giovedì 19 giugno 2014

Ce lo chiede l'Europa e il FMI, ma ce lo chiedono soprattutto i ricchi: tirate la cinghia


L’Eurostat, l’ufficio di statistica europeo pubblica dei dati interessanti: la tabella dei consumi pro capite in Europa, laddove si evince che quelli italiani sono sotto sia la media EU18 e pure sotto la media EU28 (Irlanda, Italia, Cipro e Spagna, mostrano livelli inferiori fino al 10% rispetto alla media di EU28). Naturalmente all’interno dei singoli paesi, tra le diverse regioni, si riscontrano divergenze notevoli, la Calabria, per esempio, non è la Lombardia e il Veneto non è la Sardegna.


La tabella qui sotto, invece, mostra l’andamento statistico relativo al costo del lavoro in EU28. Il costo del lavoro sale tranne che a Cipro, Croazia, Irlanda e Italia.


È interessante notare, però, che l’Italia si difende bene, con un più 15.6% di HNWI, cioè d’individui con un alto patrimonio netto, ossia superiore ai 740mila euro (sono escluse le residenze private, collezioni e beni di consumo durevoli), con un incremento di 27.400 unità in un solo anno (203.200 nel 2013 a fronte di 175.800 l’anno precedente). In un paese con un’altissima evasione fiscale il dato assume ancor più significato, così com’è di rilievo che se da un lato aumenta la povertà, dall’altro incrementa, anche se in proporzione notevolmente minore, il numero dei ricchi, soprattutto sale la concentrazione della ricchezza in poche mani.

Lo dimostrano anche i dati a livello europeo e mondiale: la popolazione HNWI europea è aumentata del 12% arrivando a 3,83 milioni di persone; la relativa ricchezza è cresciuta del 14% per 12.390 miliardi di dollari totali. Perciò quando sentiamo dirci che “ce lo chiede l’Europa”, sappiamo bene chi ce lo chiede. Nel dettaglio, la composizione dei portafogli in Europa è stata la seguente: immobili (23,4%), titoli (23,3%), reddito fisso (16,0%) e investimenti alternativi (13,6%), con la maggior parte (20,8%) di questi ultimi relativa a investimenti in società non quotate.

A livello mondiale quasi il 40% del patrimonio degli HNWI è stato creato negli ultimi cinque anni, a testimonianza dell’enorme trasferimento di reddito dai più poveri ai benestanti e ai molto ricchi. La famigerata globalizzazione è proprio questo nei suoi effetti pratici: i detentori di grandi patrimoni manifestano un approccio sempre più globale, secondo la Global High Net Worth Insights Survey contenuta nel Report 2014 presentato da Capgemini e RBC Wealth Management.

Gli Stati Uniti si posizionano in testa alla classifica dei paesi più ricchi al mondo, seguiti da Giappone, Germania e Cina. Mentre i paesi che hanno performance migliori rispetto all’anno precedente sono Irlanda, Grecia, Emirati Arabi e Giappone.

In un anno la popolazione di chi ha ricchezze finanziarie sopra il milione di dollari (740mila euro) è cresciuta ancora di 1,76 milioni d’individui (+ 15%), raggiungendo così a fine 2013 un totale di 14 milioni d’individui. Questi signori più che benestanti hanno oggi una disponibilità totale di 52,6 trilioni di dollari, (+ 14% su un solo anno). In definitiva si tratta di poco più dell’uno per cento della popolazione mondiale. Tutti gli altri o tirano a campare o se la passano davvero male (questi ultimi sono la stragrande maggioranza).

1 commento:

  1. Grazie per il compendio statistico, davvero prezioso per condensare in poche righe l'ingiustizia ontologica di questo sistema.

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