A quanti italiani interessa il
passato, vale a dire quanti di loro si appassionano ai temi e problemi della
storia? Pochi o molti? Non credo di sbagliarmi affermando che, dati i tassi di
lettura in Italia, non proprio usurai, la larga maggioranza degli italiani tragga le proprie
nozioni di storia dai ricordi di scuola, quando va bene, e soprattutto dalla
televisione. Così come avviene per tutto il resto, peraltro.
La televisione è un mezzo di comunicazione (ma non solo) che andrebbe trattato
con molta cautela anzitutto da parte chi la televisione la fa. E invece? Qui
ognuno potrebbe dire la sua con dovizia, ma a me interessa ciò che è apparso
ieri sera, 28 giugno 2014, in prima serata, su Rai Tre: “un film storico”, il
cui titolo non può che destare interessante anche presso il grande pubblico: L’attentato: Sarajevo 1914.
Pur trattandosi di un film, si potrebbe essere indotti a credere che la narrazione di quell’evento cruciale, che tanta parte ha avuto nella nostra storia recente, non si discosti troppo, nell’essenziale, dalla realtà storica, almeno di quella documentata. Oppure, volendo, la narrazione può far propria un’ipotesi, ma in tal caso informando lo spettatore, e sarebbe buona cosa segnalare le fonti da cui è tratta tale interpretazione.
E invece, nel “film storico”,
nella trama e cadenza degli avvenimenti, di documentabile e di ineccepibile dal punto di vista storico
c’è l’anno in cui si svolge la vicenda, il luogo e i nomi dei personaggi (Leo Pfeffer è
esistito davvero, anche se non così come descritto nel film). Tutto il resto,
vale a dire i fatti accaduti prima e dopo gli attentati, sono frutto di “creatività”, di un ribaltamento totale di ciò che è stato finora accertato in
sede storica. Nei suoi termini essenziali ed espliciti, il film
accredita l’idea che il duplice omicidio di Sarajevo sia stato organizzato e gestito
dai servizi segreti dell’esercito austriaco, e che per coprire la cospirazione
l’inchiesta sia stata fin da subito manipolata.
Che la Serbia costituisse la prima
linea di difesa degli interessi britannici in Medio Oriente è cosa risaputa, e
che l’attentato sia servito all’Austria allo scopo di dichiarare guerra alla
Serbia sono fatti notissimi a confermarlo, così com’è verosimile e probabile che il
generale Oskar Potiorek, governatore della Bosnia ed Erzegovina, possa aver
fatto pressioni per indirizzare da subito le accuse verso la Serbia; ma che ad
organizzare e dirigere l’attentato siano stati i servizi segreti austriaci su
input di certi circoli militari e guerrafondai, è questione tutt’altro che certa
alla luce delle risultanze storiche e testimoniali sull’accaduto.
L’ipotesi meritava molta cautela e andava proposta all'attenzione dello spettatore con il beneficio del dubbio, informandolo e rendendolo chiaramente consapevole. E, invece, in tale silenzio, a chi giova servire al grande pubblico la trama di un'avventurosa e ipotetica cospirazione
spacciandola per “film storico”?
"a chi giova servire al grande pubblico la trama di un'avventurosa e ipotetica cospirazione spacciandola per “film storico”?"
RispondiEliminaagli stessi "masters of universe" che "stimolarono" le due guerre mondiali. precedenti
Non e' infatti un " caso" che a cento anni "tondi tondi" costoro stiano facendo lo stesso gioco di allora e per gli stessi scopi.Ed e' proprio questo loro ossessione per le "date" che fa pensare che oltre ovviamente ad interessi di dominio " planetario" ci sia un anche un bel fondo "esoterico"
ws
Ciao Olympe. Anch'io ieri sera, ho visto il film in questione, e mi piacerebbe che tu dicessi qualcosa alla domanda finale che tu stessa poni nel post.
RispondiEliminaCiao Franco.
intorbidire, rendere tutto opinabile, confuso, incerto. è una strategia che una volta innescata trova dei solerti e a volte inconsapevoli protagonisti. un po' come la cosiddetta "arte" contemporanea, un mero fenomeno di mercato: sotto la crosta, il nulla.
Eliminaciao
Posta l'attenzione del grande pubblico alla cronaca, l'interesse per il dato storico va di conserva. Per la tv dopo rintintin e la letteratura divulgata a puntate in b/n,è arrivato l'omino di burro con mister murdoch. Tutto è noto.
RispondiEliminaSi potrebbe inoltre per onestà confermare che la lettura storica non è univoca e il taglio ideologico non trascurabile. L'attività dello storico sui documenti è cosa molto delicata, se così non fosse non si arriverebbe alla vergogna del revisionismo e sopratutto non saremmo uomini.
Cosa interessante è la focalizzazione sulla politica estera inglese in ambito europeo e in particolare mediterraneo nella contemporaneità, quindi sui disastri che ne derivarono e ne derivano sino al cambio di testimone con gli USA (dottrina Eisenhower).
Bisognerebbe leggere per legittima difesa.
apprezzo; bisognerebbe se non altro per legittima difesa, ma è necessario avere consapevolezza di cosa difendere e da chi, e ciò non s'improvvisa
EliminaArte contemporanea : l'intervallo di tempo che la comprende è piuttosto vasto e suppongo che qui si ci riferisca all'arte moderna in particolare.
RispondiEliminaE' evidente che questa produzione artistica in generale si presti più che quella retinica a contraffazioni di forma e contenuto ma si possono tranquillamente evitare giudizi apodittici. Quando ci si addentra in terreni quali 'cinetica,povera o addirittura concettuale, ecc.ecc.' gli steccati sono automatici.
Se sussiste un qualunque interesse, l'unico metodo di analisi è la conoscenza diretta con l'artista e la sua produzione per capire con chi si ha a che fare ,perchè lo fa e cosa ha voluto dirci. Il soldo comunque è più che all'erta.
Rimane l'eterno Van Gogh sul coperchio della scatola di cioccolatini : Braque, Kandisky e El Lissitzky 'par la fenetre'.
Armistizio in piazza di S.Luigi de' Francesi, come sempre.
Vero, non si improvvisa ma data la situazione,ci si potrebbe accontentare di un semplice autodidattismo, il problema è che la tv richiede un banale atteggiamento passivo mentre la lettura impegna.
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