L’atteggiamento di Renzi Matteo
con la faccenda degli ottanta euro così come su tutte le altre è come quello
del tizio che vende un’auto rubata per pagarsi la benzina.
La suprema casta è stata ieri
minacciata – a suo dire – di dover rispondere, almeno sul piano del principio,
delle proprie malefatte. Renzi s’è premurato ad assicurare che sistemeranno
tutto al senato, stiano buonini i magistrati e, soprattutto, circoscritti.
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Come rilevavo ieri, la suprema
corte ha stabilito il diritto dei poveri di avere figli come i ricchi. Il
quesito – prodotto del pensiero di classe – dal quale ha preso avvio la
decisione dei giudici può essere grossomodo tradotto: come farebbero i figli
dei ricchi se non ci fossero i figli dei poveri?
A tale riguardo, la posizione della
Chiesa cattolica è quella dei signori della proibizione al loro crepuscolo, ossia
quella di una dottrina che soffre dell’immobilismo agrario in cui è nata.
Nonostante gli sforzi dei suoi capi clown, il mito e gli dei finiscono insieme
al predominio agrario e la Chiesa va in pezzi in uno spettacolo screziato di
sincretismi.
Non è più Dio a prendere forma
umana, ma la merce.
La civiltà della merce non vuole
superare la bestialità, la socializza. Ecco che gli unici godimenti della vita
sono quelle soddisfazioni che si sfogano e si reprimono, ossia quei godimenti
che s’invischiano nella crapula, nell’ubriachezza, nelle droghe, nello stupro,
nell’arte di tormentare i propri simili. Non sarà un caso che s’è perso il
concetto stesso di festa, e da molto tempo.
E ontologicamente cosa rimane dell'Uomo?
RispondiEliminaUn caro saluto.
Roberto