La confessione di Francesco papa

Papa Bergoglio ha citato Karl Marx, dicendo che questi non ha inventato nulla a riguardo della povertà. Poi precisa che i comunisti “hanno rubato la bandiera dei poveri, che è cristiana”. Bergoglio ha ragione, Marx non ha inventato nulla a riguardo della povertà, bensì ha scoperto le leggi dell’economia sociale. Riguardo ai comunisti, però, non è vero che essi hanno rubato la bandiera dei poveri, semmai sono stati gli schiavi salariati che hanno fatto del comunismo la loro bandiera di riscossa.

Storicamente è vero che il cristianesimo, convalidando la fine della schiavitù rendendola volontaria, è stato l’unico elemento che resisteva al processo di dissolvimento del mondo antico, poiché ne era il necessario prodotto, l’effetto di coagulazione che si produsse alla lacerazione dell’Impero. Di poi, la povertà sussidiata dalle corti ecclesiastiche espresse l’immobilismo del modo di produzione agrario e artigianale.

La Chiesa si è sempre ben guardata dal rimuovere le cause sociali della povertà, preoccupata invece di manovrare gli scambi verso l’inferno o il paradiso stabilendo la povertà come la caparra che il gregge deve versare per il regno dei cieli. Del resto, ci voleva una coscienza miserabile quanto la miseria che la produceva perché il cristianesimo potesse splendere con le sue cattedrali.

Bergoglio con le sue affermazioni ha confessato pienamente una superficialità e un’ignoranza che prima si potevano solo sospettare. Per di più sembra non rendersi conto che il linguaggio dominante ha cambiato vocaboli, che il marxismo e il comunismo sono stati igienicamente evacuati a profitto d’ideologie più pragmatiche, che oggi lo scenario è cambiato e la sua rivendicazione di potestà in tema di povertà esprime un umanesimo esangue, laddove l’economia terrestre sgonfia l’economia celeste e lo spettacolo e le sue ideologie vendono al ribasso i valori spirituali e caritatevoli dell’impresa religiosa.