anche lo
sviluppo tecnologico degli acciai, la maggior durata dei prodotti, l’alleggerimento
delle auto e delle strutture in edilizia, ecc.. E ciò che vale per la siderurgia, vale anche per altri settori. Vediamo tutti il cambio di
passo del capitalismo in questa fase (che non è iniziata ieri), ma non tutti riescono a cogliere se
non dal punto di vista meramente oggettivistico il movimento storico. È ciò che
fa la differenza di un punto di vista borghese da un punto di vista marxista.
Non manca il lavoro, ma sono
mutate le condizioni internazionali del suo sfruttamento, se è vero, come
scrive il Financial Times, che negli ultimi trent’anni i salariati sono
aumentati globalmente di un miliardo e
duecento milioni.
In queste condizioni di offerta
(ricordiamo che la forza-lavoro è una merce) è del tutto normale che il prezzo
del lavoro scenda nelle aree in cui esso è più alto e le sue condizioni
peggiorino. C’è poi da dire che per quanto riguarda segnatamente l’Italia, i
modelli di formazione dei giovani per l’accesso al lavoro sono semplicemente
antiquati, come dimostra da ultimo anche il fallimento della cosiddetta riforma
dell’apprendistato varata nel 2012. E ciò la dice lunga sulla capacità e
lungimiranza dei piccoli politicanti che da decenni ci ritroviamo tra i piedi.
In Francia e soprattutto in
Germania, la riforma dell’apprendistato consiste nel cosiddetto sistema duale,
laddove l’apprendista alterna per un triennio, solitamente, quattro giorni di
formazione teorico-pratica in un’impresa “formatrice” (esistono in Italia
imprese che non puntino subito alla resa in termini di profitto netto?) e un
giorno di formazione generale presso la scuola pubblica. Ad essere coinvolti
permanentemente in questo tipo di formazione sono oltre un milione e mezzo di
giovani tedeschi (513.000 per la sola leva del 2013), con il coinvolgimento di
un quarto delle imprese tedesche, ma nella grande industria si arriva al 90 per
cento (da noi la grande industria è stata liquidata, e quella privata se n'è andata altrove con relativo bottino).
E tutto ciò mentre da noi si discute
di grandi riforme e ci si appassiona sul fantastico ritorno del signor Berlusconi,
su come rifondare la nazionale di calcio partendo dai vivai come in Germania .....
Tutte sciocchezze, manca una visione globale degli interessi nazionali, manca
una programmazione e soprattutto non c’è una classe dirigente degna di questo
nome. Perciò s’improvvisa e chi dice di saper pisciare più lontano, vince. La
situazione va alla resa dei conti. Come avevo preconizzato nel 2010,
scrivendo che gli effetti della crisi si sarebbero fatti sentire soprattutto
nel 2013-14, non è difficile oggi prevedere che a breve cominceranno a mancare
i soldi per pagare e questo e quello. Anche gli effetti del nuovo prestito
della Bce alle banche per gli investimenti a imprese e famiglie, oltre ad
arrivare in ritardo, non avrà effetti significativi poiché alle banche interessano solo i soliti giocchetti. Insomma, saranno dolori.
IL MATERIALE DELLE MERAVIGLIE (altro che acciaio).
RispondiEliminahttp://www.rinnovabili.it/innovazione/grafene-il-materiale-delle-meraviglie-123/
http://diciottobrumaio.blogspot.com/2013/05/il-tempo-lungo.html
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