L’Eurostat, l’ufficio di
statistica europeo pubblica dei dati interessanti: la tabella dei consumi pro capite in Europa, laddove
si evince che quelli italiani sono sotto sia la media EU18 e pure sotto la
media EU28 (Irlanda, Italia, Cipro e Spagna, mostrano livelli inferiori fino al
10% rispetto alla media di EU28). Naturalmente all’interno dei singoli paesi,
tra le diverse regioni, si riscontrano divergenze notevoli, la Calabria, per
esempio, non è la Lombardia e il Veneto non è la Sardegna.
La tabella qui sotto, invece,
mostra l’andamento statistico relativo al costo
del lavoro in EU28. Il costo del lavoro sale tranne che a Cipro, Croazia,
Irlanda e Italia.
È interessante notare, però, che
l’Italia si difende bene, con un più 15.6% di HNWI, cioè d’individui con un
alto patrimonio netto, ossia superiore ai 740mila euro (sono escluse le
residenze private, collezioni e beni di consumo durevoli), con un incremento di
27.400 unità in un solo anno (203.200 nel 2013 a fronte di 175.800 l’anno
precedente). In un paese con un’altissima evasione fiscale il dato assume ancor
più significato, così com’è di rilievo che se da un lato aumenta la povertà,
dall’altro incrementa, anche se in proporzione notevolmente minore, il numero
dei ricchi, soprattutto sale la concentrazione della ricchezza in poche mani.
Lo dimostrano anche i dati a
livello europeo e mondiale: la popolazione HNWI europea è aumentata del 12%
arrivando a 3,83 milioni di persone; la relativa ricchezza è cresciuta del 14%
per 12.390 miliardi di dollari totali. Perciò quando sentiamo dirci che “ce lo
chiede l’Europa”, sappiamo bene chi ce lo chiede. Nel dettaglio, la
composizione dei portafogli in Europa è stata la seguente: immobili (23,4%),
titoli (23,3%), reddito fisso (16,0%) e investimenti alternativi (13,6%), con
la maggior parte (20,8%) di questi ultimi relativa a investimenti in società
non quotate.
A livello mondiale quasi il 40%
del patrimonio degli HNWI è stato creato negli ultimi cinque anni, a
testimonianza dell’enorme trasferimento di reddito dai più poveri ai benestanti
e ai molto ricchi. La famigerata globalizzazione è proprio questo nei suoi
effetti pratici: i detentori di grandi patrimoni manifestano un approccio
sempre più globale, secondo la Global High Net Worth Insights Survey contenuta
nel Report 2014 presentato da Capgemini e RBC Wealth Management.
Gli Stati Uniti si posizionano in
testa alla classifica dei paesi più ricchi al mondo, seguiti da Giappone,
Germania e Cina. Mentre i paesi che hanno performance migliori rispetto all’anno
precedente sono Irlanda, Grecia, Emirati Arabi e Giappone.
In un anno la popolazione di chi
ha ricchezze finanziarie sopra il milione di dollari (740mila euro) è cresciuta
ancora di 1,76 milioni d’individui (+ 15%), raggiungendo così a fine 2013
un totale di 14 milioni d’individui. Questi signori più che benestanti hanno oggi
una disponibilità totale di 52,6 trilioni di dollari, (+ 14% su un solo anno).
In definitiva si tratta di poco più
dell’uno per cento della popolazione mondiale. Tutti gli altri o tirano a
campare o se la passano davvero male (questi ultimi sono la stragrande
maggioranza).
Grazie per il compendio statistico, davvero prezioso per condensare in poche righe l'ingiustizia ontologica di questo sistema.
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